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A Torino un autista di Uber ha investito 4 taxisti

Il portavoce dei taxisti torinesi parla di investimento intenzionale, mentre il conducente di Uber lamenta di essere stato accerchiato in precedenza.

La sentenza emessa dal Tribunale di Milano non ha placato le tensioni fra tassisti ed autisti di Uber. Lo dimostra quanto accaduto alle 4 di ieri notte a Torino, all’angolo tra corso Massimo d’Azeglio e corso Marconi, dove un conducente di Uber ha investito quattro tassisti. La dinamica dell’incidente va ancora chiarita, ma Il Fatto Quotidiano riferisce che l’autista ha confessato agli inquirenti di essere stato accerchiato dai tassisti mentre faceva salire a bordo una signora.

L’uomo avrebbe premuto sull’acceleratore per paura. Federico Rolando, portavoce dei tassisti torinesi, non è della stessa opinione. “I colleghi stavano attraversando la strada. Non avevano ancora preso servizio quando sono stati investiti – spiega Rolando –. Uno di loro è rimasto agganciato all’auto ed è stato trascinato per alcuni metri. Nessuno lo ha aggredito”. I quattro sono stati ricoverati in ospedale e dimessi con prognosi fino a 10 giorni.

La Repubblica fornisce qualche dettaglio in più e rivela che l’autista di Uber è stato bloccato in piazza Castello dalla della Polizia, dopo una breve fuga. I taxisti lo avrebbero riconosciuto dopo averlo già visto in precedenza vicino ad una discoteca della zona.

UberPOP verrà bloccato in tutta Italia

UberPOP è stato bloccato in Italia

(aggiornamento del 26 maggio 2015)

UberPOP è stato dichiarato fuorilegge e verrà pertanto bloccato su tutto il territorio nazionale. Lo ha disposto il Tribunale di Milano, accogliendo i ricorsi presentati dalle associazioni di categoria dei tassisti per concorrenza sleale e violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi.

Su La Stampa leggiamo che un pool di avvocati ha presentato la settimana scorsa un ricorso cautelare ed urgente per chiedere l’oscuramento dell’applicazione, che permette a chiunque di registrarsi come autista ed usare un veicolo privato per ricevere chiamate da clienti. Claudio Marangoni, giudice della sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano, ha firmato oggi un’ordinanza tramite la quale viene accertata la concorrenza sleale.

Marangoni ha reso effettivo il blocco di UberPOP e l’inibitoria della prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale. Uber avrà 15 giorni di tempo per adeguarsi al pronunciamento, altrimenti verranno applicate una serie di penali. I legali della società californiana avranno comunque diritto a presentare ricorso.

Annullate le sanzioni ad un autista di Uber a Genova

(aggiornamento del 20 maggio 2015)

Un primo piano sull'applicazione Uber per smartphone

II giudice di pace di Genova ha annullato una sanzione nei confronti di un autista per il servizio Uber, cancellando allo stesso tempo i provvedimenti accessori ed infliggendo così una dura sconfitta ai taxisti. Le motivazioni della sentenza verranno comunicate a breve – leggiamo su Il Secolo XIX –, ma il giudice Alessandra Sesoldi ha ritenuto che il guidatore pizzicato dalla polizia municipale non fosse punibile ai sensi dell’articolo 86 del codice della Strada, quello che sanziona l’esercizio abusivo del servizio da piazza.

Per questo motivo Sesoldi ha disposto l’annullamento del verbale, revocando il sequestro del veicolo e la sospensione della patente. Il pronunciamento è significativo, dal momento che in Liguria è stata introdotta tempo fa una legge regionale piuttosto severa a tutela delle auto bianche: i consiglieri regionali votarono a larga maggioranza per cambiare la sostanza del testo unico in materia di trasporto di persone mediante servizi pubblici non di linea, secondo cui l’assegnazione o la prenotazione dei servizi è diretta esclusivamente in favore dei soggetti in possesso di regolare licenza o autorizzazione che osservino le disposizioni in materia di lavoro.

L’assegnazione dei servizi taxi – scrive ancora Il Secolo XIX – deve inoltre garantire l’indifferenziazione della stessa tra i singoli operatori licenziatari (o fra un gruppo di essi facente capo ad una stessa struttura economica) di modo che sia sempre individuato il taxi più vicino o comunque con le caratteristiche più idonee alle esigenze dell’utente.

Jon Olsson è diventato autista per Uber

(aggiornamento del 19 maggio 2015)

Non conosciamo le statistiche relative all’esperimento, ma non ci è difficile immaginare che Uber sia riuscita ad aumentare di molto il proprio numero di clienti a Stoccolma. Questo perché la società californiana ha assunto per qualche ora il noto sciatore svedese Jon Olsson, disposto ad utilizzare la sua impressionante Audi RS6 DTM per raccogliere e portare a destinazione i clienti dell’app, che mai avrebbero pensato di ricevere un trattamento così esclusivo.

Il video ci è utile inoltre per ascoltare la sinfonia prodotta dal motore V8 TFSI, che in questa versione raggiunge una potenza di almeno 950 CV: Olsson ne ha affidato l’elaborazione alla Stertman Motorsport, capace in ogni caso di aumentare la cavalleria fin oltre quota 1.000. L’impianto frenante Movit è maggiorato, il sistema di scarico viene fornito da Milltek Sport e le sospensioni hanno marca Black Titan. Specifico è anche il porta-pacchi sul tetto, mentre la carrozzeria richiama una vettura del campionato DTM.

Uber for EXPO è il sito di sconti per chi visita Milano

(aggiornamento del 15 maggio 2015)

Il logo di Uber forx EXPO

Quali sono i legami fra Uber, un servizio di colf a domicilio ed un negozio per la vendita di accessori per il benessere personale? Vi diamo un indizio: centrano EXPO 2015 e l’aggressiva politica commerciale messa in atto dalla multinazionale californiana.

Ancora nulla? La chiave di lettura per rispondere alla domanda è nel progetto Uber for EXPO, sito internet nel quale l’azienda della U fornisce ai propri clienti una serie di promozioni ed incentivi per – riportiamo dalla nota stampa – far trascorrere questi sei mesi al meglio nel cuore di Milano.

Il meccanismo è semplice. Uber ha stretto accordi con una serie di aziende o attività commerciali, divise in sette categorie tematiche: dalla ristorazione al pernottamento, dalla moda ai servizi (palestre, lavanderie), dalla bellezza personale alla vita notturna. Ciascuna azienda fornisce uno sconto, riservato però ai soli clienti dell’applicazione. Le promozioni sono valide fino al termine di EXPO, previsto il 31 ottobre.

Britney Spears lancia su Uber il nuovo singolo

I veicoli allestiti da Uber per Britney Spears

(aggiornamento del 4 maggio 2015)

Il successo dell’applicazione Uber è legato anche ad iniziative di marketing assai originali ed insolite, ideali per alimentare il passa-parola e per avvicinare il servizio a nuove fasce di clienti: i vertici dell’azienda organizzano ad esempio viaggi di elicottero e coinvolgono alcune celebrità, come ad esempio il deejay Deadmau5 e la pop star Britney Spears.

Quest’ultima ha utilizzato vetture del servizio di trasporto per lanciare il proprio ultimo singolo, intitolato Pretty Girls. Le fan losangeline dell’artista hanno avuto l’occasione di prenotare una corsa su uno specifico veicolo e di ascoltare il brano prima di chiunque altro. L’iniziativa si è svolta ieri ed è stata limitata alla città degli angeli, dov’è rimasta attiva dalle 15 alle 21. Le persone interessate hanno dovuto inserire il codice promozionale PRETTYGIRLS e prenotare una corsa, della durata massima di 30 minuti.

Con UberCHOPPER si viaggia anche in elicottero

Uber estende alla Cina un particolare servizio di trasporto, già disponibile a Città del Capo, Los Angeles e Melbourne. I clienti interessati devono ancora una volta servirsi dell’applicazione, ma in questo caso si vedranno trasportare da un elicottero EC 135 lungo un percorso turistico selezionato. L’opzione si chiama UberCHOPPER e costa 2,999 yuan, equivalenti ai nostri 450 euro.

Tale cifra include un giro in elicottero di circa 30 minuti ed il trasporto da e verso l’eliporto, a bordo di una Mercedes CLS. UberCHOPPER verrà lanciato inizialmente a Shanghai ed arriva 12 mesi dopo l’ingresso della società nel paese, ma verrà presto attivato anche a Chongqing, Wuhan e Chengdu.

La Repubblica scrive che i manager della società vogliono attirare in questo modo turisti e coppie, ma allo stesso tempo è fondamentale l’annotazione riportata su Shanghailist: la recentissima fusione fra Kuaidi e Dididache – entrambe società concorrenti di Uber – ha relegato l’app californiana ad una posizione del tutto marginale nel paese, quindi è probabile che i manager stiano pensando a soluzioni alternative per aumentare il bacino di clienti.

Uber: a Torino sull’auto fermata c’era il procuratore

I taxisti torinesi manifestano in città.

Le autorità di Torino stanno esercitando una certa pressione nei confronti del servizio Uber, mettendo nel mirino i suoi autisti ed utilizzando pure un sistema per la lettura delle targhe. L’apparecchio è servito per identificare un cittadino di origine senegalese, fermato mentre guidava una Ford Escort non in regola: la targa dell’automobile compariva non solo nella lista nera degli ipotetici autisti di Uber, ma anche nell’elenco dei mezzi già sottoposti a fermo amministrativo.

La vettura è stata immediatamente sequestrata e non ha così potuto trasportare a destinazione il suo passeggero. Quest’ultimo avrà provato un certo imbarazzo nel vedersi chiedere le generalità. Era infatti un vice procuratore onorario, ovvero – come spiegato su La Repubblica – una giudice non di carriera e non vincitrice di concorso che in alcuni processi sostituisce il procuratore (dipende però dal tipo di reato).

La donna si è giustificata confessando di “voler provare il servizio”, ma non è comunque incorsa in sanzioni: il CdS le riconosce solo per il conducente. La vicenda ci porta a domandarci se effettivamente i responsabili della società controllino i requisiti delle vetture e dei conducenti, anche attraverso una semplice visita al Pubblico Registro Automobilistico: solo in questo modo è possibile scoprire se una vettura abbia o meno le ganasce fiscali. A Torino sono già state sequestrate tredici vetture per esercizio abusivo della professione di taxista.

