Boom moderato per le auto elettriche in Italia, ma resta il gap europeo

Ottobre 2025: le auto elettriche in Italia salgono al 4,9% di quota; 67.086 immatricolazioni nei primi 10 mesi (+28,7%). Motus-E chiede un piano nazionale per accelerare la transizione

Boom moderato per le auto elettriche in Italia, ma resta il gap europeo
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Giorgio Colari
Pubblicato il 4 nov 2025

La crescita delle auto elettriche in Italia procede, ma il ritmo rimane ben al di sotto della media europea. I dati più recenti fotografano una situazione in cui, nonostante un aumento delle immatricolazioni e segnali di interesse crescente, il nostro Paese fatica a colmare il divario con i principali mercati continentali. Il tema della quota di mercato occupata dai veicoli elettrici resta centrale, soprattutto in un contesto internazionale in rapida evoluzione e sempre più orientato alla mobilità sostenibile.

Crescono le BEV

Nel mese di ottobre 2025, le immatricolazioni di auto elettriche hanno registrato in Italia un incremento del 26,9%, raggiungendo quota 6.214 nuove vetture. Questo risultato ha permesso di toccare una quota di mercato mensile del 4,9% e di arrivare al 5,2% considerando i primi dieci mesi dell’anno. Tuttavia, il confronto con il resto d’Europa evidenzia un netto ritardo: in Francia la quota di mercato delle auto elettriche è del 22,4%, nel Regno Unito del 23,3% e la media della UE si attesta al 16,1%. Questi numeri testimoniano come la corsa italiana sia ancora lenta rispetto ai principali partner del mercato europeo.

Il distacco emerge con ancora maggiore chiarezza se si osservano i volumi complessivi: in Italia circolano attualmente 339.231 veicoli elettrici, mentre nei primi nove mesi del 2025 in Europa sono state immatricolate oltre 1,3 milioni di auto elettriche. Eppure, il mercato italiano ha fatto segnare una crescita delle immatricolazioni del 28,7% tra gennaio e ottobre, in un contesto generale non favorevole: il mercato automobilistico nazionale ha subito una contrazione dello 0,6% a ottobre e del 2,7% nei primi dieci mesi dell’anno.

Le ragioni di questo ritardo sono molteplici e intrecciano fattori economici, infrastrutturali e sociali. In primo luogo, gli incentivi all’acquisto delle auto elettriche risultano meno generosi rispetto a quelli previsti da altri Paesi europei. Inoltre, la rete di ricarica pubblica in Italia presenta ancora una distribuzione non omogenea, penalizzando soprattutto le aree meno urbanizzate. Il parco circolante, inoltre, è ancora fortemente caratterizzato da motorizzazioni tradizionali, a conferma di una transizione solo agli inizi.

Ostacoli di termine economico

A questi elementi si aggiungono ostacoli di natura economica, come il potere d’acquisto inferiore rispetto ad altri mercati e la tendenza dell’offerta di veicoli elettrici a concentrarsi nelle fasce di prezzo più elevate, rendendo difficile l’accesso per una larga parte della popolazione. Il risultato è una quota di mercato ancora limitata, nonostante la crescita delle immatricolazioni e l’interesse sempre maggiore degli automobilisti.

La necessità di un cambio di passo è sottolineata anche dagli operatori del settore. Fabio Pressi, presidente di Motus-E, ha ribadito la necessità di un piano nazionale strutturato per il comparto automobilistico, invocando un dialogo costante tra istituzioni e attori industriali. Secondo Motus-E, è fondamentale adottare misure integrate che vadano oltre i semplici incentivi all’acquisto: occorre investire nello sviluppo delle infrastrutture di ricarica, nella formazione tecnica e nel rafforzamento della filiera industriale nazionale, così da creare le condizioni per una crescita sostenibile e duratura.

Come recuperare terreno

Per recuperare terreno rispetto al mercato europeo, l’Italia dovrà agire su più fronti. I costruttori e i concessionari saranno chiamati a rinnovare l’offerta e i servizi post-vendita, adattandosi alle nuove esigenze dei clienti. Le istituzioni, dal canto loro, dovranno garantire stabilità normativa e sostenere investimenti strategici, soprattutto per accelerare il potenziamento della rete di ricarica pubblica, considerata da molti il vero ago della bilancia per convincere anche i più scettici.

Gli operatori osservano con attenzione l’evoluzione delle politiche di incentivazione, che potrebbero amplificare la crescita già in atto. L’interesse per le auto elettriche in Italia, infatti, è in costante aumento, come dimostrano i dati sulle immatricolazioni e la progressiva apertura del pubblico verso la mobilità a zero emissioni. La sfida, ora, sarà trasformare questa attenzione in una quota di mercato più significativa, adottando un approccio sistemico e coinvolgendo ogni anello della filiera: dalle istituzioni ai produttori, passando per le reti di vendita e i servizi di assistenza.

Nonostante il gap con il mercato europeo, il trend positivo delle immatricolazioni rappresenta un segnale incoraggiante. Perché la transizione energetica possa compiersi davvero, però, servirà uno sforzo collettivo e una visione di lungo periodo, capace di valorizzare le potenzialità del settore e garantire all’Italia un ruolo da protagonista nella mobilità del futuro.

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