Ponte sullo Stretto di Messina, come sarà: lunghezza di 3 chilometri

Il Ponte sullo Stretto di Messina: lavori, dati tecnici, impatto economico, ambientale e ruolo strategico in Europa. Tutto quello che c’è da sapere

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 6 ago 2025
Ponte sullo Stretto di Messina, come sarà: lunghezza di 3 chilometri

Un’infrastruttura senza precedenti si prepara a cambiare per sempre il volto del Mediterraneo: il Ponte sullo Stretto di Messina si candida a diventare una delle opere ingegneristiche più straordinarie del XXI secolo. Dopo decenni di dibattiti, rinvii e sogni mai realizzati, il progetto entra finalmente in una fase concreta. Il cantiere, affidato al gruppo Webuild, dovrebbe aprire i battenti nel settembre 2025, con l’obiettivo di completare i lavori entro il 2032. Si tratta di un investimento imponente, pari a 13,5 miliardi di euro, che punta a collegare stabilmente la Calabria e la Sicilia, rivoluzionando la mobilità non solo del Sud Italia, ma di tutta l’Europa meridionale.

Le dimensioni e caratteristiche

Le dimensioni e le caratteristiche tecniche dell’opera sono da record. Il ponte si estenderà per ben 3.666 metri, con una campata centrale di 3.300 metri: la più lunga mai realizzata al mondo, un vero primato dell’ingegneria civile. La struttura avrà una larghezza di 60 metri e sarà sorretta da due torri imponenti, alte 400 metri ciascuna, mentre il punto più alto della carreggiata si troverà a 72 metri sopra il livello del mare. Il ponte sarà progettato per accogliere sei corsie stradali e due binari ferroviari, garantendo così il transito simultaneo di veicoli e treni tra le due sponde dello Stretto.

Un aspetto fondamentale della progettazione riguarda la sicurezza e la durabilità. L’area dello Stretto è notoriamente caratterizzata da elevata sismicità e condizioni meteorologiche spesso estreme. Per questo motivo, la struttura sarà in grado di resistere a terremoti fino a magnitudo 7.1 e a venti fortissimi. La durabilità rappresenta un altro elemento chiave: il ponte è stato pensato per avere una vita utile di almeno 200 anni, grazie all’impiego di tecnologie di monitoraggio strutturale all’avanguardia e sistemi di sicurezza evoluti, che garantiranno controlli costanti sulle condizioni dell’infrastruttura.

Impatto economico

Dal punto di vista economico, l’impatto previsto è altrettanto significativo. La realizzazione del ponte porterà alla creazione di circa 120mila posti di lavoro durante il periodo di costruzione, rappresentando una straordinaria occasione di rilancio per il tessuto occupazionale del Mezzogiorno. Una volta operativo, il ponte dovrebbe contribuire a incrementare il PIL nazionale di circa 3 miliardi di euro ogni anno, stimolando investimenti, turismo e attività produttive in tutta l’area circostante.

Uno degli obiettivi principali del progetto è quello di ridurre drasticamente il costo dell’insularità che oggi grava sulla Sicilia. Questo costo, attualmente stimato in circa 6,5 miliardi di euro l’anno, rappresenta un ostacolo importante allo sviluppo dell’isola e delle sue connessioni con il resto del Paese. Il ponte promette di abbattere queste barriere, facilitando il movimento di persone e merci e rendendo la Sicilia più accessibile e competitiva.

La collocazione

La collocazione del ponte lungo il corridoio TEN-T Scandinavo-Mediterraneo, una delle principali direttrici di trasporto europee, conferisce all’opera una valenza internazionale. Il collegamento diretto Helsinki – Palermo trasformerà l’Italia in un hub strategico nei flussi commerciali tra Nord e Sud Europa, inserendo il nostro Paese nelle grandi rotte logistiche del continente e rafforzando il suo ruolo nel bacino del Mediterraneo.

Naturalmente, non mancano le sfide e le criticità. Le condizioni ambientali e sismiche dello Stretto impongono soluzioni tecniche di altissimo livello, mentre il dibattito sull’impatto ambientale rimane aperto. Un ulteriore punto da chiarire riguarda il costo del pedaggio, che dovrà risultare competitivo rispetto alle attuali tariffe dei traghetti, per incentivare l’utilizzo dell’infrastruttura.

Doppio uso

Particolarmente interessante è la possibilità che il ponte venga classificato come infrastruttura dual use, ovvero utilizzabile anche per scopi militari oltre che civili. Questa caratteristica aprirebbe la strada a un possibile finanziamento attraverso fondi NATO, aggiungendo una dimensione strategica ulteriore al progetto e rafforzando la sicurezza e la resilienza dell’intero sistema di trasporti italiano.

Il Ponte sullo Stretto di Messina si configura dunque non solo come una risposta concreta a un problema storico di mobilità, ma anche come un simbolo di innovazione, crescita economica e integrazione europea. Un’opera destinata a ridefinire i confini e le prospettive del Sud Italia, proiettandolo definitivamente nelle grandi rotte commerciali e infrastrutturali del futuro.

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