Può una Ferrari F40 rivelarsi un abbaglio economico? Sì

La vendita all'asta del 2014 di una Ferrari F40 appartenuta a Pierluigi Martini dimostra la forte rivalutazione del mercato auto d'epoca e potenziali plusvalenze

Può una Ferrari F40 rivelarsi un abbaglio economico? Sì
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Fabrizio Caratani
Pubblicato il 4 dic 2025

Il fenomeno della rivalutazione delle supercar storiche rappresenta uno dei capitoli più affascinanti del collezionismo automobilistico contemporaneo. Un esempio particolarmente eloquente è quello della Ferrari F40 del 1991, identificata dal telaio n. ZFFGJ34B000089889, che incarna perfettamente questa trasformazione del mercato. Nel febbraio 2014, questa vettura straordinaria è stata battuta all’asta da Artcurial durante il celebre Rétromobile di Parigi con un prezzo iniziale di 644.872 euro. Oggi, lo stesso esemplare è stimato a oltre 3 milioni di euro, rappresentando una plusvalenza che supera ampiamente i 2 milioni di euro e certificando come le eccezioni di guadagno nel settore siano ormai diventate la norma.

Un apprezzamento straordinario

Dietro questo apprezzamento straordinario si nascondono motivazioni ben radicate nella struttura profonda del mercato auto d’epoca. La percezione collettiva ha subito una metamorfosi radicale negli ultimi dieci anni: le supercar degli anni ’80 e ’90, una volta considerate periferiche rispetto ai classici anteguerra, hanno conquistato una posizione centrale nella ricerca ossessiva dei collezionisti più consapevoli. Questa transizione non è casuale, ma risponde a fattori concreti e tangibili che modificano costantemente gli equilibri della domanda e dell’offerta.

Tra questi fattori primeggia la scarsità crescente di veicoli analogici in condizioni eccellenti. L’accelerazione verso la mobilità elettrica e l’inasprimento progressivo delle normative ambientali hanno creato una situazione dove gli esemplari dotati di motori tradizionali, soprattutto se performanti e rari, acquisiscono sempre maggiore rilevanza collezionistica. Le supercar costruite con la passione e la maestria meccanica degli ultimi decenni del ventesimo secolo rappresentano ormai monumenti a un’era irreversibilmente conclusa. Questo elemento nostalgico, abbinato alla realtà fisica della scarsità, genera dinamismi di prezzo particolarmente favorevoli per chi possiede esemplari autentici.

La qualità della documentazione e della provenienza emerge come elemento discriminante nella definizione del valore reale. Nel caso specifico della Ferrari F40 di cui parliamo, la storia legata a Pierluigi Martini, celebre pilota di Formula 1, e il certificato Ferrari Classiche hanno rappresentato fattori di attrazione decisivi. I collezionisti consapevoli privilegiano sempre l’autenticità certificata e la tracciabilità incontestabile della proprietà precedente, consapevoli che questi elementi proteggono l’investimento nel tempo.

Bisogna restare cauti

Le case d’asta internazionali di rilievo, tra cui Artcurial, Gooding, RM Sotheby’s e Bonhams, hanno giocato un ruolo cruciale nel creare un mercato globalizzato dove i rilanci competitivi frequentemente superano le stime iniziali. Questo fenomeno conferma la solidità della domanda sottostante e l’attrattiva crescente delle manifestazioni specializzate, trasformando ogni asta in un evento potenzialmente determinante per le valutazioni future.

Tuttavia, gli esperti del settore mantengono giustamente una posizione equilibrata e cauta. La volatilità rimane elevata, alimentata dall’ingresso di investitori con orizzonti temporali brevissimi. Pur essendo innegabili i precedenti di rivalutazione notevole, il passato non garantisce mai risultati futuri identici. I costi di mantenimento, la disponibilità crescente di componenti di ricambio e le dinamiche economiche generali rappresentano variabili troppo significative per essere trascurate.

La lezione finale che emerge è crystallina: per chi valuta il mercato con intenti finanziari, la dovuta diligenza sulla provenienza, la storia manutentiva meticulosa e l’orizzonte temporale ben definito rimangono fondamentali. La Ferrari F40 di Pierluigi Martini testimonia concretamente le opportunità di guadagno straordinario, ma sottolinea contemporaneamente l’importanza irrinunciabile della ricerca accurata prima di qualunque decisione d’acquisto.

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