La berlina mai nata ma che tutti avrebbe voluto possedere

Scopri la storia della RS2 berlina di Audi: motore turbo 5 cilindri da 315 CV, prototipi basati su S2 e la decisione strategica di favorire lo sviluppo dell'A4

La berlina mai nata ma che tutti avrebbe voluto possedere
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Fabrizio Caratani
Pubblicato il 16 dic 2025

Nella storia dell’automobilismo sportivo europeo ci sono progetti che restano impressi nell’immaginario collettivo e altri che, pur avendo tutte le carte in regola per lasciare il segno, vengono archiviati prima ancora di vedere la luce. Tra questi ultimi spicca la RS2 berlina, un’auto che Audi non ha mai portato in produzione ma che, se avesse visto la strada, avrebbe potuto cambiare il corso della sportività a quattro porte negli anni Novanta. Un progetto nato per stupire, forte di numeri impressionanti: 315 CV, propulsore 5 cilindri turbo, accelerazione da 0 a 100 km/h in appena 5,2 secondi. Eppure, questa vettura rimase confinata tra i prototipi, vittima di scelte strategiche e valutazioni commerciali che privilegiarono la razionalità rispetto al cuore.

Il fascino di una berlina mai nata

Quando si parla di berlina ad alte prestazioni, il pensiero corre subito alle grandi icone degli anni Novanta. In quel periodo, Audi era pronta a rivoluzionare il segmento con una versione della RS2 che, almeno sulla carta, prometteva di essere tra le più competitive del panorama europeo. Sotto il cofano, il celebre motore 5 cilindri turbo da 2,2 litri – già protagonista sulle versioni S2 – garantiva una potenza di 315 CV e una coppia massima di 410 Nm. Numeri che, tradotti su strada, significavano una velocità massima di 262 km/h, prestazioni di assoluto rilievo per una berlina di quell’epoca.

La scelta strategica: tra passione e pragmatismo

Dietro le quinte, gli ingegneri di Audi avevano messo a punto ogni dettaglio tecnico: assetti raffinati, sistemi di raffreddamento collaudati e una trasmissione robusta, mutuata dalle migliori esperienze racing della casa di Ingolstadt. I prototipi, sviluppati sulla base della S2, erano pronti a dimostrare che la RS2 berlina non era solo un sogno, ma una concreta possibilità. Tuttavia, le analisi di mercato raccontavano una storia diversa. I vertici del marchio si trovarono davanti a un bivio: investire ingenti risorse per lanciare una nuova carrozzeria berlina, con costi produttivi elevati e prospettive di vendita incerte, oppure concentrare gli sforzi su un modello di massa destinato a ridefinire l’offerta della casa.

Fu così che la prudenza ebbe la meglio sulla passione. La decisione di accantonare il progetto della RS2 berlina fu motivata dalla necessità di puntare su un prodotto più strategico: la nuova generazione della A4. Quest’ultima, infatti, rappresentava una tappa fondamentale nella modernizzazione della gamma media, una scommessa dal potenziale commerciale ben più ampio e in grado di garantire la solidità economica del marchio in una fase cruciale della sua evoluzione.

Un’eredità tecnica che va oltre la produzione

Anche se la RS2 berlina non raggiunse mai la catena di montaggio, il lavoro svolto dagli ingegneri non andò perduto. Le soluzioni tecniche sviluppate durante la fase prototipale contribuirono ad arricchire il know-how di Audi, influenzando le successive generazioni di vetture sportive. Molte delle innovazioni concepite per questo modello trovarono applicazione su altri progetti, alimentando quella tradizione di eccellenza tecnica che ancora oggi distingue il marchio dei quattro anelli.

Nel frattempo, tra gli appassionati e i collezionisti, i pochi prototipi realizzati sono diventati vere e proprie leggende, simboli di una visione che avrebbe potuto rivoluzionare il concetto di berlina sportiva. Oggi, questi esemplari rappresentano testimonianze preziose di un’epoca in cui l’audacia ingegneristica si scontrava spesso con la necessità di strategie commerciali prudenti.

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