La previsione di Tavares sul futuro di Stellantis non è incoraggiante
Carlos Tavares, in "Un pilota nella tempesta", avverte che Stellantis rischia di frammentarsi: Europa verso la Cina, Nordamerica verso investitori Usa
Nel cuore del dibattito sull’industria automobilistica europea si fa sempre più acceso il confronto sulle strategie future di Stellantis, colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA. Le recenti rivelazioni contenute nel libro “Un pilota nella tempesta” firmato dall’ex amministratore delegato Carlos Tavares gettano nuova luce sui rischi e sulle tensioni che attraversano il gruppo, evidenziando scenari di frammentazione che potrebbero ridisegnare il panorama dell’automotive mondiale.
Secondo Tavares, la visione unitaria del gruppo sarebbe stata compromessa da divergenze profonde sulla elettrificazione e da pressioni geopolitiche crescenti. L’ex CEO racconta come la transizione verso il veicolo elettrico abbia diviso il management, mettendo a rischio la coesione interna e alimentando il timore che Stellantis possa finire per dividersi secondo linee geografiche. Uno scenario inquietante vede la componente europea potenzialmente preda di costruttori della Cina, mentre la parte americana potrebbe essere oggetto di interesse da parte di investitori statunitensi, con General Motors tra i principali osservati speciali.
Un difficile equilibrio
Il nodo centrale, secondo il racconto di Tavares, riguarda la velocità con cui procedere sulla strada della elettrificazione. Da un lato, l’ex numero uno del gruppo spingeva per un’accelerazione decisa, ritenendo che solo così si sarebbero potute affrontare efficacemente le sfide poste dal clima e dalle nuove normative ambientali. Dall’altro, il consiglio d’amministrazione preferiva un approccio più prudente, temendo che un cambio troppo rapido potesse mettere a rischio i margini di profitto e la stabilità finanziaria del gruppo.
La successione al vertice rappresenta un altro tema cruciale. Tavares definisce la nomina di Antonio Filosa come una scelta “logica e razionale”, ma non nasconde le sue perplessità sulla capacità della nuova leadership di mantenere l’equilibrio tra i diversi interessi nazionali, con particolare attenzione a quelli francesi, da sempre molto influenti nell’architettura di governance di Stellantis.
Rischio frammentazione
Gli analisti del settore sottolineano come le preoccupazioni di Tavares non siano affatto infondate. In gioco ci sono stabilimenti produttivi, tecnologie avanzate e intere catene di fornitura che, in caso di una vera frammentazione, potrebbero essere redistribuite seguendo le logiche degli appetiti internazionali. L’eventualità di un ingresso diretto della Cina nella gestione di marchi e impianti europei, ad esempio, aprirebbe scenari ricchi di implicazioni economiche e politiche, sia per il Vecchio Continente sia per l’equilibrio globale dell’industria automobilistica.
Il dibattito sull’elettrificazione resta acceso anche tra istituzioni e osservatori: se per alcuni rappresenta una tappa obbligata per rispettare gli obiettivi climatici e le nuove regole europee, per altri richiede una strategia più graduale, in grado di assorbire gli ingenti investimenti necessari e di gestire con cautela i rischi legati a un cambiamento così radicale.
Qualsiasi ipotesi di scorporo o cessione di asset strategici, comunque, si scontrerebbe con una fitta rete di vincoli: dagli accordi con i sindacati alle normative antitrust, passando per le pressioni politiche e gli interessi degli azionisti di riferimento. Anche l’ipotesi di un ritorno sotto il controllo americano per la divisione nordamericana, magari con il coinvolgimento di General Motors, non sarebbe esente da ostacoli e resistenze.
Prossime mosse cruciali
Dal fronte politico e sindacale si levano appelli sempre più forti per l’adozione di politiche industriali in grado di salvaguardare i siti produttivi e le competenze, sottolineando come per gruppi globali la capacità di bilanciare gli interessi nazionali con le strategie aziendali sia una condizione essenziale per garantire la stabilità a lungo termine.
Gli investitori e i mercati finanziari seguiranno con attenzione le prossime mosse della nuova dirigenza, valutando la capacità di conciliare innovazione, elettrificazione e sostenibilità economica. La vicenda Stellantis si configura così come un caso emblematico delle tensioni tra visione strategica e vincoli operativi che caratterizzano oggi l’intera industria automobilistica europea.
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