Ai 18enni non frega nulla della patente, meglio il passaggio di papà

Sempre meno giovani conseguono la patente a 18 anni. Bonus Patente 2025 fino a 2.500€ per patenti professionali e aumenti per la patente B dal 1° novembre 2025

Ai 18enni non frega nulla della patente, meglio il passaggio di papà
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Renato Terlisi
Pubblicato il 4 dic 2025

Una trasformazione profonda sta ridisegnando il modo in cui i giovani italiani concepiscono gli spostamenti quotidiani. I numeri raccontano una storia affascinante: solo il 43,3% dei diciottenni considera importante il conseguimento della patente, mentre il 39,9% desidera possedere un’auto personale. Ancora più significativo è il dato relativo alla mobilità intermodale: il 62% dei ragazzi under 35 utilizza almeno due mezzi di trasporto differenti. Questi indicatori fotografano un’evoluzione radicale nelle abitudini di spostamento degli italiani più giovani, che abbandona il modello automobilistico tradizionale per abbracciare soluzioni composite e sostenibili. Per urbanisti e ambientalisti si tratta di un successo tangibile, mentre per il settore logistico e dei trasporti rappresenta un campanello d’allarme preoccupante. Il governo risponde con il Bonus Patente 2025 destinato alle patenti professionali, ma contemporaneamente, da novembre, i costi per la patente B subiranno un incremento superiore ai 100 euro, creando una situazione contraddittoria.

Un contrasto col recente passato

Il contrasto con il recente passato risulta straordinario. Nel 2011 il 95% dei giovani conseguiva la patente al compimento della maggiore età; oggi questa percentuale è crollata al 46%, con molti che procrastinano il conseguimento di anni. A guidare questo declino è una vera e propria rivoluzione nelle preferenze di mobilità intermodale: oltre la metà dei giovani si muove a piedi attraverso le città, il 45,8% affida gli spostamenti ai mezzi pubblici e il 28,2% sceglie la bicicletta come principale mezzo di locomozione. Perfino fra chi continua a utilizzare l’automobile privata emerge una dipendenza significativa dal nucleo familiare, con il 44% degli utenti che si fa accompagnare dai genitori. Questa tendenza non rappresenta semplicemente un rifiuto della guida autonoma, bensì una riconsiderazione complessiva del ruolo dell’auto privata nella vita urbana e nella quotidianità.

Un elemento apparentemente paradossale complica ulteriormente il quadro della situazione: tra il 2004 e il 2024 le patenti totali rilasciate in Italia hanno registrato un incremento del 29%. L’interpretazione di questo apparente contraddittorio riposa su una spiegazione precisa: l’aumento sostanziale riguarda i cittadini stranieri, mentre diminuiscono costantemente quelle rilasciate ai giovani italiani nati e cresciuti nel territorio nazionale. Si configura quindi una trasformazione selettiva e differenziata, tutt’altro che un collasso generalizzato del fenomeno.

Come fare a incentivare la patente

Di fronte a questa dinamica in evoluzione, gli orientamenti politici si frammentano in direzioni contrapposte. Da una parte, il Bonus Patente 2025 mette a disposizione risorse fino a 2.500 euro per incentivare i giovani tra i 18 e i 35 anni al conseguimento di patenti professionali (categorie C, D, CQC), tentando di rispondere all’emergenza critica di personale specializzato nel trasporto su gomma e nel settore della logistica. Dall’altra parte, gli aumenti patente B annunciati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti renderanno significativamente più onerosa la formazione per la guida privata, generando un effetto contraddittorio che potrebbe allontanare ulteriormente i giovani dall’acquisizione di una patente tradizionale.

Le reazioni nelle comunità locali risultano nettamente polarizzate. Le amministrazioni territoriali e i promotori della sostenibilità urbana interpretano il fenomeno come una conquista concreta: metropoli più vivibili, riduzione dell’inquinamento atmosferico, rigenerazione degli spazi pedonali. Diversamente, il settore dei trasporti e le organizzazioni sindacali lanciano allarmi rilevanti: senza un rinnovamento generazionale di autisti qualificati, la capacità logistica nazionale rischia di indebolirsi significativamente, con conseguenze dirette sulla continuità e la qualità complessiva dei servizi offerti.

Un dilemma operativo

Le scuole di formazione per conducenti evidenziano un dilemma operativo concreto: gli aumenti patente B scoraggeranno chi organizza il conseguimento della patente, mentre il Bonus Patente 2025 per le categorie professionali non copre completamente le spese per le economie familiari. Il risultato è un sistema di incentivi frammentario, parzialmente contradditorio e poco coerente nei suoi obiettivi.

Lo scenario emergente si colloca in equilibrio precario tra due necessità contrapposte: quella ambientale e urbanistica, che celebra l’abbandono dell’automobile privata, e quella economico-occupazionale, che richiede manodopera competente nei settori della mobilità professionale. Le decisioni future relative ai trasporti collettivi, alle tariffe formative e alle politiche di occupazione determineranno se questo fragile equilibrio potrà mantenersi nel medio termine.

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