Venticinque anni fa usciva l'ultima Fiat 126: successo da 4,6 milioni di unità

Il 22 settembre 2000 si chiude la produzione della Fiat 126. Dalla presentazione del 1972 al fenomeno sociale del Maluch: numeri, evoluzioni tecniche e memoria storica

Venticinque anni fa usciva l'ultima Fiat 126: successo da 4,6 milioni di unità
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Giorgio Colari
Pubblicato il 23 set 2025

Un’icona della mobilità popolare, un simbolo che ha attraversato generazioni e confini: la Fiat 126 rappresenta molto più di una semplice automobile. La sua storia si conclude ufficialmente il 22 settembre 2000, quando l’ultima unità esce dalla catena di montaggio polacca, segnando la fine di un’epoca che ha visto oltre 4,6 milioni di esemplari prendere vita e diventare parte integrante del paesaggio urbano e sociale europeo.

La nascita di una leggenda

Nel 1972, sotto i riflettori del Salone dell’Auto di Torino, fa il suo debutto una piccola utilitaria destinata a lasciare il segno: la Fiat 126. Frutto dell’ingegno e della matita di Sergio Sartorelli, questa vettura nasce come erede diretta della storica Fiat 500, ma porta con sé una nuova filosofia di design e funzionalità. Il progetto punta su dimensioni ultra-compatte – poco più di 3 metri – e su un peso piuma di appena 600 kg, elementi che la rendono perfetta per la mobilità cittadina e per le esigenze delle famiglie italiane dell’epoca.

Il cuore della 126 è un bicilindrico posteriore raffreddato ad aria, capace di erogare 23 CV, che nella versione aggiornata 126 Bis del 1977 arriverà a 26 CV. Questa scelta tecnica, insieme alla trazione posteriore, garantisce non solo semplicità meccanica ma anche una robustezza e una facilità di manutenzione senza pari, qualità fondamentali per un’auto pensata per democratizzare l’accesso alla mobilità.

Dal Piemonte alla Polonia: il viaggio della 126

Se le prime Fiat 126 vedono la luce nello stabilimento di Cassino, è però la Polonia a diventare il vero epicentro della sua produzione e del suo successo. A partire dal 1973, la fabbrica di Bielsko Biala inizia a produrre la vettura su larga scala, trasformandola in un fenomeno sociale senza precedenti nell’Europa orientale. Qui la 126 viene affettuosamente ribattezzata Maluch – la “piccolina” – e diventa un vero e proprio oggetto del desiderio per milioni di famiglie, simbolo di progresso e di emancipazione personale.

Il segreto della sua popolarità sta nella formula vincente che combina costi contenuti, affidabilità meccanica e una praticità insuperabile nell’uso quotidiano. La Fiat 126 diventa così il primo veicolo di proprietà per molte famiglie, un mezzo che permette di abbattere le distanze e di vivere una nuova idea di libertà e indipendenza, a prezzi finalmente accessibili.

Un ciclo vitale lungo quasi trent’anni

Nel corso della sua lunga carriera, la 126 subisce numerosi aggiornamenti, che ne migliorano le prestazioni e il comfort senza mai tradire la filosofia originaria. L’introduzione della 126 Bis, ad esempio, porta un piccolo ma significativo incremento di potenza, mentre le successive modifiche agli interni e agli accessori rendono la vettura sempre più al passo coi tempi.

La produzione italiana termina nel 1991, lasciando definitivamente il testimone alla Polonia, dove la Maluch continuerà a essere assemblata fino al 2000. Le crescenti esigenze in termini di sicurezza ed emissioni, tuttavia, segnano il destino di un progetto che, pur restando fedele a sé stesso, non può più essere aggiornato per rispondere alle nuove normative. È così che, dopo quasi trent’anni di onorata carriera, la 126 si congeda dal mercato, lasciando un vuoto che nessun’altra utilitaria saprà colmare con la stessa carica emotiva.

Un’eredità che vive ancora oggi

Oggi la Fiat 126 è molto più di un semplice ricordo: è diventata un vero oggetto di culto per collezionisti e appassionati, protagonista di raduni, restauri e progetti che ne celebrano l’unicità e il valore storico. La sua presenza nelle strade e nei garage testimonia come un’auto nata per essere semplice e accessibile possa trasformarsi in un simbolo generazionale, capace di evocare ricordi, emozioni e un senso di appartenenza collettiva.

L’eredità della Fiat 126 vive nel cuore di chi l’ha guidata, nei racconti di chi l’ha vista accompagnare i momenti più importanti della propria vita e nella cultura automobilistica europea, dove continua a essere sinonimo di libertà, ingegno e italianità. Un piccolo grande miracolo su quattro ruote che, ancora oggi, riesce a emozionare e a unire intere generazioni.

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