Un'altra profezia nefasta di Tavares: "Tesla potrebbe non durare"

Carlos Tavares mette in dubbio il futuro di Tesla e critica Volkswagen e Stellantis: la concorrenza cinese, guidata da BYD, richiede strategie industriali chiare

Un'altra profezia nefasta di Tavares: "Tesla potrebbe non durare"
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Renato Terlisi
Pubblicato il 27 ott 2025

Il futuro dell’industria automobilistica si tinge di incertezza dopo le dichiarazioni di Tavares, ex amministratore delegato di Stellantis, che ha lanciato un vero e proprio terremoto nel settore. In una recente intervista concessa a Les Echos, il manager portoghese ha avanzato una previsione destinata a far discutere: tra dieci anni, realtà come Tesla potrebbero non esistere più. Un’affermazione forte, che getta ombre sulla sopravvivenza di uno dei marchi simbolo della rivoluzione della mobilità elettrica e, più in generale, sul futuro dei costruttori occidentali sotto la pressione della crescente concorrenza asiatica.

BYD si mangerà Tesla

Al centro dell’analisi di Tavares si trova la rapida ascesa della Cina nel panorama dei veicoli elettrici. Colossi come BYD stanno guadagnando terreno grazie a una combinazione vincente di efficienza produttiva, economie di scala e una perfetta integrazione verticale della filiera. Questi elementi, secondo l’ex CEO, rischiano di mettere in crisi le fondamenta dei produttori occidentali, costringendoli a una profonda riflessione sulle proprie strategie.

Per Tesla, i rischi sono molteplici e vanno ben oltre la semplice competizione tecnologica. Da una parte, i rivali cinesi stanno affinando la loro competitività sia sul fronte dei costi sia su quello dell’innovazione, diventando sempre più aggressivi sui mercati globali. Dall’altra, pesa l’incognita rappresentata da Elon Musk, il cui coinvolgimento in progetti paralleli come SpaceX, robotica e intelligenza artificiale potrebbe sottrarre risorse e attenzione all’azienda automobilistica, esponendola a ulteriori vulnerabilità.

Ma Volkswagen non esce certo indenne dalle critiche di Tavares. Il manager individua nel gruppo tedesco l’emblema di un’industria occidentale che fatica ad adattarsi ai nuovi scenari globali. Secondo la sua analisi, la lentezza negli investimenti tecnologici e l’incapacità di rispondere efficacemente all’offensiva cinese nei mercati emergenti e nei segmenti di volume rappresentano punti deboli che potrebbero avere conseguenze fatali nel medio termine.

Le reazioni alle parole dell’ex CEO di Stellantis

L’autocritica non risparmia nemmeno Stellantis, il gruppo di cui Tavares è stato protagonista negli ultimi anni. L’ex amministratore delegato lamenta la mancanza di una chiara strategia industriale, sottolineando come il rinvio della presentazione del nuovo piano industriale e alcune recenti scelte gestionali stiano, di fatto, smantellando parte del lavoro svolto durante la sua gestione. Una presa di posizione netta, che evidenzia quanto la posta in gioco sia alta anche per i gruppi più strutturati.

Le reazioni alle dichiarazioni di Tavares non si sono fatte attendere e il dibattito tra gli esperti del settore si è acceso. Da un lato, è innegabile che i produttori cinesi, come BYD, abbiano acquisito vantaggi significativi in termini di costi e capacità produttiva. Dall’altro, realtà come Tesla possono ancora contare su punti di forza non trascurabili, tra cui il primato nel software e nella rete di infrastrutture di ricarica, elementi che rappresentano veri e propri asset strategici nella corsa alla leadership della mobilità elettrica. Nel frattempo, i gruppi consolidati come Stellantis continuano a beneficiare di risorse finanziarie e competenze industriali di rilievo, che potrebbero rivelarsi decisive nel medio-lungo periodo.

La sfida nel domani

La sfida, dunque, si gioca su molteplici fronti. Oltre alla capacità di innovazione tecnologica, sarà fondamentale il controllo delle catene di fornitura, lo sviluppo di software avanzati e la creazione di veri e propri ecosistemi attorno ai veicoli elettrici. In questo scenario, la rapidità nella riorganizzazione industriale e la capacità di mantenere elevati livelli di redditività e qualità saranno determinanti per la sopravvivenza dei costruttori occidentali.

Le parole di Tavares hanno il merito di riportare l’attenzione su un punto spesso sottovalutato: la transizione verso l’elettrico non è solo una questione di tecnologia, ma implica una trasformazione industriale e strategica profonda. Il confronto tra Occidente e Cina nell’automotive è ormai aperto e serrato, e saranno le prossime mosse a decidere chi guiderà davvero il mercato globale dei prossimi anni.

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