Stellantis taglia accordi su grafite, nickel e cobalto: svolta strategica
In pochi giorni Stellantis, guidata da Antonio Filosa, ha cancellato tre contratti chiave su grafite, nickel e cobalto. La mossa riflette prudenza nella transizione elettrica, maggiore flessibilità degli approvvigionamenti e la preparazione a un nuovo piano industriale atteso entro metà 2026
In un periodo di grande fermento per il settore automotive, Stellantis compie una svolta significativa nella propria strategia di elettrificazione, scegliendo di rivedere in modo profondo gli accordi sulle forniture di materie prime essenziali per la produzione di batterie. La recente cancellazione di tre importanti contratti per la fornitura di grafite, nickel e cobalto segna un cambio di passo deciso, guidato dal nuovo amministratore delegato Antonio Filosa. Questa mossa, avvenuta nel giro di pochi giorni, sottolinea come il gruppo stia ridefinendo le proprie priorità in un contesto di mercato in rapida evoluzione e sempre più complesso.
Un nuovo annuncio
Il primo segnale concreto di questa revisione strategica è arrivato con l’annuncio, a inizio novembre, della rescissione dell’accordo con Novonix per la fornitura di 115.000 tonnellate di grafite sintetica, materiale chiave per la produzione degli anodi delle batterie. Subito dopo, sono stati interrotti anche i contratti con Alliance Nickel – relativo a forniture di solfato di nickel e cobalto – e con Westwater Resources, fornitore di materiali avanzati per anodi. Le motivazioni ufficiali fornite dal gruppo fanno riferimento a inadempienze tecniche e operative da parte dei fornitori, ma la portata delle decisioni lascia intravedere una riflessione ben più ampia, legata all’orientamento futuro della strategia di elettrificazione.
Non si tratta di un abbandono dell’elettrificazione, ma di una razionalizzazione degli impegni. In altre parole, Stellantis sta scegliendo di selezionare con maggiore attenzione i propri partner e di rivedere le condizioni degli accordi a lungo termine, in risposta a una domanda globale di veicoli elettrici meno dinamica rispetto alle attese e a un quadro normativo ancora incerto in molte aree geografiche. Questa prudenza riflette la volontà di adattarsi alle nuove esigenze del mercato, ma anche di proteggersi da rischi industriali e finanziari che potrebbero compromettere la competitività del gruppo nel medio-lungo periodo.
Revisione sulle materie prime
Parallelamente alla revisione degli accordi sulle materie prime, il gruppo ha annunciato investimenti per circa 13 miliardi di dollari negli Stati Uniti, destinati alla realizzazione di nuovi impianti produttivi focalizzati su veicoli a combustione interna e ibridi. Questa scelta testimonia un approccio più bilanciato al futuro della mobilità, dove l’elettrificazione rimane un pilastro, ma non l’unica via perseguita. In questo scenario, la maggiore flessibilità negoziale derivante dalla cancellazione dei contratti con fornitori come Novonix, Alliance Nickel e Westwater Resources permette a Stellantis di posizionarsi in modo più efficace in un mercato delle materie prime sempre più volatile e competitivo.
Naturalmente, questa strategia non è priva di rischi. La fine anticipata degli accordi può infatti minare la fiducia dei fornitori più piccoli e generare ripercussioni reputazionali. Tuttavia, il gruppo automobilistico mantiene attive alcune partnership di peso, come quella con CATL per la costruzione di una gigafactory in Spagna, e l’accordo con Leapmotor, finalizzato a rafforzare la presenza dei veicoli elettrici Stellantis nel mercato europeo. L’attenzione si concentra quindi su alleanze selettive, con partner industriali solidi e affidabili, capaci di garantire stabilità e innovazione nel lungo periodo.
Approccio cauto
Il nuovo management, guidato da Antonio Filosa, sembra voler privilegiare un approccio più cauto e pragmatico, evitando di vincolarsi con impegni eccessivamente onerosi in una fase di profonda trasformazione del settore. Questa prudenza è destinata a riflettersi anche sul prossimo piano industriale, atteso entro la metà del 2026, che dovrebbe prevedere una ricalibrazione degli obiettivi di elettrificazione fissati con il precedente piano Dare Forward 2030. In questo contesto, il gruppo intende allineare le proprie ambizioni tecnologiche alle effettive condizioni di mercato, adottando un modello di sviluppo più flessibile e sostenibile.
La vicenda delle forniture di grafite, nickel e cobalto mette in luce le sfide che la transizione energetica pone all’intera filiera automotive. Le catene di approvvigionamento europee e americane per i componenti delle batterie rischiano di subire contraccolpi, con potenziali ripercussioni sulla competitività del comparto. Tuttavia, la scelta di Stellantis rappresenta anche un segnale di maturità: l’industria si sta muovendo verso un equilibrio più pragmatico tra ambizioni green, esigenze industriali e sostenibilità economica. Il futuro dell’elettrificazione, dunque, passerà sempre più da decisioni ponderate, in cui la selezione dei partner e la gestione dei rischi diventeranno fattori chiave per il successo.