Il giudice dà ragione ad Uber: non è concorrenza verso taxi

Una manifestazione di Uber a Torino

Il giudice di pace di Torino ha accolto il ricorso presentato da un autista di Uber ed ha formulato una sentenza dal contenuto assai rilevante, perché introduce una distinzione fra il servizio prestato dai taxisti tradizionali ed i conducenti dell’applicazione. La Stampa spiega che Uber non fa concorrenza alle auto bianche, perché il meccanismo che ne regola il funzionamento non ha nulla a che vedere con le caratteristiche del servizio di taxi.

Per questa ragione non è possibile applicare le sanzioni previste per la violazione dell’articolo 86 del Codice della Strada, ovvero la confisca del veicolo, il ritiro della patente (per 12-18 mesi) ed una multa: il suo importo viene deciso dal prefetto e varia fra un minimo di 1.700 euro ad un massimo di 7.000 euro. Il giudice Patrizia Positano si è dunque espresso in favore di un autista fermato e multato lo scorso 6 dicembre.

A suo avviso – leggiamo ancora sul quotidiano – la multinazionale californiana, sfruttando le nuove tecnologie, offre un servizio che ancora non è regolato dalla legislazione italiana e quindi andrebbe disciplinato prima di applicare eventuali sanzioni. La sentenza ha mandato su tutte le furie i taxisti del capoluogo, che hanno subito organizzato una manifestazione di protesta nel centro della città.

I taxisti vincono a Torino: task force contro l’abusivismo

Le proteste organizzate da Uber a Torino

Il Comune di Torino organizzerà una task force contro l’abusivismo nel settore dei trasporti, accogliendo in tal modo le richieste dei taxisti e scongiurando il pericolo di uno sciopero durante l’ostensione, come minacciato nei giorni scorsi. La conferma è giunta da Walter Drovetto, rappresentante dei taxisti, presente ieri alla tavola rotonda con il sindaco di Torino ed il comandante della Polizia Municipale.

I taxisti avevano montato alcune tende davanti alla sede del comune e protestavano a gran voce contro Uber, arrivando persino a mettere in dubbio il regolare svolgimento della loro attività, proprio quando il capoluogo si appresta a vivere un periodo di grande fervore turistico: dal 19 aprile migliaia di pellegrini si recheranno per assistere all’ostensione della Sindone.

I taxisti chiedevano il sequestro di almeno 60 vetture utilizzate da conducenti di Uber, secondo quanto scritto su La Repubblica. I componenti della task force non vigileranno esclusivamente sull’abusivismo della professione, ma lavoreranno anche per studiare nuovi posteggi per taxi in prossimità delle principali attrazioni culturali e turistiche della città e per vigilare sull’assegnazione dei permessi di accesso alla zona a traffico limitato.

Cosa succede quando si litiga con un autista di Uber?

E se capitasse di litigare con un autista di Uber?

Il sito The Atlantic ha raccontato l’esperienza di una giovane e del suo gruppo di amiche, costrette da un autista di Uber ad una corsa particolarmente agitata. L’articolo ci è utile per scoprire in quali modi la società punisce i conducenti resi oggetto di reclami o lamentele. I fatti risalgono a venerdì scorso, quando Stephanie e le sue amiche decidono di recarsi ad una festa. “L’autista era un po’ strano. Andava così veloce che ha perso l’uscita dell’autostrada. Gli abbiamo chiesto di rallentare, perché aveva superato i cento chilometri all’ora lungo un tratto dove il limite era di sessanta – il racconto della giovane, ripreso da Internazionale –. Quando siamo arrivate ci ha detto di ‘scendere dalla macchina’ chiamandoci ‘troie’ e ‘stronze’ e dandomi della ‘negra’. Mi piacerebbe poter dire che avevamo fatto qualcosa per provocarlo, ma non è andata così”.

Stephanie ha sporto reclamo ad Uber la sera stessa. Si è vista rispondere domenica mattina, ma l’azienda non sembrava prestare al caso l’attenzione sperata. “La nostra indagine è stata completata e il caso è chiuso – il testo della mail –. Per favore, si ricordi che quando viaggia con Uber deve fare attenzione a non portare bottiglie di alcol aperte, perché l’autista potrebbe essere citato per guida in stato di ebbrezza”. Stephanie e le amiche avevano con se una bottiglia di vino, ma questa era chiusa in quando doveva essere regalata al padrone di casa. La ragazza contatta dei giornalisti via Twitter e gli racconta i fatti. Solo a questo punto Uber si scusa e rimborsa la corsa, pur senza rivelare eventuali provvedimenti assunti nei confronti dell’autista.

“Ho chiesto al rappresentante di Uber se poteva garantirmi che non mi sarei mai più trovata davanti quel razzista alla prossima corsa con Uber, ma lui ha risposto che non era possibile”. Il reclamo della giovane arriva però ai vertici dell’azienda e qualche giorno dopo Stephanie viene contatta dalla portavoce Jennifer Mullin, che ammette le colpe e spiega che il reclamo è stato gestito nella maniera errata. Di più: Mullin tranquillizza Stephanie e le spiega che il conducente non lavorerà più con Uber. La società ha confrontato le due versioni – l’autista ha detto che le passeggere stavano bevendo ed ha negato gli epiteti razzisti – ed analizzato i dati della corsa tramite GPS. L’autista è stato cancellato dalla piattaforma e non potrà accedervi neppure come passeggero.

Uber: l’Unione Europea studia regole

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L’Unione Europea starebbe lavorando ad un provvedimento con il quale regolare Uber a livello comunitario, scavalcando in tal modo gli organi nazionali e mettendo chiarezza su un tema privo di governance. Quale linea d’intervento sarà privilegiata? Il Financial Times non lo rivela.

Ad oggi è nota soltanto la presenza di un documento redatto dalla Commissione Trasporti dell’Unione Europea, nel quale si allude ad uno studio approfondito utile per fornire una base di competenze ai membri della commissione, che potranno quindi valutare nuove azioni a livello comunitario. Uber dovrà ovviamente rispettare i principi delle varie legislazioni nazionali, ma l’UE potrebbe stabilire nuovi e più stringenti obblighi in materia di proporzionalità, non discriminazione e libertà d’impresa.

La lettera è stata spedita alla Commissione da Violeta Bulc, politica slovena oggi Commissario europeo per i Trasporti. Bulc scrive che la legislazione relativa al servizio taxi cambia da uno stato membro all’altro e da città a città. UberPOP, ad esempio, è illegale a Bruxelles.

Assolto a Milano un conducente di UberPOP

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Il giudice di pace di Milano ha scagionato un autista 75enne di UberPOP, ritenuto non colpevole perché di fatto in buona fede. Lo racconta il Corriere della Sera, spiegando come questa sia la prima sentenza favorevole delle 49 formulate presso le aule del tribunale meneghino. I fatti risalgono al 19 novembre. A.B., italiano ed incensurato, venne fermato dagli agenti quando aveva con se alcuni passeggeri.

I Vigili gli contestarono in quell’occasione la violazione dell’articolo 86 del Codice della Strada, multandolo, sequestrandogli la vettura e sospendendogli la patente. L’uomo si era poi rivolto ai legali di Uber e gli venne consigliato di presentare ricorso.

[accordion content=” Art. 86 – Servizio di piazza con autovetture con conducente o taxi.1. Il servizio di piazza con autovetture con conducente o taxi è disciplinato dalle leggi specifiche che regolano il settore.2. Chiunque, senza avere ottenuto la licenza prevista dall’articolo 8 della legge 15 gennaio 1992, n. 21, adibisce un veicolo a servizio di piazza con conducente o a taxi è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.761 a euro 7.045. Dalla violazione conseguono le sanzioni amministrative accessorie della confisca del veicolo e della sospensione della patente di guida da quattro a dodici mesi, ai sensi delle norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI. Quando lo stesso soggetto è incorso, in un periodo di tre anni, in tale violazione per almeno due volte, all’ultima di esse consegue la sanzione accessoria della revoca della patente. Le stesse sanzioni si applicano a coloro ai quali è stata sospesa o revocata la licenza.3. Chiunque, pur essendo munito di licenza, guida un taxi senza ottemperare alle norme in vigore ovvero alle condizioni di cui alla licenza è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 83 a euro 329.” title=”L’articolo 86 del CdS”]

Che la giudice di Pace Milenca Saldarelli ha accolto: a suo avviso pesano la confusione normativa e mediatica sul caso Uber, la crisi economica (vista l’elevata cifra della multa) e l’assenza di precedenti. La Polizia Locale ha già annunciato di voler presentare ricorso. D’altra parte la general manager di Uber per l’Italia, Benedetta Arese Lucini, ha ribadito come “a questo punto sia evidente la necessità di fare chiarezza con una riforma”.

Foto | Flickr

La lite fra un poliziotto e l’autista di Uber

E’ diventato virale il filmato relativo alla lite fra un poliziotto newyorkese ed un autista di Uber, scoppiata per futili motivi e ripresa da uno fra i passeggeri che si trovano in quel momento a bordo della vettura. La discussione è nata perché l’autista di Uber avrebbe suonato il clacson ed imprecato contro Patrick Cherry, detective del New York Police Department e membro della squadra antiterrorismo dell’FBI, che stava parcheggiando l’automobile senza aver messo la freccia.

Cherry ha raggiunto la vettura di Uber ed ha chiesto i documenti all’autista, senza mai mostrare il distintivo né dichiararsi. “La gente può parcheggiare senza che tu ti intrometta, senza che tu dia la tua opinione su quello che succede – le parole dell’agente –. Da quanto tempo sei in questo paese? Ho una notizia per te: non farlo mai più! L’unica ragione per cui non sei in manette o in carcere è che ho da fare!”. L’Huffington Post rivela che l’agente è stato trasferito e privato di distintivo e pistola.

