Autovelox e incassi record in Italia: oltre 1,7 miliardi nel 2024

Nel 2024 gli autovelox hanno generato oltre 1,7 miliardi di euro. Milano guida gli incassi; il Ministero pubblicherà la mappa delle postazioni per maggiore trasparenza

Autovelox e incassi record in Italia: oltre 1,7 miliardi nel 2024
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Giorgio Colari
Pubblicato il 10 nov 2025

L’Italia si conferma sempre più come il regno degli autovelox, con una rete di dispositivi di controllo della velocità in costante espansione e numeri da record per quanto riguarda gli incassi provenienti dalle multe. Nel 2024, infatti, le casse comunali hanno visto entrare oltre 1,7 miliardi di euro grazie alle sanzioni per eccesso di velocità, segnando un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Una crescita che riflette non solo l’aumento del numero di dispositivi – oltre 14.000 in tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nelle regioni settentrionali – ma anche un dibattito sempre più acceso sul reale scopo di questi strumenti: sicurezza o fiscalità?

Analizzando la distribuzione degli incassi, emerge che la leadership spetta alla città di Milano, che ha raccolto ben 204 milioni di euro, seguita da Roma con 145,8 milioni e Firenze con 61,6 milioni. Tuttavia, se si guarda all’impatto pro capite, la palma d’oro va a Siena, con una media di 171,50 euro per abitante, superando così Firenze (170 euro) e Milano (149,10 euro). Questi dati mettono in luce come, al di là dei numeri assoluti, la pressione delle sanzioni possa variare notevolmente da città a città, incidendo in modo differente sulla popolazione.

Non è un fattore solo italiano

Il fenomeno degli autovelox non è però esclusivamente italiano. Anche all’estero si assiste a una diffusione crescente di tecnologie avanzate per il controllo della velocità. Un esempio significativo arriva dal Regno Unito, dove stanno prendendo piede le telecamere speed on green: sistemi sofisticati che misurano la velocità dei veicoli nel tratto compreso tra due semafori verdi. Sulla A38 a Sutton-In-Ashfield, un singolo impianto di questo tipo ha emesso ben 24.311 sanzioni, generando introiti per 2,7 milioni di euro. Un dato che evidenzia come l’innovazione tecnologica possa moltiplicare le rilevazioni e, di conseguenza, gli incassi.

Gli enti locali, dal canto loro, difendono l’utilizzo degli autovelox sottolineando il loro ruolo fondamentale nella manutenzione delle infrastrutture, nella promozione della sicurezza stradale e nella realizzazione di progetti per la mobilità sostenibile. Secondo i sostenitori di questi dispositivi, la loro presenza sulle strade contribuisce in modo significativo a ridurre il numero di incidenti e a proteggere gli utenti più vulnerabili, come pedoni e ciclisti.

Sul fronte opposto, però, non mancano le critiche da parte delle associazioni di automobilisti, che denunciano una gestione troppo orientata al gettito piuttosto che alla prevenzione. Le principali contestazioni riguardano la scarsa chiarezza nella segnalazione dei dispositivi, il posizionamento strategico degli autovelox per massimizzare le multe e la poca trasparenza sull’utilizzo dei proventi raccolti. Questi aspetti alimentano il sospetto che il vero obiettivo sia quello di fare cassa, più che garantire la sicurezza stradale.

Una mappa dettagliata

Per rispondere a queste criticità e ristabilire un clima di fiducia tra cittadini e istituzioni, il Ministero dei Trasporti ha annunciato la pubblicazione di una mappa dettagliata di tutti gli autovelox attivi sul territorio nazionale. Questo strumento, disponibile online, mira a garantire una maggiore trasparenza, permettendo ai cittadini di conoscere non solo la posizione dei dispositivi, ma anche le motivazioni che ne hanno determinato l’installazione.

L’esperienza internazionale dimostra che l’introduzione di tecnologie sempre più avanzate – come le telecamere speed on green – porta inevitabilmente a un aumento delle rilevazioni e degli incassi. Tuttavia, l’efficacia di questi strumenti dovrebbe essere valutata soprattutto in termini di riduzione degli incidenti, e non solo sulla base delle somme raccolte. La vera sfida per le amministrazioni locali resta dunque quella di trovare un equilibrio tra la necessità di garantire la sicurezza stradale e l’obbligo di gestire in modo trasparente e responsabile le risorse derivanti dalle multe.

Il dibattito resta aperto e vivace: serve una strategia che punti a un controllo efficace, a una corretta informazione e a investimenti mirati nella prevenzione, evitando che il monitoraggio elettronico della velocità venga percepito come un mero strumento per rimpinguare le casse comunali. Solo così sarà possibile trasformare gli autovelox da simbolo di fiscalità a veri alleati della sicurezza sulle nostre strade.

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