L'addio a Napolitano significa ridimensionamento per Lancia?

Cambio ai vertici di Stellantis: Napolitano lascia, Zerbi prende il timone di Lancia. Il rilancio resta incerto tra mancanza di investimenti e razionalizzazione dei marchi

L'addio a Napolitano significa ridimensionamento per Lancia?
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Giorgio Colari
Pubblicato il 10 nov 2025

Un vento di incertezza soffia sul futuro di Lancia, uno dei marchi storici più iconici dell’automobilismo italiano, oggi alle prese con una fase di profonda trasformazione interna. La recente riorganizzazione ai vertici del gruppo Stellantis ha innescato una serie di interrogativi sul destino della casa torinese, il cui piano di rilancio rischia di essere drasticamente ridimensionato a causa di nuove strategie aziendali e priorità riviste.

Preoccupazioni per gli appasionati

Il terremoto manageriale è stato innescato dalla rimozione di Luca Napolitano, figura chiave che negli ultimi anni aveva incarnato la volontà di riportare Lancia al centro della scena automobilistica europea. Al suo posto è subentrata Roberta Zerbi, manager di comprovata esperienza, chiamata ora a guidare il marchio in un contesto che appare più incerto che mai. La riorganizzazione non si è limitata alla sola leadership di Lancia: anche altre posizioni di rilievo sono state oggetto di cambiamenti, come la nomina di Maurizio Zuares alla guida delle Operazioni Commerciali per l’Europa Allargata, con diretto riporto a Emanuele Cappellano. Questi movimenti, secondo gli analisti del settore, rappresentano la volontà di Stellantis di razionalizzare e ottimizzare il proprio ampio portafoglio di brand, concentrando risorse e attenzione sui marchi ritenuti più strategici.

Fonti vicine al gruppo rivelano che il CEO Antonio Filosa avrebbe espresso forti dubbi sulla reale redditività di Lancia, preferendo destinare investimenti e focus su brand come Jeep, Peugeot e Citroën, considerati più promettenti nel contesto competitivo attuale. Questo cambio di rotta ha portato a un raffreddamento dell’entusiasmo attorno al progetto di rilancio, spostando l’attenzione dall’espansione verso una rigorosa ottimizzazione dei costi. Una strategia che, secondo molti osservatori, rischia di confinare Lancia a un ruolo marginale, con una presenza limitata quasi esclusivamente al mercato italiano.

Il piano si sfalda

Il piano originario, che aveva suscitato grandi aspettative tra appassionati e addetti ai lavori, prevedeva il ritorno di modelli leggendari come la Delta, il lancio di una nuova Ypsilon e la presentazione della futura Gamma. Questi progetti avrebbero dovuto sancire il ritorno di Lancia nel segmento premium, riaffermando il suo valore nel panorama automobilistico europeo. Tuttavia, la carenza di investimenti tangibili e la mancanza di un impegno chiaro da parte della casa madre stanno alimentando i timori di una progressiva marginalizzazione del marchio.

Secondo alcune voci interne, “senza Luca Napolitano, non c’è più nessuno a difendere Lancia ai tavoli decisionali. In sede centrale si parla poco di espansione e molto di ottimizzazione dei costi”. Un clima che lascia presagire un futuro incerto, dove il rischio principale è quello di perdere la rilevanza internazionale conquistata in decenni di storia e successi.

Dal punto di vista finanziario, la scelta di concentrare le risorse su marchi più redditizi può apparire logica, specie in un periodo caratterizzato dalla transizione verso l’elettrificazione e da forti pressioni sui margini. Tuttavia, il valore culturale e simbolico di Lancia rappresenta un patrimonio unico, difficilmente misurabile con i soli parametri economici e spesso sottovalutato nei bilanci aziendali.

Un bivio strategico

La nuova dirigenza si trova ora davanti a un bivio strategico: investire realmente per un rilancio internazionale e premium del marchio, oppure riposizionarlo come specialista di nicchia, concentrato esclusivamente sul mercato nazionale. In questo scenario, la vera discriminante sarà rappresentata dall’entità degli investimenti destinati a nuove piattaforme, all’elettrificazione e alle tecnologie innovative, senza i quali il sogno di rinascita rischia di rimanere confinato alla teoria.

L’assenza di comunicazioni ufficiali e di piani concreti alimenta il dibattito tra appassionati, dipendenti e osservatori del settore, tutti in attesa di segnali chiari sul destino di Lancia. La sfida principale sarà quella di trovare un equilibrio tra la necessità di salvaguardare una tradizione gloriosa e le esigenze di efficienza e sostenibilità economica che guidano oggi le scelte di Stellantis. Il futuro del marchio torinese resta dunque sospeso, tra il desiderio di rinascita e la realtà di un mercato sempre più competitivo e selettivo.

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