UberPOP è fuorilegge in Liguria

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La regione Liguria ha apportato una significativa modifica alla legge regionale 25/2007, che regolamenta il trasporto di persone mediante servizi pubblici non di linea e complica l’attività per gli autisti di UberPOP: il Secolo XIX spiega che l’assegnazione o la prenotazione dei servizi è diretta esclusivamente in favore dei soggetti in possesso di regolare licenza o autorizzazione che osservino le disposizioni in materia di lavoro.

Per questo motivo la fornitura di automobili per il trasporto di persone resterà esclusiva per gli operatori muniti di licenza. Il provvedimento è stato approvato con 21 voti a favore e 3 contrari.

Mi compiaccio che sia stata la Regione Liguria a prendere coscienza dell’illegalità del sistema UberPOP, prendendo una decisione in seno a un provvedimento legislativo che tutela il servizio che svolgiamo – il commento di Francesco Vernazzano, presidente Confartigianato Taxi Genova –. Ora ci aspettiamo che anche il governo intervenga e chiuda definitivamente la vicenda, ripristinando le condizioni di legalità nel nostro settore”.

La Regione Lombardia lavora ad una proposta di legge sul car sharing

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La commissione infrastrutture della Regione Lombardia sta lavorando ad una legge tesa ad introdurre nuovi obblighi nel trasporto pubblico locale. Il tema è particolarmente sensibile, dal momento che la norma punta a risolvere la confusione generata dalle piattaforme di car sharing ed a rendere più stringenti le modalità di ingaggio dei conducenti NCC. Per questo motivo è stata convocata la country manager di Uber, Benedetta Arese Lucini, intervenuta per discutere nel merito di una iniziativa al momento unica nel nostro paese. La proposta è firmata da Riccardo De Corato, consigliere di Fratelli d’Italia. Il documento punta a

regolamentare l’utilizzo di taxi ed NCC, smascherando irregolarità e sistemi di concorrenza sleale e lo fa senza andare contro la legge nazionale. E’ infatti competenza del Governo la materia sull’obbligo di rientro in rimessa degli Ncc dopo il servizio e la legge nazionale già è stata chiara.

La legge regionale vuole invece aumentare i controlli, in particolare sulle irregolarità di Uber. La app ha problemi legali in tutto il mondo, iniziati già alla sua inaugurazione nel 2009, e molti Paesi hanno già provveduto a impedire comportamenti scorretti

De Corato punta in questo modo a disciplinare il trasporto secondo i forti cambiamenti indotti dall’evoluzione tecnologica, come scrive Web News.

La prenotazione dei servizi di noleggio con conducente dovrà comunque pervenire all’operatore nella rimessa indicata nell’autorizzazione. L’operatore dovrà conservare prova delle singole prenotazioni (con dimostrazione attraverso strumenti di geolocalizzazione del veicolo e mezzi di certificazione ivi inclusa la posta elettronica certificata)

La proposta di legge sembra pertanto escludere il servizio UberPOP.

Aspetta l’auto di Uber: il tassista chiama i Vigili

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Un autista di Uber è stato multato per esercizio abusivo della professione. Scritta così la notizia desta interesse solo relativo, perché le autorità hanno da tempo intensificato i controlli sul territorio per arginare in qualche modo la popolarità dell’applicazione: tempo fa, a Milano, un driver venne fermato e multato per due volte in cinque ore.

D’ogni modo la vicenda accaduta ieri presso l’aeroporto Pertini di Caselle Torinese assume tutt’altro significativo quando scopriamo il reale svolgimento dei fatti. La Polizia Municipale di Caselle ed il nucleo taxi della Municipale di Torino sono intervenuti su richiesta della Polizia di Frontiera in servizio allo scalo, a sua volta informata da un taxista.

Questo aveva domandato poco prima a tre donne se avessero bisogno di un passaggio, ma si è sentito rispondere che avevano già contattato un’auto di Uber. Il taxista non ha tollerato l’affronto ed ha interpellato le autorità. Il driver – scrive ANSA – si è visto sequestrare l’automobile e potrebbe saldare una multa da 747 euro.

Uber: boom di iscritti durante lo sciopero di Genova, la Cgil s’infuria

Uber App

Uber – Dopo la guerra ormai infinita con i tassisti, arrivano nuove polemiche su Uber. La società ha messo a disposizione dei nuovi utenti una corsa gratis, se mostravano di essere in possesso di un abbonamento o di un biglietto per i mezzi pubblici, nella giornata di sciopero dei trasporti a Genova, prevista per martedì. I genovesi hanno gradito, registrando il 200% di iscritti in più, rispetto allo stesso giorno di una settimana fa.

Inoltre, sono aumentate anche le corse (+57%) e c’è stato un +5% di prime corse di nuovi utenti, rispetto ad altre giornate. Questa iniziativa, però, non è andata giù alla Cgil e ai lavoratori di Amt (l’azienda di trasporti genovese): “E’ lesiva nei loro confronti e del diritto costituzionale di sciopero – si legge nella nota – E’ un’operazione puramente propagandistica, di concorrenza sleale nei confronti di lavoratori e tassisti”.

Nel frattempo, Uber ha lanciato una partnership con le Nazioni Unite per creare milioni di posti di lavoro per le donne entro il 2020. Attualmente, come riportato dal Corriere della Sera, l’app conta 160mila iscritti negli Stati Uniti, di cui solamente il 14% sono donne. L’obiettivo è incrementare questo numero, nel contempo con la possibilità di sfatare il mito, secondo cui le rappresentanti del gentil sesso non sono brave al volante.

Uber: via alle auto collettive

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Uber – Nonostante le proteste, gli scioperi e le grandi polemiche con i tassisti, il servizio Uber prosegue la sua espansione. Mentre è in programma a breve il lancio anche in nuove piazze italiane, con l’espansione nell’Italia meridionale entro la fine del 2015, sono in arrivo anche nel nostro Paese altri nuovi servizi: in particolare verrà attivato Uber Pool, la possibilità di ‘raccogliere’ altri passeggeri durante il percorso.

L’auto di Uber potrà essere rintracciata direttamente tramite l’App e consentirà una riduzione della spesa, dividendo il tragitto comune per i passeggeri. Inoltre, prossimamente, sarà disponibile anche UberEATS: si tratta di un servizio per la consegna rapida del cibo, da parte di uno dei ristoranti convenzionati con i quali Uber ha raggiunto un accordo di collaborazione. Il servizio è già attivo in Europa nella città di Barcellona.

Nel frattempo, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Foglio, Uber ha presentato ricorso all’Unione Europea contro la Francia. Il paese transalpino, infatti, con una legge entrata in vigore lo scorso 1 gennaio, impedisce di diventare autisti Uber tramite il servizio UberPop. Secondo la società, questa legge contiene delle condizioni “non in linea con il diritto europeo in termini di libertà d’impresa”. La battaglia continua.

Uber: partenrship con Starwood Hotel

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Nonostante le critiche ed alcuni coni d’ombra che talvolta vengono sollevati, è indubbio come Uber sia una delle rivelazioni tecnologiche del mondo delle due ruote, e la sua ascesa continua imperterrita. Notizia di oggi è infatti l’alleanza con Starwood Hotel & Resorts Worldwide, una delle principali società alberghiere al mondo, con circa 1200 proprietà sparse in 100 paesi. Un’alleanza che prevede la possibilità congiunta di guadagnare degli Starpoints, per i soci di Starwood, qualora utilizzino Uber per spostarsi in qualsiasi località del mondo.

“Questa nuova partnership con Uber accelera la corsa verso i premi per nostri soci SPG. Si tratta semplicemente di un altro modo con cui Starwood combina ‘high tech’ e ‘high touch’ per trasformare l’esperienza di viaggio dei nostri ospiti” -queste le parole di Adam Aron, CEO di Starwood Hotels & Resorts, che ha poi proseguito “Per Starwood la collaborazione con un pioniere innovativo e avanzato come Uber è fonte di estrema soddisfazione, perché è davvero incredibile constatare come Uber abbia rivoluzionato in meglio i trasporti“.

Nella valutazione di come migliorare ulteriormente l’esperienza Uber per i nostri milioni di passeggeri in tutto il mondo, la partnership con Starwood è stata una mossa naturale. Starwood è presente nella maggior parte dei 291 centri urbani in cui opera Uber“, ha invece dichiarato Travis Kalanick, CEO di Uber.Grazie a questa collaborazione del tutto innovativa, i soci di SPG possono ora ricevere un premio in più quando utilizzano Uber, sempre e ovunque”.

Grazie a questa collaborazione, nello specifico, si possono quindi accumulare Starpoints. Basta collegare gli account di SPG e Uber esistenti nella pagina spg.com/uber, ed aver completato entro un anno solare un soggiorno idoneo, predisposto alla raccolta degli Starpoints, ovviamente presso un qualsiasi hotel Starwood dislocato nel Mondo. In questo modo, si potranno accumulare i punti, semplicemente spostandosi durante la permanenza negli Hotel.

A tutti i soci SPG sarà attribuito uno Starpoint per ogni dollaro USA speso per i passaggi con Uber durante il soggiorno. Da sottolineare come la collaborazione tra le due aziende si rivolga a tutti i mercati in cui opera Uber, tra cui Stati Uniti, Brasile, Cina ed Europa.

aggiornamento di Flavio Atzori

Arese Lucini: Si è persa un’occasione non liberalizzando il settore

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Benedetta Arese Lucini ha rilasciato un’intervista all’edizione milanese de Il Giorno, nella quale si dice aperta al dialogo ed amareggiata per la mancata deregulation nel settore dei taxi. “Da cittadina credo sia sfumata un’occasione per aumentare la qualità all’interno di un quadro di norme chiare e condivise – il commento della responsabile di Uber Italia –. Ed invece tutto è rimasto come prima, con una legge poco chiara perché scritta per un mondo che non esiste più”.

Il Governo ha introdotto novità per avvocati, notai ed istituiti bancari, ma nel disegno di legge mancavano tutte le norme destinate al trasporto pubblico locale, alle edicole, all’editoria, ai porti e soprattutto ai taxi. “Quanto ha influito la manifestazione di Torino? Sicuramente il clima è stato inasprito dalle proteste, ma non so giudicare quanto questo abbia pesato”.

