La capitale Ue dove gli incidenti mortali sono debellati: come è possibile

Helsinki ha raggiunto zero morti sulle strade in un anno grazie a limiti di velocità, multe proporzionali al reddito e più spazio per pedoni e ciclisti

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 5 ago 2025
La capitale Ue dove gli incidenti mortali sono debellati: come è possibile

La sicurezza stradale non è più un’utopia irraggiungibile, ma una realtà tangibile e misurabile: lo dimostra il sorprendente risultato raggiunto da Helsinki, dove per un intero anno non si è registrata alcuna vittima sulle strade. Un obiettivo che fino a poco tempo fa sembrava fuori portata per qualsiasi grande città europea, ma che la capitale della Finlandia ha saputo conquistare con una strategia innovativa e multidimensionale. Il confronto con altre metropoli è impietoso: basti pensare alle 115 vittime sulle strade di Roma o alle 35 di Milano solo nel 2024. Ma come ha fatto Helsinki a tagliare il traguardo dello zero morti? Il segreto sta in una serie di scelte politiche e urbanistiche coraggiose, che meritano di essere analizzate nel dettaglio.

I limiti di velocità rigorosi

Il primo pilastro di questa rivoluzione è rappresentato dai limiti di velocità rigorosi. Oltre il 50% delle strade cittadine di Helsinki è soggetto a un limite massimo di 30 km/h, una soglia che negli ultimi anni è stata estesa anche alle aree scolastiche, abbassando ulteriormente il rischio di incidenti gravi. La scelta di ridurre la velocità non è solo una misura tecnica, ma un vero e proprio cambio di paradigma nella gestione della mobilità urbana: abbassare i limiti significa dare priorità alla vita e alla salute dei cittadini, trasformando radicalmente la percezione degli spazi pubblici.

Un aspetto che distingue nettamente il modello finlandese da quello di altre città europee è il sistema delle multe proporzionali al reddito. A Helsinki, infatti, chi viene sorpreso a superare i limiti di velocità non paga una sanzione fissa, ma una multa calcolata in base al proprio reddito. Questo meccanismo, che può portare a cifre molto elevate per chi ha un alto tenore di vita, si è rivelato un deterrente estremamente efficace, in grado di responsabilizzare tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione economica. La percezione di equità e giustizia che deriva da questo sistema ha favorito una maggiore adesione alle regole e un diffuso rispetto delle normative sulla circolazione.

Le telecamere di sorveglianza

Non meno importante è stata la diffusione capillare delle telecamere di sorveglianza, che hanno permesso di monitorare costantemente il traffico e di intervenire in modo tempestivo in caso di infrazioni o comportamenti pericolosi. La presenza di questi dispositivi non solo ha aumentato la percezione di controllo e sicurezza tra gli utenti della strada, ma ha anche contribuito a ridurre drasticamente il numero di incidenti e a migliorare la qualità della vita urbana.

Alla base del successo di Helsinki c’è anche una profonda riqualificazione urbana, frutto di anni di pianificazione e investimenti mirati. La città ha progressivamente ridotto lo spazio destinato alle automobili, privilegiando invece la mobilità dolce: piste ciclabili, marciapiedi più ampi e aree pedonali hanno trasformato il volto della capitale, favorendo una mobilità sostenibile e incentivando l’uso di mezzi alternativi all’auto privata. Questo cambiamento ha avuto effetti positivi non solo sulla sicurezza, ma anche sulla qualità dell’aria, sul benessere psicofisico dei cittadini e sul tessuto sociale della città.

Una città grande, come la sicurezza

È importante sottolineare che l’area metropolitana di Helsinki, che comprende anche Espoo, Vantaa e Kauniainen, conta circa 1,5 milioni di abitanti, di cui 700.000 nella sola capitale. Una dimensione paragonabile a quella di molte altre grandi città europee, che smentisce il luogo comune secondo cui il successo della Finlandia sarebbe dovuto esclusivamente alla bassa densità abitativa nazionale (16 abitanti per km²). I dati raccontano una storia diversa: dagli anni ’80, quando si registravano quasi mille incidenti con lesioni all’anno e una media di 30 vittime, si è passati agli attuali 277 incidenti e, soprattutto, allo zero morti dell’ultimo anno.

Come ha spiegato Roni Utriainen, ingegnere del traffico della divisione Ambiente urbano di Helsinki, “sono molti i fattori che hanno contribuito, ma i limiti di velocità imposti sono uno dei più importanti”. Questo successo dimostra che un approccio integrato alla sicurezza stradale, sostenuto da decisioni politiche lungimiranti e dalla collaborazione attiva dei cittadini, può davvero salvare vite umane. Il modello di Helsinki è un esempio virtuoso di come innovazione, coraggio e visione possano trasformare le nostre città, rendendole più sicure, vivibili e sostenibili. Un’esperienza da studiare e, dove possibile, da adattare anche ad altre realtà urbane in cerca di un futuro senza vittime sulle strade.

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