Crisi semiconduttori, Toyota rivede strategia sulle BEV

Carenza di semiconduttori e dazi costringono Toyota a ridurre le previsioni EV e a posticipare l'impianto batterie; Nissan e BMW segnalano tagli produttivi e margini in calo

Crisi semiconduttori, Toyota rivede strategia sulle BEV
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Giorgio Colari
Pubblicato il 11 nov 2025

Il settore automobilistico globale si trova oggi ad affrontare una delle sue sfide più complesse e articolate degli ultimi decenni. Tra semiconduttori introvabili, dazi doganali inaspriti e investimenti rimandati a data da destinarsi, l’industria è costretta a rivedere radicalmente le proprie strategie operative e di mercato. In questo scenario, le grandi case come Toyota, Nissan e BMW si muovono con cautela, rimodulando le proprie ambizioni e adattando le strategie alle nuove regole del gioco.

Toyota, in particolare, si trova al centro di questa trasformazione. Il colosso giapponese ha infatti deciso di ridurre del 10% le proprie previsioni di vendita di EV (veicoli elettrici) per l’anno fiscale in corso, abbassando il target da 277.000 a circa 250.000 unità. Non solo: il gruppo ha scelto di posticipare a tempo indeterminato la costruzione del nuovo impianto per batterie nella prefettura di Fukuoka, un progetto inizialmente programmato per il 2028 e ora rimandato a causa dell’incertezza che caratterizza il settore.

Non un caso isolato

Questo ripensamento non è un caso isolato. Anche Nissan si trova costretta a rallentare la produzione di alcuni SUV, direttamente a causa della carenza di semiconduttori forniti da Nexperia. La crisi dei componenti, infatti, colpisce a catena: Nexperia, pur essendo una società con sede nei Paesi Bassi, mantiene una parte significativa delle proprie attività produttive in Cina, esponendosi così alle crescenti tensioni geopolitiche e ai rischi legati alle forniture.

Le ripercussioni si fanno sentire anche in Europa, dove BMW segnala una contrazione dei margini operativi. La causa principale? L’intensificarsi della concorrenza e l’inasprimento delle barriere commerciali internazionali, che rendono sempre più difficile mantenere competitività, soprattutto sui modelli più avanzati dal punto di vista tecnologico.

Nonostante queste difficoltà, Toyota non abbandona il percorso verso l’elettrificazione, ma lo rimodula con pragmatismo. Nel breve periodo, la casa giapponese punta ancora con decisione sulla tecnologia Full Hybrid, considerata la soluzione più affidabile e flessibile per rispondere alle esigenze attuali del mercato. L’obiettivo è quello di concentrare il lancio dei nuovi modelli completamente elettrici, almeno inizialmente, sul marchio premium Lexus a partire dal 2027, adottando invece un approccio più cauto per il brand principale.

Crisi delle catene di approvvigionamento

La crisi delle catene di approvvigionamento si conferma il vero nodo da sciogliere. L’industria automobilistica si trova nella necessità di rivedere profondamente i propri piani produttivi, puntando su una maggiore diversificazione dei fornitori e su una strategia di integrazione verticale che consenta di ridurre la dipendenza da singoli attori o aree geografiche particolarmente esposte. Alcune aziende stanno già adottando soluzioni come l’accumulo strategico di componenti o la negoziazione di nuovi accordi internazionali per attenuare l’impatto dei dazi doganali.

Le conseguenze di questa crisi si manifestano in modo immediato per le aziende e per i consumatori. Per Nissan, la carenza di semiconduttori ha già comportato la riduzione della produzione di alcuni modelli SUV, con possibili ripercussioni sulle consegne e sulle vendite stagionali. BMW, invece, si trova a dover gestire la pressione sui margini operativi, una sfida particolarmente impegnativa nei segmenti più tecnologici.

Gli analisti concordano nel sottolineare come la crisi non riguardi solo l’offerta, ma anche la domanda. I costi in aumento per i consumatori, l’incertezza economica globale e la necessità per le aziende di ammortizzare gli investimenti nelle nuove tecnologie stanno rallentando molte decisioni strategiche, come dimostra il rinvio dell’investimento di Toyota a Fukuoka per la realizzazione delle nuove batterie.

Le possibili soluzioni

Per rispondere a questa situazione, le possibili soluzioni includono una diversificazione più spinta dei fornitori, l’integrazione verticale delle filiere, l’accumulo preventivo di componenti critici e l’apertura di tavoli di negoziazione internazionale per ridurre il peso dei dazi doganali. I governi, dal canto loro, osservano con attenzione l’evoluzione della crisi, valutando incentivi per favorire investimenti produttivi locali e misure di supporto per il comparto dei semiconduttori.

Per i consumatori, questo si tradurrà probabilmente in tempi di attesa più lunghi per le consegne e in un aumento dei prezzi, soprattutto per i veicoli con un alto contenuto elettronico. Le case automobilistiche si trovano quindi a dover bilanciare la necessità di restare competitive sui costi senza rallentare il ritmo dell’innovazione tecnologica.

Il settore automobilistico si trova così immerso in una fase di transizione senza precedenti, in cui le strategie di breve termine per fronteggiare la carenza di componenti devono essere integrate con i piani di elettrificazione a lungo termine. In questo scenario, la capacità di adattamento e la prontezza nel rivedere le strategie saranno i fattori decisivi per determinare i leader del mercato nei prossimi anni.

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