Airbag Takata, stop drive per i veicoli Opel: lo dice il Tribunale

Tribunale di Torino obbliga Opel e PSA a notificare lo stop drive, fornire auto sostitutive e traino gratuito fino alla sostituzione degli airbag Takata a rischio

Airbag Takata, stop drive per i veicoli Opel: lo dice il Tribunale
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Giorgio Colari
Pubblicato il 12 dic 2025

Una decisione senza precedenti scuote il settore automobilistico: il Tribunale di Torino ha imposto il divieto di circolazione immediato per sette modelli Opel prodotti tra il 2003 e il 2018, a causa della presenza di airbag Takata difettosi. Questa misura, definita in gergo tecnico come stop drive, segna una svolta radicale nella gestione dei richiami e nella tutela della sicurezza dei consumatori italiani.

Il provvedimento arriva in seguito a una sentenza che accoglie il ricorso del Movimento Consumatori, il quale ha denunciato la scarsa efficacia delle precedenti campagne di richiamo attuate dalle società del gruppo Stellantis. Secondo il tribunale, le iniziative adottate fino ad oggi non sono state sufficienti a garantire la sicurezza di tutti i proprietari dei veicoli coinvolti, lasciando ancora su strada una percentuale significativa di auto a rischio.

I modelli interessati

Al centro della vicenda vi sono gli airbag Takata equipaggiati con propellente a base di Nitrato di Ammonio Fase Stabilizzata (PSAN), un componente che, con il tempo e in particolari condizioni ambientali, può deteriorarsi fino a causare esplosioni incontrollate. Questo difetto non solo ha generato numerosi incidenti mortali in diversi Paesi, ma ha anche messo in discussione le procedure di controllo e prevenzione adottate dalle case automobilistiche.

I modelli Opel interessati dalla misura sono: Astra H, Vectra C, Meriva B, Cascada A, Mokka A, Signum A e Zafira C. Tutti questi veicoli, commercializzati nell’arco di quindici anni, dovranno essere immediatamente fermati e non potranno circolare fino alla sostituzione del componente difettoso. Una decisione che impatta direttamente migliaia di automobilisti, costretti a ripensare la propria mobilità quotidiana.

Obblighi più stringenti

La sentenza introduce obblighi molto più stringenti rispetto al passato. Le società PSA Italia e Opel dovranno ora garantire una serie di tutele concrete per i proprietari delle auto coinvolte. Tra queste spiccano l’offerta di un’automobile sostitutiva gratuita o, in alternativa, un voucher per il car sharing, da rendere disponibili entro sette giorni dalla richiesta dell’utente. A ciò si aggiunge il servizio di traino gratuito dal domicilio fino al centro di riparazione autorizzato, per evitare qualsiasi rischio legato all’utilizzo del veicolo difettoso.

Il richiamo degli airbag Takata si trasforma così in un vero e proprio caso esemplare di come la sicurezza debba prevalere su ogni altra considerazione. La sentenza sottolinea l’importanza della trasparenza comunicativa e della tempestività organizzativa da parte delle case automobilistiche, elementi essenziali per tutelare la fiducia dei consumatori e preservare la reputazione dei marchi coinvolti.

Una campagna di richiamo in corso

Dal canto loro, le società del gruppo Stellantis hanno dichiarato di aver già avviato una nuova campagna di richiamo e di collaborare pienamente con le autorità competenti per la gestione degli interventi di assistenza e riparazione. Tuttavia, la decisione del Tribunale di Torino introduce per la prima volta in Italia un vero e proprio stop drive obbligatorio, accompagnato da precise misure di tutela a favore degli utenti.

L’impatto della vicenda va oltre il caso specifico dei modelli Opel. La pronuncia del tribunale solleva infatti interrogativi più ampi sulla responsabilità delle case automobilistiche e sulla necessità di standardizzare le procedure di richiamo per difetti potenzialmente letali. Situazioni critiche come questa richiedono non solo competenze tecniche avanzate, ma anche una capacità di risposta rapida e coordinata tra costruttori, autorità e associazioni dei consumatori.

Ai proprietari delle vetture coinvolte si raccomanda di verificare immediatamente la propria posizione presso la rete autorizzata e di rispondere prontamente alle comunicazioni ufficiali, così da poter accedere ai servizi previsti. Le associazioni dei consumatori, dal canto loro, restano a disposizione per offrire supporto e assistenza a chi dovesse incontrare difficoltà nel processo di sostituzione degli airbag Takata.

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