Volkswagen, stop a Zwickau, Osnabrück e turni straordinari a Wolfsburg

Volkswagen adatta la produzione: stop temporanei a Zwickau e Osnabrück per la flessione dei veicoli elettrici; Wolfsburg aumenta i turni per soddisfare la domanda di Golf, Tiguan e Tayron

Volkswagen, stop a Zwickau, Osnabrück e turni straordinari a Wolfsburg
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Renato Terlisi
Pubblicato il 8 ott 2025

Dal 6 ottobre 2025, alcune linee produttive Volkswagen si fermano. Non per guasto, né per sciopero: a rallentare la macchina tedesca è il calo della domanda di veicoli elettrici, che costringe il gruppo a sospendere temporaneamente l’attività in diversi stabilimenti in Germania. Un segnale forte, in controtendenza rispetto alle ambizioni green del marchio — e, più in generale, dell’intera industria automobilistica europea.

A essere colpiti dallo stop sono gli impianti di Zwickau e Dresda, autentici poli produttivi dell’elettrico VW, dove le linee si fermeranno per almeno una settimana. Anche lo stabilimento di Osnabrück, specializzato in modelli cabriolet, subirà rallentamenti: una giornata di chiusura ogni settimana fino a fine anno, più un’intera settimana di fermo a ottobre.

Una scelta strategica

Non si tratta di un colpo improvviso, ma di un aggiustamento strategico. Come confermato da un portavoce del gruppo, Volkswagen adatta il ritmo produttivo alla domanda effettiva dei modelli. E per le vetture 100% elettriche, la realtà parla chiaro: le vendite sono sotto le aspettative, soprattutto nei siti di Zwickau ed Emden, storicamente al centro della spinta verso la mobilità a batteria.

Dall’altra parte della bilancia, però, c’è Wolfsburg. Lo stabilimento simbolo della Volkswagen — e casa madre della Golf — lavora a pieno regime, con turni straordinari nei fine settimana per far fronte all’impennata di richieste per i modelli con motore termico. Golf, Tiguan e Tayron guidano la domanda, costringendo il gruppo a organizzare le cosiddette sonderschichten, i turni speciali, già pianificati fino a Natale. Un contrasto netto che racconta una realtà sfaccettata, forse anche più complessa del previsto.

La sfida odierna

La sfida per Wolfsburg oggi non è convincere il cliente a passare all’elettrico, ma gestire la convivenza tra due mondi, due ritmi industriali, due approcci. Da una parte, la spinta normativa europea verso l’elettrificazione — con obiettivi stringenti e multe salate per chi non si adegua. Dall’altra, un mercato ancora molto legato al motore a combustione, vuoi per abitudine, vuoi per costi, vuoi per un’infrastruttura di ricarica che stenta ancora a convincere.

Volkswagen, in questa fase, cammina su un crinale sottile. La strategia a lungo termine non cambia: l’elettrificazione resta la direzione scelta, ma il gruppo dimostra oggi la necessità di saper ribilanciare, rimanere flessibile, adattarsi a curve inattese della domanda. Il mercato dell’auto, mai come ora, è un terreno di equilibrio instabile: spingere troppo l’elettrico senza un corrispondente entusiasmo del cliente finale rischia di diventare un boomerang industriale.

Il dieselgate è lontano, ma ha lasciato in eredità un’azienda più attenta ai segnali, anche quelli deboli. E la sospensione delle linee EV non è un passo indietro, quanto piuttosto una pausa di riflessione operativa. La vera domanda ora è: quanto durerà questa fase di rallentamento? E cosa accadrà se la curva dell’elettrico continuerà a salire con fatica? Per ora, a Wolfsburg si lavora anche di sabato. E il rombo dei motori a benzina torna protagonista.

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