Abarth, sempre più conferme per il ritorno al motore a benzina

Abarth considera di riportare i motori a benzina sulla 500 Hybrid per rispondere ai clienti e contrastare il calo vendite, affrontando vincoli di spazio e raffreddamento

Abarth, sempre più conferme per il ritorno al motore a benzina
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Giorgio Colari
Pubblicato il 26 nov 2025

Il panorama automobilistico contemporaneo presenta sfide complesse per i marchi sportivi storici, e Abarth non fa eccezione. Come dichiarato ad Autocar, il rinomato marchio torinese ha espresso una posizione affatto scontata riguardo alle preferenze della clientela. Secondo la dirigenza, i consumatori continuano a desiderare intensamente i motori a benzina, spinti dalla passione per la personalizzazione e dalla voglia di trasformare i propri veicoli in progetti unici e distintivi. Questa dichiarazione acquista particolare rilevanza considerando il drastico calo delle vendite che ha seguito l’interruzione della produzione dei modelli 595 e 695, pilastri storici della gamma.

La ricerca di una via d’uscita da questa situazione critica passa attraverso lo sviluppo di una hot hatch basata sulla nuova Fiat 500 Hybrid, un’iniziativa che rappresenta un tentativo audace di riconciliare tradizione e modernità. Tuttavia, le sfide sia tecniche che commerciali risultano considerevoli, e il percorso verso una soluzione concreta rimane tutt’altro che definito o garantito.

Crisi di identità

La crisi di identità che attanaglia Abarth emerge con chiarezza dai dati di vendita attuali. L’abbandono della gamma tradizionale basata sulla propulsione a benzina ha allontanato progressivamente la clientela storica, quella comunità di appassionati fedeli che rappresentava il nucleo duro del marchio. Questa dinamica ha spinto i vertici aziendali a ripensare completamente la strategia di elettrificazione, comprendendo che la questione va ben oltre la semplice ricerca di performance numeriche. Ciò che si è perso, infatti, è una dimensione culturale profondamente radicata nell’immaginario degli enthusiast: la possibilità di eseguire lavori di tuning, di apportare modifiche meccaniche significative e di realizzare personalizzazioni estetiche che trasformano ogni automobile in un’espressione personale unica.

Le limitazioni strutturali della piattaforma costituiscono tuttavia un ostacolo di notevole entità per la realizzazione di questo ambizioso progetto. Il tre cilindri da 1,0 litri che equipaggia la 500 Hybrid non possiede la robustezza necessaria per sopportare incrementi di potenza significativi senza compromessi. Inoltre, lo spazio ristretto dello scomparto motore e l’architettura del sistema di raffreddamento, concepita principalmente per supportare la trazione elettrica, rendono straordinariamente complessa l’integrazione di propulsori più prestanti e caratterialmente sportivi.

Gli scenari proposti

Attualmente, sono tre i scenari principali sottoposti all’analisi del management. Il primo prevede il potenziamento del propulsore esistente mediante tecnologie di sovralimentazione o soluzioni ibride più sofisticate. Il secondo contempla la sostituzione del motore con un’unità esterna di maggiore prestazione. Il terzo, più radicale, riguarda lo sviluppo di un’architettura completamente personalizzata. Ciascuna opzione richiede investimenti ragguardevoli, una considerazione critica soprattutto in relazione ai volumi produttivi limitati di una nicchia specialistica come quella del tuning sportivo.

La decisione finale dovrà equilibrare con sapienza l’anima sportiva che da sempre caratterizza Abarth con i vincoli normativi sempre più stringenti imposti dall’Unione Europea sulle emissioni inquinanti e la roadmap di transizione energetica del gruppo Stellantis. Thorel ha confermato con pragmatismo che l’azienda sta effettivamente provando diverse soluzioni, ribadendo che nessuna porta è ancora stata definitivamente chiusa. Il risultato finale determinerà quale futuro attende il celebre marchio torinese nel delicato equilibrio tra fedeltà alla tradizione e necessità di innovazione.

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