L’icona britannica a sei ruote che anticipò la Batmobile di Burton
Scopri la storia della Wolfrace Sonic, l'auto-show britannica degli anni '80 con sei ruote, doppio motore V8 e design ispirato ai jet. Un'icona unica
Nel panorama automobilistico britannico degli anni ’80, poche vetture hanno saputo incarnare lo spirito visionario e rivoluzionario di un’epoca come la Wolfrace Sonic. Non si tratta soltanto di una custom car nata per stupire, ma di un vero e proprio manifesto di audacia progettuale, capace di lasciare ancora oggi a bocca aperta appassionati e collezionisti. Con un investimento iniziale di 75.000 sterline, una velocità massima dichiarata di 257 km/h e una configurazione meccanica che sfida ogni convenzione, la Sonic rappresenta un unicum nella storia dell’automobile.
Tutto è iniziato negli anni ’80
Tutto ebbe inizio nel 1981, quando Barry Treacy e il celebre costruttore Nick Butler unirono le forze per dare vita a una vettura destinata a promuovere i nuovi cerchi “Sonic” della Wolfrace Wheels. Ma la loro creatura avrebbe superato di gran lunga il semplice scopo promozionale, trasformandosi in una leggenda. L’ispirazione estetica arrivava direttamente dal mondo dei jet militari, con linee tese e futuristiche che anticipavano di ben otto anni la Batmobile di Tim Burton. Non a caso, la Batmobile britannica è una delle definizioni più ricorrenti tra gli appassionati che hanno avuto la fortuna di ammirarla dal vivo.
Alla base di questo progetto straordinario vi era la mente geniale di Nick Butler, già noto per la sua esperienza nel settore aeronautico. Fu lui a ideare un telaio su misura, pensato per ospitare una configurazione a sei ruote senza precedenti: due grandi cerchi da 15 pollici al posteriore e ben quattro da 13 pollici all’anteriore, in omaggio all’innovativa Tyrrell P34 di Formula 1. Le sospensioni, mutuate dalla Jaguar E-Type e da due Triumph Dolomite, garantivano una tenuta di strada all’altezza delle ambizioni del progetto, mentre la carrozzeria realizzata interamente in fibra di vetro esaltava l’aspetto aeronautico e consentiva di contenere il peso.
Meccanica fuori dal comune
L’elemento forse più affascinante della Wolfrace Sonic resta però la sua meccanica fuori dal comune. Nel vano motore trovavano posto due propulsori Rover V8 da 3,5 litri, disposti in modo da lavorare in sinergia. Questo doppio V8 garantiva una potenza complessiva di circa 400 CV, gestiti da due cambi automatici separati. Un sistema complesso e ingegnoso, che permetteva alla vettura di scattare da 0 a 100 km/h in appena 7 secondi, numeri da vera sportiva anche secondo gli standard attuali.
L’abitacolo, invece, era una vera e propria cabina di pilotaggio. I posti di guida e passeggero erano separati, ciascuno protetto da una cupola elettrica che si apriva come quella di un jet. La strumentazione completamente elettronica, i cruscotti digitali e i pulsanti recuperati da velivoli dismessi contribuivano a creare un’atmosfera da navicella spaziale, accentuando ulteriormente il carattere unico della show car.
Aspetto davvero futuristico
Nonostante l’aspetto futuristico e le soluzioni tecniche all’avanguardia, la Wolfrace Sonic era omologata per la circolazione stradale nel Regno Unito, una rarità assoluta tra le auto da esposizione di quell’epoca. Tuttavia, dopo aver assolto al suo compito promozionale, la vettura rischiò di cadere nell’oblio. Un tentativo di restauro mal eseguito ne compromise gravemente l’integrità, fino a quando Trevor Farrington, specialista nel recupero di auto d’epoca, non decise di intraprendere un delicato intervento di rinascita.
La storia recente della Batmobile britannica si è arricchita di un nuovo capitolo quando, con il restauro all’80%, la vettura è stata battuta all’asta per oltre 55.000 dollari. Ora attende un nuovo custode che sia in grado di riportarla al suo antico splendore e completare un’opera che rappresenta il perfetto equilibrio tra follia creativa e rigore ingegneristico.
Oggi, a più di quarant’anni dalla sua creazione, la Wolfrace Sonic continua a essere un’icona indiscussa della scena automobilistica britannica. Simbolo di un’epoca in cui tutto sembrava possibile, questa custom car resta un punto di riferimento per chi sogna un’automobile senza compromessi, capace di fondere design, innovazione e pura passione in un’unica, inimitabile opera d’arte su ruote.