Arese Lucini ritiene che “regole chiare e apertura del settore possano contribuire non solo a offrire un servizio migliore ai consumatori, ma a spostare la mobilità verso una forma sempre più integrata che rappresenta un’opportunità per tutti gli operatori del settore, compresi i tassisti. In molte città nel mondo la nostra piattaforma è aperta e lavora in collaborazione con i taxi“. Per tale motivo ritiene “fondamentale rivedere le leggi che regolano il settore per rendere più chiare le regole che definiscono gli operatori che ne fanno parte. Queste non possono solo favorire una categoria. Devono invece facilitare l’entrata nel mercato di altre soluzioni, vera garanzia per il consumatore, permettendo, ad esempio, lo sviluppo di un settore interamente low cost”.

Uber lancia a Barcellona il servizio per la consegna del cibo

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Uber ha introdotto un servizio per la consegna rapida del cibo. E’ attivo per il momento nella città di Barcellona, si chiama UberEATS e promette di recapitare un pasto in circa 10 minuti. Gli utenti devono aprire l’applicazione di Uber, raggiungere la sezione dedicata ed effettuare l’ordinazione, presso uno dei ristoranti con i quali Uber ha raggiunto un accordo di collaborazione.

Il menù cambia giorno dopo giorno, mentre il pagamento è effettuato tramite la carta di credito abbinata al profilo. L’applicazione consente di tracciare la vettura che trasporta il cibo, in maniera tale da conoscere la sua esatta posizione. Un servizio simile è già attivo in California, nella zona di Santa Monica, dove gli utenti possono ordinare fra le 11.30 e le 14.30 un menù fisso da 12 dollari. In questo caso – come già a Barcellona – il servizio è sperimentale.

Accolto il ricorso di un driver, i tassisti sul piede di guerra

Uber Taxi

Uber – Il Tribunale di Genova potrebbe aver scritto una pagina storica sulla questione Uber. Il giudice di pace Giovanni Gualandi, infatti, ha accolto il ricorso di un driver della servizio di ‘ride sharing’, che era stato sanzionato come tassista abusivo. La motivazione della sentenza arriverà nel corso della settimana, ma secondo quanto spiegato dall’ufficio stampa Uber avrebbe stabilito che “non c’è esercizio abusivo della professione”.

Se fosse confermato, significherebbe che, secondo il Giudice, il servizio Uber non è fuorilegge e, dunque, si tratterebbe di una sentenza importantissima. In Italia non potrebbe fare giurisprudenza, ma potrebbe comunque venir presa a modello per gli eventuali successivi ricorsi. Ovviamente la vicenda è stata seguita dai tassisti, da sempre in lotta contro Uber, per nulla soddisfatti della decisione del giudice di pace.

Anzi, sono già pronti a scendere nuovamente sul piede di guerra: “Ora tutto si complica – le parole di Valerio Giacopinelli, socio della Cooperativa RadioTaxi, a La StampaNoi andremo avanti, questa sentenza avrà delle conseguenze”. E si parla addirittura di “problemi di ordine pubblico” non solo riferiti alla categoria dei tassisti, “ma anche gli autisti Ncc, quelli del servizio di noleggio auto con conducente”. La battaglia continua.

Non spetta ai comuni bloccare Uber

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Non sono i comuni a dover stabilire i termini e le modalità con i quali opporsi ad Uber. “Si devono muovere la magistratura o il governo. Noi non redigeremo alcuna ordinanza per bloccare il servizio”. Lo ha spiegato Giuliana Tedesco, Assessore alle Società Partecipate e alla Polizia Municipale per il comune di Torino, intervenuta in Consiglio Comunale nel merito della protesta sostenuta dai taxisti contro Uber.

Questo compito non può gravare sulle spalle degli amministratori locali – un passaggio del suo intervento, riportato da La Stampa –. Si devono muovere la magistratura o il governo. Ricordiamo che Uber è illegale, come ha detto il ministro Maurizio Lupi”. La posizione dell’assessore ha lasciato freddi i taxisti, che hanno confermato lo sciopero generale del 17 febbraio.

Ho ribadito che il servizio UberPOP contravviene alle regole sul trasporto pubblico – il commento di Piero Fassino, sindaco del capoluogo piemontese –. Siamo impegnati a contrastare un servizio che non rispetta le leggi. Il tema però non è un solo torinese, ma nazionale”. La questione esplose dopo il blitz organizzato dai taxisti di fronte ad un teatro, che si pensava avesse omaggiato i clienti con un buono per UberPOP.

Uber pensa alle auto a guida autonoma

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Bloomberg ha dedicato un lungo articolo per descrivere gli incroci nelle traiettorie di Google ed Uber, un tempo alleati – Big G ha investito 258 milioni di dollari nell’estate 2013 – ed oggi in rotta di collisione. Pare infatti che a Mountain View stiano pensando di lanciare un proprio servizio di trasporto passeggeri. La differenza rispetto ad Uber sta nella formula: le automobili saranno prive di un conducente fisico, sostituito da quei dispositivi per la guida autonoma a cui Google sta dedicando notevole risorse.

L’indiscrezione non è stata confermata o smentita da alcuna fonte interna all’azienda, ma un tweet pubblicato (e poi rimosso) sull’account ufficiale ironizza sulla bontà dei servizi Uber e Lyft. Big G, in questo modo, fornisce una risposta eloquente sulla materia. Uber starebbe invece pensando di entrare nel settore delle automobili senza conducente, con l’obiettivo di rendere ancor più economiche le tariffe oggi applicate: l’azienda ha stretto un accordo con la Carnegie Mellon University, al fine di sviluppare una propria tecnologia nel settore delle driverless car.

UberPOP: a Milano un autista viene fermato due volte in cinque ore

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Un autista del servizio UberPOP è stato fermato per due volte in cinque ore. Il 35enne, di origine rumena, lavorarava a Milano e guidava in entrambi i casi una vettura non di sua proprietà. I fatti risalgono alla notte fra il 24 ed il 25 gennaio, ma sono emersi soltanto ora.

La prima sanzione gli viene elevata alle 22.30, in corso Buenos Aires, quando l’uomo viene fermato per un controllo dalla Polizia stradale. Il conducente viene multato per aver infranto l’articolo 86 del Codice della Strada, che disciplina il servizio di piazza con autovetture con conducente o taxi. Per questo motivo al 35enne è stata confiscata la vettura, elevata una multa da 1.775 a 7.101 euro e sospesa la patente da quattro a dodici mesi.

Il conducente però non si è dato per sconfitto ed ha chiesto in prestito una BMW 520d, con la quale sostituire il furgoncino Volkswagen utilizzato in precedenza. Verrà fermato alle 3.20, nei pressi di via Plinio. Entrambe le automobili erano intestate a quella che Il Corriere della Sera ipotizza sia la madre dell’uomo.

Uber – Interviene il ministro Lupi: “Un problema di ordine pubblico”

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La vicenda-Uber riguardante i taxisti di Torino che hanno inscenato una vera e propria protesta nei confronti di tre automobilisti, sospettati di lavorare per l’azienda di San Francisco, continua a tenere banco. Il problema, infatti, sta diventando di ordine pubblico. A esporre la questione ci ha pensato il Ministro per le infrastrutture ed i trasporti Lupi che – come riportato da La Stampa – avrebbe scritto ad Alfano, sollevando la questione su di un clima sempre più infuocato: “Si tratta di un problema di ordine pubblico da non sottovalutare”.

La rapida espansione dell’app è un qualcosa di acclarato oramai, considerando come solo in Italia, Uber sia diventato operativo a Roma, Milano, Genova e – appunto – Torino. Per il ministro Lupi, la norma parla chiaro: “Qualsiasi app che eroghi un servizio pubblico non autorizzato compie un esercizio abusivo della professione”. In altre parole, staremmo parlando di un illecito, secondo la normativa vigente. Normativa che però risale a circa vent’anni fa e che quindi non ha una apposita regolamentazione riguardo le app.

La questione però non riguarda solo l’Italia, ma anzi, si sta espandendo a macchia d’olio in giro per il mondo, considerando come, al netto dell’espansione dell’azienda di San Francisco, stanno sorgendo sempre più paletti e problemi di varia natura. In Cina, tanto per fare un esempio, è stato deciso che le auto private non possono offrire tali servizi attraverso le applicazioni per smartphone: “Va bene l’innovazione, ma proibiamo ad auto private di utilizzare piattaforme per partecipare al business dei trasporti” fanno sapere dalla Grande Muraglia, aggiungendo che “ogni società deve rispettare le regole del mercato dei trasporti”.

Problemi dicevamo, come l’episodio sopraggiunto in India, ben più grave di quanto accaduto a Torino, dove una ragazza è stata vittima di un presunto stupro ad opera di un conducente. Conseguentemente l’autorità competente ha imposta la presenza di un pulsante di emergenza per avvertire la polizia e geolocalizzare la vettura.

Nonostante il divieto in Spagna, Francia, Olanda, Oregon, Nevada e Corea del Sud, e nonostante alcune cause legali, Uber continua però nel suo processo di espansione, puntando sull’Europa, cercando di stabilire nuove partnership e mettendo sul tavolo della questione dati come 400 mila auto in più e sopratutto 50mila nuovi posti di lavoro, secondo quanto riportato dal Ceo Travis Kalanick che, oltretutto, contrattacca nei confronti della concorrenza “Queste regole esistono perchè l’industria dei taxi vuole proteggere se stessa“.

Una polveriera che sta cominciando ad esplodere. Proprio per questo da San Francisco non vogliono farsi trovare impreparati. Secondo Bloomber, Uber avrebbe ottenuto 1,6 miliardi di dollari di nuovi finanziamenti attraverso debito convertibili acquistato dai clienti del welth management di Goldman Sachs. Soamente nello scorso mese di dicembre Uber aveva raccolto ulteriori 1,2 miliardi di dollari, per una valutazione complessiva della società pari a 41 miliardi.

