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Case automobilistiche che litigano: i casi più famosi

I casi più noti di aziende automobilistiche che “litigano”

Dopo lo stop alla campagna Italia land of Panda, siamo andati a cercare quante volte in passato le case automobiliste sia state protagoniste di “bisticci” sui nomi delle vetture. Ve li elenchiamo tutti, più qualche altra “chicca” legale trovata in rete…

Fiat Gingo contro Renault Twingo: la nuova Panda rimane Panda


Forse in pochi se lo ricordano ma nel 2003 Fiat lanciò una nuova segmento B chiamata Fiat Gingo. Immediatamente i francesi di Renault fecero una causa legale ed al Lingotto decisero di ribattezzare la compatta con il nome di Fiat Panda. Tuttavia alcuni esemplari con i badge Gingo arrivarono in alcune concessionarie. Chissà se la seconda generazione della Panda avrebbe avuto lo stesso successo anche se si fosse chiamata Gingo.

Ferrari F150 contro Ford F-150: il truck batte la F1

Ferrari 150 Ford F-150
Nel 2011 Ferrari presentò la monoposto Ferrari F150 volendo celebrare i 150 anni dall’Unità d’Italia. Immediatamente Ford denunciò Ferrari in quanto l’Ovale Blu è detentore del nome Ford F-150, riuscendo a far cambiare al Cavallino Rampante, nonostante non si trattasse di un modello di produzione ma di una vettura da corsa, il nome della monoposto in Ferrari 150° Italia. Successivamente, come denominazione interna per LaFerrari, a Maranello scelsero il nome Ferrari F150.

Peugeot contro Porsche 911: l’importanza dello zero in mezzo

Porsche Peugeot
Utilizzare una famiglia di nomi di automobili che verte sulla composizione di numeri può portare confusione tra i modelli di case diverse. In passato Peugeot registrò così tutte le denominazioni di tre numeri con uno zero al centro, non permettendo così a Porsche di evolvere la propria linea di modelli dopo la 901 degli anni sessanta e costringendo il costruttore tedesco a passare alle denominazioni 993, 996, 997 e 991. Pura formalità in questo caso.

Audi Q4 contro Fiat Q4: chi la dura la vince

Audi Q3 Maserati Q4
Uno dei bisticci tra case automobilistiche più recenti è quello che ha coinvolto Audi e Fiat per l’utilizzo delle denominazioni Q2 e Q4. Il Lingotto aveva registrato negli scorsi anni questi nomi per indicare le diverse tecnologie di trazione di alcune delle proprie vetture, inizialmente Alfa Romeo ed ora anche Maserati. Nelle intenzioni di Audi però i nomi Q2 e Q4 sarebbero dovuti andare ai nuovi Suv di Ingolstadt. La questione, al momento, non è ancora risolta.

Cause legali con le auto: i casi più strani e bizzarri

Negli anni, oltre a queste vicende, sono emerse svariate cause legali, alcune delle quali fanno sorridere per le loro motivazioni.

Renault Zoe: nel 2010 un avvocato fece causa a Renault per il nome Zoe su richiesta dei genitori di alcune bambine francesi chiamate Zoe. Secondo loro utilizzare un nome di donna per una vettura sarebbe stato offensivo. Ovviamente la causa venne vinta da Renault.

Tesla S-E-X: nei programmi di Tesla, oltre al lancio delle Model S e Model X c’era anche la Tesla Model E. Subito però Ford si oppose in quanto Model E è un marchio registrato dell’Ovale Blu e la gamma tesla non potrà così mai avere i vari Model S-E-X.

Kellogg’s contro Exxon: Nel 1998 la compagnia petrolifera Exxon utilizzò come logo delle proprie stazioni di servizio una tigre. Kellog’s fece causa al colosso petrolifero in quanto la tigre di Exxon, che veniva utilizzata ormai da 30 anni, era troppo simile alla tigre Tony dei cereali. Kellog’s perse la causa.

Kia K9: inizialmente l’ammiraglia coreana doveva chiamarsi semplicemente K9 ma il nome venne cambiato in K900 a causa di un cane. In America infatti i cani robot della serie Doctor Who sono chiamati proprio K9.

Dodge Scat Pack: Scat, un marchio americano di accesori per auto, ha richiesto per quasi cinquant’anni la modifica dei nomi delle Chrysler con Scat Pack. Era infatti il 1968 quando Chrysler introdusse sulle Challenger, le Charger e altri modelli il pacchetto Scat che migliorava le performance delle vetture. Il nome Scat venne così abbandonato nel 1971, tornando alla ribalta nel 2013 nonostante l’ufficio dei brevetti americano l’avesse vietato.

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