La Norvegia ha il 98,3% di auto elettriche ed elimina gli incentivi

La Norvegia limita l'esenzione IVA sulle auto elettriche dal 2026 e la elimina nel 2027; aumenti della tassa di immatricolazione e preoccupazioni per l'adozione futura

La Norvegia ha il 98,3% di auto elettriche ed elimina gli incentivi
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Giorgio Colari
Pubblicato il 20 ott 2025

La rivoluzione silenziosa che ha trasformato la Norvegia nel paradiso delle auto elettriche sta per entrare in una nuova, cruciale fase. Dopo anni di crescita esponenziale e di record mondiali nell’adozione dei veicoli a zero emissioni, il governo norvegese ha deciso di mettere fine all’epoca delle esenzioni e degli incentivi generosi che hanno alimentato questa transizione. Un cambio di rotta destinato a fare scuola, che apre interrogativi e prospettive inedite non solo per il mercato locale, ma anche per l’intero settore automobilistico europeo.

La svolta

La svolta è stata annunciata dal ministro delle Finanze Jens Stoltenberg, che ha sottolineato come il principale obiettivo sia stato ormai raggiunto: con il 98,3% delle nuove immatricolazioni rappresentate da vetture elettriche, la Norvegia si è guadagnata il primato globale e ora può permettersi di rivedere la propria strategia. «Il traguardo è stato raggiunto, ed è tempo di eliminare gradualmente i benefici», ha dichiarato Stoltenberg, segnando così la fine di un’era che ha visto il paese scandinavo diventare modello di riferimento per la mobilità sostenibile.

La nuova politica fiscale prevede un percorso graduale ma deciso: a partire dal 2026, l’esenzione dall’IVA – che in Norvegia ammonta al 25% – sarà limitata esclusivamente ai veicoli elettrici con un prezzo inferiore ai 26.000 euro. Si tratta di un taglio drastico rispetto all’attuale soglia di circa 43.000 euro, che aveva permesso anche a modelli di fascia alta come la Tesla Model Y di beneficiare del vantaggio fiscale. Dal 2027, anche questa ultima agevolazione verrà rimossa, e tutte le auto elettriche saranno sottoposte alla normale tassazione, equiparandole di fatto ai veicoli tradizionali.

Non solo: il piano del governo prevede anche un incremento delle tasse di immatricolazione per i veicoli a batteria, con aumenti che potranno arrivare fino a 2.600 euro per singola auto. Parallelamente, cresceranno anche le imposte sui veicoli con motore a combustione e sui carburanti fossili, in un’ottica di equità fiscale e di redistribuzione delle risorse. Secondo le autorità, questa scelta è dettata dalla necessità di riequilibrare il bilancio pubblico, garantire giustizia sociale e indirizzare i fondi verso altre priorità, sia ambientali che sociali.

La decisione non è stata accolta all’unanimità

La decisione, tuttavia, non è stata accolta senza riserve. L’Associazione Norvegese dei Veicoli Elettrici, attraverso la voce della segretaria generale Christina Bu, ha espresso preoccupazione per la rapidità della transizione. Bu ha evidenziato come, nonostante il boom delle nuove immatricolazioni, circa il 70% del parco auto circolante in Norvegia sia ancora composto da veicoli con motore termico. Secondo la dirigente, un approccio troppo brusco rischia di frenare la crescita delle auto elettriche e di ostacolare il raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali.

Gli effetti di questa svolta potrebbero essere significativi e immediati. Gli analisti del settore prevedono una corsa agli acquisti di auto elettriche prima dell’entrata in vigore delle nuove regole, seguita da una possibile contrazione della domanda a causa della perdita degli incentivi. Per le case automobilistiche, in particolare quelle specializzate in modelli elettrici come la Tesla Model Y, si apre la necessità di rivedere strategie di prezzo e posizionamento per mantenere la competitività sul mercato norvegese.

Mantenere l’equilibrio

La vera sfida per le istituzioni sarà quella di mantenere un equilibrio virtuoso tra sostenibilità fiscale e ambientale. Da un lato, infatti, la riduzione delle agevolazioni serve a garantire risorse per il welfare e a evitare squilibri di bilancio; dall’altro, esiste il rischio concreto che l’aumento dei prezzi rallenti la diffusione delle auto elettriche, mettendo a repentaglio i risultati ottenuti finora nella lotta alle emissioni. Alcuni osservatori suggeriscono che, in futuro, il governo potrebbe introdurre nuove forme di sostegno, ad esempio incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici usati o investimenti nelle infrastrutture di ricarica, per non disperdere il patrimonio di innovazione accumulato.

Il caso norvegese, che ha fatto scuola a livello mondiale, entra così in una fase di maturità e consolidamento. La Norvegia, pioniere indiscusso della mobilità elettrica, diventa ora un laboratorio di riferimento per tutti quei paesi che si interrogano su come bilanciare la promozione della sostenibilità con i vincoli della finanza pubblica. L’esperienza norvegese sarà osservata con attenzione dagli addetti ai lavori, pronta a offrire spunti e soluzioni per affrontare la sfida globale della transizione ecologica.

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