Aggiornamento a cura di Flavio Atzori

A Torino taxisti in rivolta contro tre presunti conducenti di Uber

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Un centinaio di taxisti torinesi ha inscenato una manifestazione di protesta nei confronti di tre automobilisti, sospettati di lavorare per Uber e di conseguenza bloccati in malo modo. Il video girato e pubblicato da La Stampa è relativo ad un episodio verificatosi lunedì sera, davanti al teatro Colosseo, dopo lo spettacolo del comico Claudio Bisio. Fra i taxisti si è sparsa la notizia che il teatro avrebbe messo a disposizione una sorta di pacchetto, comprendente il biglietto ed un passaggio a casa tramite una vettura di Uber.

Quest’ipotesi è stata negata, ma ciò è bastato per scatenare la rabbia dei taxisti: alcuni di loro – secondo quanto scritto sul quotidiano – hanno aperto le portiere delle vetture sospette, fatto scendere i passeggeri e scattato fotografie ai documenti. I passeggeri sono stati riportati a casa in maniera gratuita. “Non volevamo danneggiare nessuno – la spiegazione di uno fra i taxisti –. Rivendichiamo solo il diritto a poter lavorare correttamente, senza essere massacrati da una concorrenza sleale”.

Ciononostante una delle tre vetture sospette si è ritrovata una ruota a terra, ed è stato necessario l’intervento delle autorità per riportare la calma. Alle 23.30, dopo circa mezz’ora, i taxisti hanno abbandonato la zona. Federico Rolando, sindacalista, ha spiegato che la manifestazione ha avuto origine spontanea. Nel capoluogo torinese è attivo solamente UberPop, mentre a Milano e Roma sono attivi i più esclusivi servizi UberBLACK ed UberVAN.

Nel 2015 Uber promette 50.000 posti di lavoro in Europa

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L’amministratore delegato di Uber ha illustrato la strategia che intende mettere in pratica nel Vecchio Continente, dove mira a rafforzare le proprie attività e ad aumentare il già ricco bacino di utenti. Travis Kalanick, intervenuto a Monaco durante la conferenza sui servizi digitali DLD, ha anticipato che l’azienda creerà 50.000 posti di lavoro già nel 2015 e contribuirà ad eliminare dalle strade ben 400.000 automobili.

Questi obiettivi verranno soddisfatti grazie ad una più stretta collaborazione con le principali città del continente. “Uber si impegna a stabilire nuovi accordi con alcune città in Europa, al fine di garantire innovazione e promuovere le caratteristiche essenziali delle città in cui operiamo” un passaggio del suo discorso, raccolto dalla BBC. Il manager concede poi una significativa apertura nel merito di una fra le norme più discusse: Kalanick si è infatti definitivo consapevole della necessità di imporre regole e controlli di sicurezza più severi nei confronti degli autisti.

Uber sta inoltre lavorando con i governi per raggiungere un compromesso su questioni legate alla sicurezza, alla competitività ed anche alla tassazione, tramite ad esempio dispositivi tecnologici: in questo modo sarà più facile scoprire eventuali precedenti commessi dagli autisti. Kalanick ha poi ammesso che è intenzione dell’azienda migliorare la comunicazione con le forze di Polizia e con le autorità.

Uber: arriva anche in Italia l’integrazione con Google Maps

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Uber – Viste le numerose polemiche e novità attraverso le quali Uber si è dimostrata l’app più chiacchierata degli ultimi mesi, l’integrazione con Google Maps è passata in secondo piano. Nelle scorse settimane Uber ha infatti introdotto l’integrazione nei servizi di navigazione di Google Maps, permettendo a chi utilizza l’app di Google di poter conoscere in maniera rapida e veloce il prezzo di una corsa con Uber ed il tempo d’attesa senza dover aprire l’applicazione dedicata. Da pochi giorni questo servizio, partito inizialmente in America, è disponibile anche in Italia. Google fornisce così ai propri utenti un nuovo metodo per confrontare le tempistiche dei mezzi pubblici ed i servizi di Uber, consentendo così di poter scegliere la soluzione che si ritiene migliore di volta in volta.

Se si ha installata l’App di Uber sul proprio smartphone Android o iPhone, basterà selezionare una destinazione in Google Maps e selezionare il percorso a piedi o l’utilizzo di mezzi pubblici e tra le diverse soluzioni proposte comparirà ance Uber se ci si trova in una città dove è attivo il servizio. Se si sceglie di optare per l’offerta di Uber, nella quale viene specificato un costo approssimativo, il tempo di viaggio ed il tempo di attesa prima che arrivi l’autista a prenderci, basta premere sull’offerta per prenotare direttamente la corsa.

Con quest’ultimo servizio Uber si conferma estremamente attiva nella ricerca di nuove soluzioni per incrementare il proprio business facilitando gli spostamenti delle persone nelle principali città di tutto il Mondo. Dopo un 2014 costellato di successi, crescite vertiginose e polemiche, anche il 2015 di Uber si appresta ad essere un anno particolarmente importante.

Uber sarà vietato anche a Taiwan?

Il Ministro dei Trasporti di Taiwan sta pensando a come bloccare l’applicazione, dal momento che non rispetta alcuni requisiti. Le perplessità vengono espresse anche da un’associazione piemontese a difesa dei consumatori.
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Uber – Le autorità di Taiwan hanno vietato l’utilizzo del software perché opera “in violazione della legge”, dal momento che i suoi autisti non possiedono una regolare licenza. E’ quanto scrive l’agenzia Ansa. Il ministro dei Trasporti starebbe inoltre pensando di introdurre un blocco del sito e dell’app, sanzione certamente più efficace e severa rispetto alle multe comminate finora: nel paese orientale Uber è stato sanzionato per 2,55 milioni di dollari taiwanesi (66mila euro), a cui vanno aggiunte le multe per ulteriori 43mila euro elevate agli autisti. A loro viene contesta tata la mancanza dei permessi fondamentali per esercitare l’attività e per trasportare passeggeri, che esporrebbe questi ultimi a problemi legati alla sicurezza.

Uber è stato di recente proibito in Francia ed in varie altre località del mondo, come ad esempio Las Vegas, Francoforte, la Spagna e l’India (dove una cliente ha denunciato lo stupro commesso all’apparenza da un autista). Le critiche al servizio di noleggio con conducente non restano lontane neanche dal nostro paese. Patrizia Polliotto, Presidente dell’unione Nazionale Consumatori del Piemonte, ritiene ad esempio che Uber debba compiere maggiori sforzi per valutare l’affidabilità del suo personale. “Uber, evidentemente, necessita di una maggior e migliore attenzione al personale – commenta Polliotto -, tant’è che i media sono pieni di vicende di cronaca le quali di certo non depongono a favore della bontà degli autori del servizio offerto, né tantomeno dell’incolumità dei passeggeri, donne in primis.

“Di certo Uber offre tariffe concorrenziali a parità di itinerari rispetto alle tradizionali auto pubbliche, ma la liberalizzazione del trasporto in tal senso dev’essere disciplinata legislativamente dall’alto perché sia realmente efficace”. Polliotto espone anche la il timore che potrebbero coltivare i clienti. “Occorre verificare la posizione di Uber circa la detenzione di regolari licenze in materia di taxi, e UNC Piemonte si interroga giustamente, a tutela dei propri iscritti, ma anche dell’intera comunità di cittadini, se vi sia il reale e concreto rischio per i consumatori di essere anch’essi passibili di sanzioni quali fruitori di un servizio non autorizzato”.

Il governo francese vieta Uber

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Dal 1 gennaio 2015 i francesi non potranno più utilizzare l’applicazione Uber. Lo ha annunciato Pierre-Henry Brandet, portavoce del ministero dell’Interno, riconducendo questa decisione all’entrata in vigore della legge Thévenoud: il viceministro per il Commercio estero è riuscito a far approvare nello scorso settembre una norma per cui la geo-localizzazione viene considerata una sorta di privilegio riservato al servizio taxi tradizionale. I legali del servizio di taxi con conducente promettono battaglia e spiegano che

la recente sentenza del Tribunale di Commercio di Parigi è l’unico pronunciamento reso sulla base della legge Thévenoud e la decisione è quella di non sospendere UberPop. Uber continuerà anche nel 2015 ad applicarsi per innovare e offrire nuove soluzioni di trasporto che siano sicure, affidabili e accessibili

Brandet non si è lasciato intimidire ed ha annunciato che il Governo manterrà fede agli impegni, confermando che l’applicazione sarà “assolutamente” vietata a breve.

La legge votata e approvata sulla regolamentazione della professione per taxi e per il noleggio auto con conducente, che entrerà in vigore il primo gennaio, è ancora più stringente

L’applicazione resta comunque nell’occhio del ciclone. Di recente il servizio è stato vietato in India (un autista è stato arrestato per stupro), in Spagna, in Brasile ed in Olanda, dopo essere già stato proibito in Germania, in Belgio ed in Thailandia. Feroci critiche giungono anche dall’Austrlia, dove sembra che le corse nella giornata di ieri siano costate molto più di quanto previsto

La Stampa rivela che durante l’attacco terroristico nella cioccolateria di Sydney, i prezzi delle corse per uscire dal centro città siano aumentate in maniera esponenziale (avrebbe addirittura raggiunto i 100 dollari australiani). Uber ha incolpato un software e l’algoritmo che lo gestisce, sviluppato per aumentare le tariffe in maniera proporzionale alla crescita dei flussi. L’azienda ha promesso rimborsi.

