La parola inglese crossover viene utilizzata in ambito automobilistico per indicare una vettura d’impostazione ibrida, realizzata a cavallo fra due segmenti e non ascrivibile ad alcuno dei due. Questa è la definizione più letterale, nonché più attinente al significato del termine (letteralmente ‘accavallare’). Crossover indica poi una categoria ben precisa di automobile (il SUV crossover), esponente di una formula che il pubblico ha accolto con evidente predilezione. Capostipite è la Nissan Qasqhai. Ad inizio anni ’00 il marchio giapponese si trovava nell’esigenza di sostituire l’Almera, berlina due volumi di segmento C che avversarie di ben altro peso e consistenza avevano relegato all’anonimato.
Nissan pensò quindi ad una vettura completamente diversa. Mantenne l’impostazione due volumi, ma disegnò un modello accattivante, piacevole e d’impronta simile ad un SUV: il suo corpo vettura garantisce allo stesso tempo visibilità, spazio ed una spiccata percezione di sicurezza, mentre la trazione è anteriore o integrale (optional). Questi elementi ne hanno determinato il successo e sono stati presto ripresi dalla concorrenza, che ha sfornato in rapida sequenza vetture d’impostazione simile. Nissan ha avuto inoltre la capacità di lanciare un crossover di segmento inferiore (la Juke), che avrebbe poi dato origine al fortunatissimo segmento dei B-SUV.
Crossover è anche il termine designato per quelle automobili che sono ad esempio un po’ berlina ed un po’ monovolume (la BMW Serie 5 GT), un po’ berlina ed un po’ coupé (la Mercedes CLS), un po’ coupé ed un po’ shooting brake (la Ferrari FF). Prima a credere nella formula crossover fu Lexus, che a fine anni ’90 lanciò un veicolo (la RX) a metà strada fra una station wagon ed un SUV.