Stellantis ricerca la crescita di volumi: Lancia, Abarth e DS a rischio

Stellantis, con il nuovo CEO Filosa, cambia rotta: più auto vendute, meno profitti e revisione dei marchi per rilanciare Europa e Nord America

Stellantis ricerca la crescita di volumi: Lancia, Abarth e DS a rischio
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Giorgio Colari
Pubblicato il 12 dic 2025

La trasformazione strategica di Stellantis segna un nuovo corso per il colosso automobilistico, che sotto la guida del nuovo CEO Antonio Filosa abbandona l’obiettivo di massimizzare i margini di profitto per concentrare gli sforzi sulla crescita dei volumi. Questa scelta, che ribalta le logiche finora seguite dal gruppo, si rivela una risposta necessaria al calo delle quote di mercato registrato sia in Europa che in Nord America. In particolare, il management sta valutando la possibilità di razionalizzare il portafoglio dei marchi europei, con l’eventuale uscita di scena di nomi storici come Lancia, DS e Abarth, la cui presenza commerciale è ormai marginale.

Non è una svolta teorica

La svolta voluta da Filosa non è solo teorica: i primi effetti concreti sono già visibili nei dati del terzo trimestre 2024. In Nord America, le auto vendute da Stellantis hanno registrato una crescita del 6%, interrompendo una serie negativa che si protraeva da ben otto trimestri consecutivi. Secondo fonti interne riportate da Reuters, la nuova direzione prevede di puntare in modo deciso sull’aumento delle unità piazzate, anche a costo di ridurre il profitto per singolo veicolo. L’obiettivo è quello di superare le aspettative del mercato nel 2025, riportando il gruppo tra i protagonisti globali del settore.

Uno dei cardini di questa strategia è rappresentato dall’espansione delle vendite verso le società di noleggio, le flotte aziendali e gli enti governativi statunitensi. Pur trattandosi di canali che garantiscono margini inferiori rispetto al retail, questa scelta consente a Stellantis di smaltire più rapidamente le scorte presso le concessionarie, mantenere alta l’attività degli impianti produttivi e assicurare una presenza costante dei propri marchi sul mercato. Una mossa che, nel breve periodo, mira a rafforzare la posizione del gruppo senza compromettere la visibilità dei brand.

Gli USA sono fondamentali

Non sorprende, quindi, che il mercato americano sia stato identificato come priorità assoluta. A confermare questa tendenza sono gli ingenti investimenti industriali recentemente annunciati dal gruppo. Parallelamente, si assiste a una revisione al ribasso degli obiettivi relativi ai veicoli elettrici, complice anche il rallentamento delle normative sui consumi imposto dall’amministrazione Trump. La nuova linea strategica si concentra su modelli più accessibili e competitivi, in grado di rispondere alle esigenze di una clientela sempre più attenta al prezzo e meno disposta a pagare un premium per la mobilità a zero emissioni.

Tuttavia, la sfida più complessa per Stellantis si gioca sul terreno europeo, dove le sovrapposizioni di gamma rappresentano un nodo critico. L’eredità della fusione tra FCA e PSA ha generato una proliferazione di modelli simili, che spesso finiscono per cannibalizzarsi a vicenda. Se in Nord America i marchi come Ram, Dodge e Chrysler godono di un’identità forte e ben definita, il Vecchio Continente soffre di una concorrenza interna che ostacola il recupero delle quote di mercato. Per questo motivo, il CEO Filosa sta valutando seriamente la possibilità di ridurre il numero dei marchi, concentrando le risorse su quelli più solidi e riconoscibili.

I marchi a rischio

La potenziale eliminazione di brand come Lancia, DS e Abarth è una decisione che non viene presa a cuor leggero, ma che appare necessaria per garantire la sostenibilità del gruppo nel lungo periodo. In un contesto in cui la pressione competitiva aumenta e le preferenze dei consumatori si evolvono rapidamente, la capacità di adattarsi diventa un fattore determinante per la sopravvivenza e la crescita.

Il futuro di Stellantis dipenderà dalla sua abilità nel trovare un equilibrio tra efficienza produttiva, presenza internazionale e valorizzazione dei propri marchi storici. La sfida sarà riuscire a integrare la spinta sui volumi con una strategia di prodotto che eviti la dispersione di risorse e rafforzi la posizione competitiva del gruppo. Se il nuovo corso di Antonio Filosa saprà coniugare questi elementi, il gruppo potrà affrontare con successo le sfide di un settore in continua evoluzione, influenzando profondamente anche il panorama dell’automotive mondiale.

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