A Torino i Vigili sequestrano i veicoli di tre autisti Uber

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La Polizia Municipale di Torino ha ritirato le patenti e sequestrato i mezzi a tre autisti di Uber, iscritti al servizio Uber Pop e fermati quando a bordo delle rispettive automobili erano presenti alcuni clienti. Ai tre autisti è stato contestato il reato di servizio di taxi abusivo e la mancanza del certificato di abilitazione professionale (il CAP), necessario per chiunque guidi un veicolo noleggiato con servizio di autista. I fatti si sono verificati sabato nel capoluogo piemontese. Gli agenti hanno sequestrato un Fiat Scudo, una Lancia Delta ed un Suzuki Vitara. Le due automobili verranno sottoposte a fermo amministrativo, mentre al conducente del furgone è stato notificato un sequestro finalizzato alla confisca: la sua colpa, come scrive La Repubblica, è quella di aver utilizzato una vettura

immatricolata come autocarro e non come mezzo ad uso privato, come sarebbe previsto dalle stesse regole previste da Uber per diventare autista: questo metterebbe a rischio da eventuali risarcimenti da parte delle assicurazioni in caso di incidenti per i trasportati

Per lui è scattata anche una multa di 2.210 euro. Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber Italia, ha garantito sostegno ai conducenti ed ha spiegato che

assisteremo i driver nel ricorso perché non è giusto che vengano colpite così duramente persone che partecipano attivamente a migliorare la mobilità della propria città

I vigili hanno già promesso di non voler interrompere i controlli. La loro strategia per individuare i trasgressori non può comunque rivelarsi infallibile, dal momento che non sono autorizzati a mandare un agente in borghese sulle vetture. Per questo motivo La Stampa rivela che

possono solo intervenire sulla strada, con un controllo. Serve qualcuno che faccia una soffiata. Ma di questo, in via Bologna (dove ha sede il comando, nda), nessuno vuole parlare. Forse, perché i sequestri sono appena incominciati

Uber continua l’espansione con nuove alleanze in Sud America

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Uber sembra davvero essere inarrestabile. Nonostante i vari problemi che il servizio continua ad avere, con lo stato americano del Nevada che ha bloccato seccamente le operazioni dell’App di noleggio con conducente, Uber continua a crescere espandendosi verso nuovi mercati e proponendo sempre nuovi servizi. Nelle scorse ore è infatti emersa la notizia dell’alleanza tra Uber e America Movil, il principale operatore di telefonia del Sud America che vanta oltre 270 milioni di clienti abbonati. A capo di America Movil c’è Carlos Slim, il secondo uomo più ricco del Mondo, che ha deciso di appoggiare Uber con un piano di servizi dedicato che porterà ad una sicura espansione sudamericana dell’App più chiacchierata degli ultimi anni.

Questo a partire dal Messico dove Uber sarà segnalata come App in evidenza su tutti gli smartphone di Telcel, l’operatore locale controllato da America Movil, con tutti gli abbonati che, per essere invitati ad utilizzare i servizi di Uber, riceveranno un buono da 150 pesos, circa 10 dollari, da spendere nella loro prima corsa. I vantaggi però non si limitano unicamente ai clienti. Anche i guidatori di Uber messicani potranno godere di una particolare scontistica sui servizi mobile offerti da Telcel, così da far ampliare nel contempo il giro d’affari sia di Uber, sia di America Movil. Stando a quanto dichiarato dall’operatore telefonico però alla base di questa intesa non vi sarebbe uno scambio di fondi, ma si tratterebbe di una semplice partnership con uno scambio reciproco di visibilità.

Tutto questo in un periodo in cui Uber è sul tetto del Mondo economico pur non essendo quotata in Borsa. Sembra infatti sempre più vicino l’obiettivo di raggiungere un valore di 41 miliardi di dollari grazie ad una nuova raccolta di capitali che presto dovrebbe portare nelle casse dell’App oltre 1.2 miliardi per quanto riguarda la rivalutazione ed altri 600 milioni di dollari come fondi ricevuti da alcuni investitori.

Uber a Dubai ti permette di guidare per 15 minuti una McLaren 650S

La filiale emiratina del marchio inglese metterà a disposizione sabato pomeriggio una serie di 650S. I clienti dell’applicazione Uber potranno guidarle per 15 minuti.

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In determinati settori insegnano che la miglior difesa è l’attacco. Questo principio vale soprattutto in ambito sportivo, ma può essere applicato anche nel mondo della comunicazione. Uber ne è l’esempio. Il servizio di trasporto automobilistico viene accusato un giorno si e l’altro pure, ma non per questo motivo abbassa la guardia o presta il fianco a tutti i suoi detrattori. L’uso dell’applicazione è vietato in Thailandia? Allora i suoi pubblicitari inventano un’iniziativa destinata a generare un’eco ancor più intenso del divieto.

Succede a Dubai, dove sabato tutti i clienti potranno richiede un test drive a bordo di una McLaren 650S. L’iniziativa è limitata solo alle persone di età superiore a 25 anni e titolari di una patente valida nell’emirato. Sabato 6 dicembre, dalle 14 alle 18, basterà lanciare l’applicazione ed inviare la richiesta. In pochi minuti giungerà al vostro indirizzo una della 650S messe a disposizione, che resterà vostra per 15 minuti – la vettura sarà comunque accompagnata da un addetto. D’ogni modo non è chiaro se a bordo dell’automobile si potrà raggiungere una certa destinazione, o se al volante della McLaren sarà possibile compiere solamente il classico giro dell’isolato.

L’iniziativa è nata con il supporto di McLaren UAE e rimane circoscritta alla Downtown o al distretto finanziario, ovvero le due zone più turistiche e patinate. Questa trovata ricorda la collaborazione organizzata con il noto dj Deadmau5, che a settembre diede un passaggio ad almeno due clienti. Anche in quell’occasione venne scelta una McLaren: era la 650S Spyder che l’artista comperò qualche settimana prima.

Uber, nuovo stop: è stato vietato in Thailandia

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Il servizio Uber continua a far discutere, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Se nel nostro Paese ci sono stati numerosi scioperi dei taxi nei mesi scorsi contro questo servizio di noleggio di auto con conducente, in Germania era arrivato lo stop da parte del Tribunale di Francoforte, lo scorso settembre. Il fermo è arrivato ora anche in Thailandia, perché il servizio “non rispetta la legislazione” del paese asiatico. Chi continuerà ad utilizzarlo, nonostante questo divieto, rischia di subire delle multe salate.

E la stessa situazione si è verificata, nei giorni scorsi, in Nevada. E’ la prima volta che Uber subisce un problema di questo tipo negli Stati Uniti, ma nello stato famoso per Las Vegas c’erano state numerose proteste nei mesi scorsi contro i servizi alternativi al taxi, come Lyft e Sidecar. La società ha ricevuto un’ingiunzione preliminare e dovrà temporaneamente sospendere le proprie attività. “Si tradurrà nella perdita di 1.000 posti di lavoro – la nota di Uber – Ma restiamo impegnati nel lavorare con le autorità, per creare norme che ne consentano l’utilizzo”.

Nonostante questi continui problemi e stop, la società non si ferma e sta proseguendo ad ampliare i propri servizi, come vi avevamo raccontato nei giorni scorsi. Le ultime novità riguardano l’integrazione dei servizi Spotify su alcune delle proprie vetture, permettendo così ai clienti di ascoltare le proprie playlist musicali mentre sono in viaggio. Un servizio attualmente attivo solamente in alcune città, ma presto verrà ampliato in tutto il mondo e dovrebbe arrivare anche sulle vetture Uber in Italia.

Uber crea nuove partnership

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In soli quattro anni Uber ha conquistato mezzo mondo, espandendosi in continuazione nonostante i problemi incontrato lungo la propria strada. Tra problemi con i taxisti e lacune all’interno della legislazione a riguardo, Uber è riuscita in meno di quarantotto mesi a crescere in maniera esponenziale, facendo molto meglio di quanto, a quattro anni dalla loro nascita, avevano fatto colossi come Facebook o Twitter. I due social network non hanno infatti iniziato subito a crescere come l’app più odiata dai taxisti, che ha fatto segnare una rapida ascesa che potrebbe presto portarla, come vi avevamo già anticipato, ad un valore di circa 40 miliardi di dollari. Se Uber decidesse poi di entrare in borsa a Wall Street, lo scenario cambierebbe ancora, con il colosso del trasporto privato che potrebbe sfiorare i 100 miliardi di dollari di valore.

Tutto questo però nella continua bufera che, praticamente a partire dal debutto dell’app, ha da sempre coinvolto Uber. Proprio negli ultimi giorni pare che l’app sia di nuovo nell’occhio del ciclone dopo che un cliente ha accusato Uber di ingannare gli acquirenti sulla divisione delle mance con gli autisti. In America Uber applica una mancia fissa del 20% sul prezzo della corsa, come si usa generalmente oltreoceano per quasi tutte le attività, dichiarando di dividere a metà tale somma con il guidatore. Ciò però sembra non esere vero visto che pare che Uber trattenga più del 50% su ogni mancia.

Nonostante questo, ed altri problemi, Uber continua ad ampliare i propri servizi e, proprio negli scorsi giorni, ha ufficializzato una partnership con un’altra azienda da sempre al centro di diverse polemiche: Spotify. Uber ha infatti integrato i servizi di Spotify su alcune delle proprie vetture, permettendo così ai clienti di ascoltare le proprie playlist preferite tramite il famoso servizio di streaming musicale. Basta infatti collegare il proprio account Uber con quello di Spotify per poi ascoltare direttamente dall’impianto audio dell’auto, le proprie canzoni preferite. Attualmente il servizio è attivo a Los Angeles, New York, San Francisco, Nashville, Londra, Stoccolma, Città del Messico, Sidney, Toronto e Singapore, ma presto arriverà in tutte le città dove è attiva l’App Uber.

Uber: in arrivo nuovi investimenti per raddoppiare il capitale?

Uber potrebbe presto raddoppiare il proprio valore arrivando attorno ai 40 miliardi di dollari, potendo così espandersi e proporre nuovi servizi.

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Dopo la notizia degli scorsi giorni che vedeva Uber in cerca di nuovi finanziatori, pare che il colosso del trasporto privato possa aver trovato un partner in grado di raddoppiare il valore della società. Uber sembra infatti pronta ad espandersi ancor di più, ma per fare questo avrà bisogno di consistenti investimenti che saranno raccolti tramite una campagna di finanziamento con obiettivo minimo fissato ad un miliardo di dollari. Nelle ultime stime, calcolate durante lo scorso mese di giugno, Uber avrebbe un valore di 17 miliardi di dollari, ma potrebbe presto veder raddoppiare tale cifra.

