Tentato imbroglio all'esame teorico della patente: usava l'auricolare

A Monza un candidato è stato denunciato per aver usato un auricolare durante l'esame teorico della patente. Telefonino sequestrato; il fenomeno di frode digitale cresce

Tentato imbroglio all'esame teorico della patente: usava l'auricolare
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Giorgio Colari
Pubblicato il 14 nov 2025

Negli ultimi anni si sta assistendo a una vera e propria escalation di tentativi di frode durante l’esame teorico per il conseguimento della patente. Tecnologie sempre più sofisticate e di facile reperibilità stanno rendendo questo fenomeno una sfida crescente per le autorità preposte ai controlli. Auricolari invisibili, microcamere occultate e smartphone collegati a complici esterni sono solo alcuni degli strumenti impiegati da candidati senza scrupoli, disposti a tutto pur di superare la prova in modo illecito. Il fenomeno, tutt’altro che marginale, non si limita a una semplice violazione amministrativa, ma rappresenta un concreto rischio per la sicurezza stradale.

Non è un caso unico

L’ultimo episodio eclatante si è verificato a Monza, dove un uomo di 33 anni, di origine egiziana, è stato colto in flagrante proprio durante la sessione dell’esame teorico. A far scattare l’allarme è stato un altro candidato, che ha notato un piccolo auricolare bianco nell’orecchio dell’uomo e ha immediatamente segnalato la cosa agli esaminatori presenti in aula. A quel punto, il personale della Motorizzazione ha richiesto un controllo, ma il candidato ha cercato di sottrarsi all’ispezione rifiutandosi di rimuovere il dispositivo. Solo l’intervento della polizia ha permesso di risolvere la situazione: gli agenti hanno sequestrato uno smartphone Samsung utilizzato per comunicare in tempo reale con complici esterni e hanno proceduto con una denuncia a piede libero per frode, falsità materiale e ideologica in atto pubblico, nonché per l’utilizzo di artifici finalizzati a ottenere un atto pubblico.

Questo episodio, tuttavia, non rappresenta un caso isolato. Negli ultimi mesi, situazioni analoghe si sono ripetute in diverse sedi d’esame. Solo a luglio 2025, ancora a Monza, altri due candidati sono stati sorpresi con auricolare Bluetooth, mentre a gennaio dello stesso anno, a Trento, un candidato è stato denunciato per aver utilizzato simultaneamente un auricolare e una microcamera. Il crescente ricorso a dispositivi tecnologici di largo consumo, facilmente reperibili e a basso costo, evidenzia come esista ormai un vero e proprio modus operandi tra chi tenta di aggirare i controlli durante l’esame teorico.

Le autorità sottolineano come il rischio non sia solo di natura legale: chi ottiene la patente in modo fraudolento spesso non possiede le conoscenze minime necessarie per guidare in sicurezza, mettendo così a repentaglio la propria incolumità e quella degli altri utenti della strada. Proprio per questo motivo, molti centri d’esame hanno deciso di rafforzare le procedure di controllo, introducendo perquisizioni preventive, l’obbligo di depositare ogni dispositivo elettronico prima dell’accesso alle aule e, dove possibile, l’utilizzo di metal detector.

Conseguenze gravi

Dal punto di vista penale, le conseguenze possono essere gravi: si va dalla semplice violazione regolamentare fino a veri e propri reati, tra cui la falsità in atti pubblici. Le associazioni che si occupano di sicurezza stradale insistono sull’importanza di affiancare ai controlli anche campagne informative rivolte ai candidati, per ricordare che la patente non è solo un documento, ma una certificazione di competenza e responsabilità personale. Fondamentale, in questa battaglia, è anche la tempestività delle segnalazioni: come dimostra il caso di Monza, la denuncia di un altro candidato è stata decisiva per fermare la frode e garantire la regolarità dell’esame teorico.

Anche le autoscuole sono chiamate a svolgere un ruolo attivo: è necessario che vigilino con attenzione sui propri allievi e che non esitino a denunciare comportamenti sospetti o irregolari. Solo attraverso una collaborazione tra istituzioni, operatori del settore e cittadini sarà possibile arginare un fenomeno che rischia di minare la fiducia nel sistema di rilascio delle patente e, soprattutto, di compromettere la sicurezza sulle nostre strade.

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