Al momento si tratta ancora di indiscrezioni ma, secondo quanto riportato da Bloomberg, pare che T. Rowe Price Group possa essere interessata ad investire su Uber, portando il valore della società fino ad un valore compreso tra i 35 ed i 40 miliardi di dollari. Il gruppo finanziario americano non è famoso per gli investimenti nel mondo di internet e delle nuove tecnologie ma è già stato protagonista di alcune manovre finanziarie che hanno portato 100 milioni di dollari nelle casse di Twitter e 190 milioni di dollari di finanziamenti a Facebook. Al momento né Uber né T. Rowe Price Group hanno commentato la notizia ma, vista la crescita che Uber ha mostrato negli ultimi mesi non sembra affatto imporbabile che gruppi finanziari possano essere interessati ad investire grandi cifre sulla società di San Francisco.

Se ciò dovesse veramente accadere Uber sarebbe pronto per espandere in maniera notevole i propri servizi, introducendo la propria App anche in nuove città. Nei piani di Uber c’è infatti l’espansione in mercati dove attualmente l’App non è disponibile come l’Africa e l’Europa dell’Est.

ber vuole espandersi con un miliardo di dollari di investimenti

Uber cerca nuovi finanziatori per ottenere fondi di un miliardo di dollari per ampliare ulteriormente la propria offerta.

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Uber è ancora in cerca di finanze per ampliare la propria offerta. Solo sei mesi fa veniva completata l’ultima raccolta di capitali che ha portato all’App più discussa del momento 1.2 miliardi di dollari, con Uber che veniva valutata ben 17 miliardi di dollari, una valutazione record per una società privata della Silicon Valley. Ora, secondo Uber, è giunto il momento di innalzare ulteriormente tale valutazione, cercando altri investitori per continuare l’espansione mondiale che passa anche per l’Italia dove sempre più città hanno iniziato ad ospitare, volenti o nolenti, i servizi di trasporto forniti da Uber. Nei piani dell’azienda americana c’è l’emissione di nuove azioni per raccogliere investimenti di un miliardo di dollari ed al momento sono già iniziate le trattative per permettere che ciò avvenga.

Sembra però che Uber abbia intenzione di farsi finanziare da fondi che già sostengono la società, come ad esempio TGP e Black Rock, puntando però anche verso un’importantissima espansione in Asia, con l’appoggio di nuove società orientali. Se il piano di Uber dovesse effettivamente realizzarsi senza problemi il colosso del trasporto potrebbe così avere tra le mani la bellezza di due miliardi di dollari da investire nell’espansione su nuovi mercati e nell’ulteriore miglioramento dei servizi nelle zone in cui è già presente. L’obiettivo anticipato è l’Oriente, ma Uber punta anche ad altri mercati come l’Africa e l’Europa dell’est oltre ai paesi in via di espansione dove l’offerta di trasporto deve ancora essere migliorata.

Uber attualmente opera in circa 45 paesi del Mondo ma presto dovrà affrontare nuove compagnie che stanno pian piano emergendo, dovendo, non da ultimo, scontrarsi contro leggi e regolamentazioni varie che, in alcuni stati, hanno notevolmente penalizzato il servizio. I prezzi delle corse però continuano a scendere, come abbiamo già visto negli scorsi giorni con UberPop, così Uber cerca di ampliare il proprio business anche in altri settori, iniziando a proporre in alcune città del Nord America il noleggio di biciclette o la consegna dei pasti a domicilio giusto per fare un paio di esempi.

UberPop, confiscata la prima auto a Milano

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Il servizio Uber continua a far discutere. Non solo i tassisti che l’hanno combattuto sin dal giorno del suo debutto, ritenendolo un concorrente ‘sleale’, ma ora c’è anche l’intervento della Prefettura di Milano. Infatti, come riporta il Corriere della Sera, è stata predisposta la prima confisca contro una vettura di UperPop nel capoluogo lombardo, con l’accusa di aver violato dell’articolo 86 del codice della strada, riguardante i “tassisti abusivi”. Si tratta di una Mazda6 ed era stata fermata dal reparto radiomobile della Polizia locale nella scorsa primavera.

UberPop è il servizio di Uber, che permette anche ai normali cittadini di dare un passaggio, a pagamento, a chi ne ha bisogno. Questo aveva suscitato le ire dei tassisti e, dopo giorni di protesta, il Ministero dei Trasporti l’aveva dichiarato fuorilegge. Uber si è sempre difesa parlando di “rimborso spese”, equiparando il suo servizio a quelli di carpooling. E’ per questo motivo che, nei giorni scorsi, erano state abbassate le tariffe chilometriche a Milano, in maniera da avvicinarsi a quelle suggerite dall’ACI.

Tuttavia, gli autisti che decidono di aderire a questo servizio, rischiano molto ed a livello privato: “A rispondere delle infrazioni sono loro e non la società”, hanno fatto sapere i vigili. Altre 13 vetture Uberpop sono in coda per ricevere lo stesso provvedimento e la sanzione prevista per chi viene ritenuto colpevole è di oltre 3.000 euro. Il titolare della Mazda6 in questione e gli eventuali altri colpiti da sequestro potranno fare ricorso presso il Giudice di Pace, per provare a far valere le proprie ragioni ed eventualmente farsi togliere sia la confisca che la multa.

UberPop, abbassate le tariffe a Milano

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Uber Italia abbassa le tariffe chilometriche del servizio UberPop e rende ancora più competitivi i prezzi di ogni corsa, in maniera da avvicinarsi alle tariffe suggerite dall’ACI. Per questo motivo chi a Milano dovesse raggiungere Porta Genova dalla stazione Garibaldi pagherà solo 8 euro (invece di 9.50 euro), mentre il costo del tragitto Milano centro-aeroporto di Malpensa si riduce a 35 euro (in precedenza erano 63 euro).

Lo ha confermato direttamente Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber Italia. A suo dire la decisione è maturata nel tentativo di “allinearsi a quello che noi abbiamo sempre detto essere un rimborso spese. Nell’ottica di essere collaborativi con il Comune, visto che ci era stato contestato il modo in cui abbiamo deciso di fare le tariffe, ci siano avvicinati sempre di più alle tariffe dell’ACI”. Questa strategia permetterà ai clienti di risparmiare fino al 45%.

Arese Lucini sottolinea poi come non sia intenzione dell’azienda “creare delle professioni. I driver di UberPop si mettono semplicemente a disposizione della comunità per dare un passaggio. Stiamo cercando di fare qualcosa di nuovo, buono per l’ambiente e per i consumatori”. Alla luce di questa precisazione viene spontaneo domandarsi perché servizi come ad esempio Bla Bla Car non abbiano attirato tante critiche. La manager risponde così.

Facciamo cose molto simili, la differenza è che Bla bla car si usa per le lunghe distanze ed è un’alternativa al treno, mentre UberPop è pensato per le tratte brevi e impatta in un mercato tradizionalmente molto più chiuso e regolamentato (quello dei taxi, nda)

Arese Lucini sottolinea poi come

UberPop era e rimane un mezzo per le persone che hanno un’auto e hanno bisogno di usarla. Grazie all’app ammortizzano i costi fissi, che secondo Federconsumatori sono in media quasi 7.000 euro l’anno. Così, andando o tornando dal lavoro, o se hanno un’ora libera, possono portare in giro le persone per compensare il costo dell’auto

UberPop differisce da Uber perché consente a tutti i cittadini di registrarsi come autista ed usare un veicolo privato per trasportare clienti del servizio. Il Post scrive che

nei normali servizi di Uber le auto sono guidate da autisti professionisti e con licenza; UberPop, invece, offre un servizio formalmente simile a quelli di car pooling che permettono a chi si sta per mettere in viaggio con la sua macchina di trovare qualcuno con cui dividere le spese di pedaggio e benzina. A mediare tra cliente e autista ci sarà sempre Uber, che si occuperà anche del pagamento della corsa e di garantire la qualità del servizio

I ragazzini statunitensi tornano a casa da scuola con Uber

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Un analista della società Altimeter Group è intervenuto su Bloomberg per descrivere un fenomeno che sta guadagnando popolarità in alcune zone degli Stati Uniti, strettamente legato – questa è la tesi dell’articolo – al crescente rapporto di fiducia che intercorre fra cittadini ed i servizi di sharing economy. L’esempio specifico riguarda Uber. L’applicazione viene utilizzata ormai da qualche mese per consentire agli adolescenti di muoversi una volta finito l’orario scolastico, così da tornare a casa o recarsi presso un centro sportivo anche in assenza dei genitori.

Bloomberg cita l’esempio di Rocco Danese, 13enne residente a Brooklyn, che prende la metro tutti i giorni per andare e tornare da scuola ma che si affida ad un autista di Uber per andare al campo di calcio una volta a settimana. I minorenni non possono creare un account, ma l’applicazione consente ai genitori di autorizzarli ad usare il servizio. E’ inoltre possibile scoprire le credenziali dell’autista e monitorare la corsa, mentre applicazioni come Find My Friends o Life360 captano il segnale GPS emesso dal telefono e sono utili per sapere con precisione dove si trova il figlio.

Nell’articolo non vengono comunque sottovalutate alcune questioni riguardanti il tema della sicurezza, ma Uber viene ritenuta più affidabile dei tradizionali taxi. Bloomber collega questo fenomeno con la crescente disaffezione degli automobilisti statunitensi nei confronti delle automobili. L’istituto U.S. Pirg ha reso noto qualche tempo fa i risultati di un emblematico studio: quatto anni fa ‘solo’ tre studenti delle high school su quattro (73%) avevano conseguito la patente, valore crollato rispetto all’85% del 1996.

UberTAXI debutta a Seoul: arrivano a prendervi i taxisti con licenza

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Nello scorso mese di luglio il Dipartimento dei Trasporti nella città di Seoul (Corea del Sud) ha accusato Uber di arrecare danni ai taxisti ed ha alluso ad una serie di presunte violazioni. Per questo motivo ad agosto è stato proibito il servizio UberX, decisione che segue il precedente stop ad UberBLACK. Gli amministratori della città sembrano però aver ammorbidito le proprie posizioni, ed hanno concesso giovedì una significativa apertura: l’app mette ora i comunicazione taxisti e clienti.

Le notizie in merito sono ancora poche (qui ne parla il Wall Street Journal), ma dagli scorsi giorni è attivo nella capitale coreana il servizio UberTAXI. Il funzionamento rimane invariato, ma al posto di una vettura privata arriva a prendervi un taxi regolarmente iscritto all’albo locale. Uber riconosce ai taxisti una somma di 2.000 won (1.5 euro) per corsa. La cifra non è gran ché allettante, ma i responsabili dell’applicazione hanno rivelato che i taxisti di Singapore, Tokyo ed Hong Kong lavorano dal 30% al 40% in più dopo aver aderito al servizio UberTAXI.

Una portavoce della società ha spiegato che i taxisti sono stati contattati senza l’assenso del Seoul Metropolitan Government, ma il loro contratto li autorizza a lavorare sia da liberi professionisti che da lavoratori dipendenti. UberTAXI è attivo da qualche mese anche a Londra. I prezzi delle corse rispettano le tabelle stilate dal Transport for London, il tassametro scatta solo quando inizia effettivamente la corsa ed Uber incassa una percentuale del 5%.

Milano: UberPop abbassa le tariffe

UberPop

Uber Italia ha aggiornato le condizioni del servizio UberPop, rendendo ancor più convenienti le tariffe. Il servizio, che permette ai clienti di scegliere il guidatore che preferiscono ha già indispettito i taxisti ed il comune di Milano che ha giudicato il servizio illegale. Nonostante ciò Uber Italia ha continuato a reclutare autisti, tagliando le tariffe e rendendo il servizio meno caro fino al 45% da oggi in poi, appena prima dello sciopero generale dei mezzi pubblici previsto per il 24 ottobre 2014. Tra le novità il calcolo del pagamento avverrà a seconda dei chilometri percorsi e non più unicamente a seconda del tempo impiegato, per un totale di 0.35 euro al chilometro o 20 centesimi di euro al minuto.

La tariffa base è di due euro, al quale si aggiunge il costo chilometrico o al minuto per una tariffa minima di 5 euro e con una penale di cancellazione pari a cinque euro. Ad esempio, per andare dalla Stazione Centrale di Milano all’aeroporto di Malpensa basteranno 35 euro contro i 63 euro di prima, con gli spostamenti nel centro città che risulteranno di conseguenza ancor meno costosi.

Un duro colpo ai taxisti già infuriati contro il servizio attualmente ritenuto illegale e che attende un giudizio definitivo da parte delle istituzioni che dovranno creare una legislatura a riguardo. Intanto però Uber continua ad ampliare i propri servizi, riducendo i prezzi per coinvolgere un pubblico sempre maggiore. Così come in Italia, la situazione di Uber è in bilico anche in altri paesi, con alcune città che hanno sospeso il servizio condannandolo ed altre che continuano a permettere a Uber di trasportare ogni giorno migliaia di persone.

UberPOP arriva a Milano. In Francia sono condannati anche i clienti

Arriva a Milano il servizio uberPOP, i cui prezzi sono decisamente più vantaggiosi rispetto al circuito uber: da Porta Genova alla stazione Centrale bastano 9.5 euro.

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Uber Francia è stata condannata a pagare una multa da 100.000 euro dopo aver pubblicizzato il servizio con l’espressione car pooling. In realtà il tribunale di Parigi ha sottolineato che l’azienda californiana non fornisce un servizio di questa natura – car pooling significa condividere l’auto e le spese con altri utenti –, ma svolge un servizio taxi propriamente detto.

La giustizia francese ha inoltre condannato Uber a pubblicare sul sito internet della filiale francese una nota che renda conto della condanna e menzioni il fatto che gli utilizzatori dell’offerta incriminata (uberPOP) rischiano una condanna penale. UberPOP è un servizio che potrebbe diventare familiare anche ai clienti italiani. Dall’altro ieri è stato infatti lanciato a Milano, e con l’occasione verranno scontati fino a 10 euro dalla prima corsa. La differenza fra uberPOP ed uber viene spiegata dall’azienda in questi termini.

Il servizio Uber Berlina Nera è offerto da autisti professionisti con licenza (Noleggio Con Conducente) che soddisfano le aspettative degli utenti più esigenti. uberPOP è invece un servizio di ride sharing e di economia collaborativa, dove l’individuo mette in condivisione il proprio bene (in questo caso l’auto) con chi ha l’esigenza di spostarsi nella città

I prezzi sono più vantaggiosi e vengono calcolati in base alla durata del viaggio (0.49 euro al minuto), a cui vanno aggiunti i 2.50 euro di base. La tariffa minima di ciascuna corsa è pari a 5.00 euro. Qualche esempio? La tratta Porta Genova-stazione Centrale costa 9.50 euro, quando con uber il prezzo è nell’ordine dei 24 euro; da piazza Duomo a corso Como si spendono invece 7 euro, cifra ben inferiore rispetto ai 16 euro richiesti dai conducenti di uber. A questo link sono riportate le indicazioni per diventare autista.

Alluvione Genova: Uber dona le commissioni raccolte in Italia

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Il dramma di Genova, colpita nuovamente nei giorni scorsi da un alluvione, è purtroppo sempre in primo piano e si moltiplicano gli aiuti nei confronti del comune ligure, per aiutarlo ad uscire da una situazione molto complicata. Stanno arrivando donazioni da ogni parte d’Italia e non solo, oltre agli aiuti materiali per sostenere i cittadini nel liberare strade, negozi ed abitazioni dal fango: anche Uber partecipa a questa gara di solidarietà, donando le commissioni raccolte in Italia in questa settimana, da oggi a domenica prossima.

Ci piace pensare che tutti i nostri utenti usandoci facciano qualcosa di concreto per Genova – ha dichiarato Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber in Italia – Uber non è solo un’applicazione, è una comunità”. In particolare, i proventi ricevuti nel corso di questa settimana saranno devoluti a La Band degli Orsi, onlus genovese che sostiene le famiglie dei bambini ricoverati all’ospedale pediatrico Gaslini del capoluogo ligure. Contribuendo così alla messa in sicurezza di un appartamento, dedicato all’accoglienza dei genitori dei piccoli degenti.

L’ultimo periodo ha vissuto, in tutta Italia (e non solo), nella lotta tra Uber ed i tassisti: questa volta entrambi sono impegnati nello stesso obiettivo, aiutare Genova a tornare alla normalità il più presto possibile. Così i tassisti genovesi si sono messi anche in moto per fornire un aiuto concreto alla normalità, mettendo a disposizione gratuitamente le auto per il trasporto delle persone in difficoltà. Inoltre, alcune auto da 8 posti sono state trasformate in furgoni, per portare acqua ai volontari, impegnati nell’aiuto dei commercianti alluvionati.

Uber: a Genova il Giudice di Pace restituisce le auto sequestrate

Il Giudice di Pace ha sospeso l’esecutività dei provvedimenti presi a Genova verso gli autisti di Uber, il servizio torna su strada.

Uber App

Uber vince ancora, almeno a Genova. Il Giudice di Pace avrebbe infatti sospeso l’esecutività del provvedimento dopo il ricorso presentato dai guidatori di Uber, ed appoggiato dalla multinazionale stessa, in seguito al sequestro con fini di confisca di alcune vetture la scorsa settimana con relativa sospensione della patante e multa di 1.700 euro in violazione dell’articolo 86 del Codice della Strada. Stando alle prime informazioni sembra infatti che la decisione del Giudice di Pace abbia per il momento dato ragione ad Uber, sospendendo di fatto il sequestro delle vetture utilizzate da alcuni guidatori per il servizio e riconsegnando loro la patente. Non è però ancora chiaro come verrà affrontata in futuro questa spinosa questione, con Uber che sembra intenzionata ad incontrare il Comune di Genova per mettere in chiaro a livello legislativo i servizi prestati nel capoluogo ligure.

I due autisti di Uber potranno così rientrare in possesso delle loro vetture e delle patenti, tornando così al lavoro sulle strade genovesi. I quasi 100 autisti di Uber a Genova potranno così continuare ad offrire i loro servizi ai genovesi che hanno già aderito in massa al servizio con Uber che stima che circa 5 mila persone, solo nel capoluogo ligure, abbiano già utilizzato il servizio nonostante sia arrivato solo da poco tempo nella città della Lanterna.

Certo questa decisione cambia notevolmente le carte in tavola con Uber che dovrebbe così poter continuare a svolgere i propri servizi, ma con i taxisti che si dichiarano sempre più indignati. A tal proposito il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi si è detto pronto a sviluppare una legislazione dedicata, ma quanto tempo ci vorrà ancora?

Multa di 1.700 euro per due autisti Uber a Genova

A Genova un autista di Uber è stato multato di 1.700 euro e si è visto sequestrare il proprio veicolo e sospendere la patente.

Barcelona Cabs Strike Against Uber Taxi App

A Genova un autista di Uber, la tanto chiacchierata App che permette di prenotare un’auto con conducente per essere portati da un punto ad un altro, è stato multato per 1.700 euro e si è visto sequestrare la vettura e ritirare la patente. Una pattuglia della Polizia Municipale del capoluogo ligure avrebbe infatti seguito una Volvo V50 del servizio Uber impegnata nel trasporto di un passeggero da Nervi a Pegli. Non appena l’auto si è fermata a destinazione, le Forze dell’Ordine hanno fermato l’autista, multandolo per violazione dell’articolo 86 del Codice della Strada che regola i servizi dei taxi e dei noleggi con conducente.

Oltre alla multa di 1.700 euro la Polizia Municipale ha sequestrato l’automobile ai fini di confisca, sospendendo anche la patente al guidatore. Stessa sorte anche per un altro autista di Uber che si è visto sequestrare la propria Mercedes, sospendere la patente e si è ritrovato con un verbale da 1.700 euro. Pare infatti che questi due autisti abbiano aderito al servizio UberPop, per il quale si stima vi siano un centinaio di autisti nel solo capoluogo ligure. Uber Italia si è schierata dalla parte dei propri autisti, assistendoli nel fare ricorso in quanto la sanzione appare ingiusta secondo la multinazionale della new mobility.

Il Ministro Lupi intanto si è detto pronto a studiare una legge a riguardo, con Uber che continua a diffondersi in Italia grazie a migliaia di persone che ogni giorno lo preferiscono ai taxi ed ai trasporti pubblici. Intanto però i taxisti della Penisola non stanno a guardare e negli scorsi giorni è nata it Taxi, un’App che permette di prenotare una corsa in taxi in tutta Italia.

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