Stellantis sotto pressione, tutti i modelli coinvolti in un richiamo
Nel 2025 Stellantis richiama centinaia di migliaia di veicoli per perdita di carburante, batterie Samsung SDI a rischio incendio, airbag Takata e problemi software: numeri, modelli e precauzioni
Nel 2025 il gruppo Stellantis si trova al centro di una tempesta senza precedenti nel settore automotive: oltre 700.000 veicoli sono stati richiamati a livello globale a causa di gravi difetti di sicurezza. L’impatto di questa ondata di richiami è imponente, con undici incendi già accertati, segnalazioni di malfunzionamenti e una class action multimilionaria in corso in Italia. Le criticità coinvolgono numerosi aspetti della produzione: dai problemi alle batterie ad alto voltaggio, ai guasti delle linee di carburante, fino a difetti nelle componenti esterne, airbag potenzialmente pericolosi e software che compromettono la sicurezza attiva dei veicoli.
Le autorità di regolamentazione di diversi Paesi sono intervenute in modo coordinato. Negli Stati Uniti la NHTSA, mentre in Europa diversi enti nazionali e i tribunali italiani, hanno acceso i riflettori sulla qualità produttiva di Stellantis, evidenziando un quadro di criticità che richiede interventi rapidi e trasparenti.
Questioni spinose
In particolare, in Europa l’Autorità Federale Tedesca per i Trasporti ha riscontrato un difetto critico nella connessione della linea del carburante ad alta pressione al rail. Un giunto mal avvitato può causare pericolose fuoriuscite di carburante, aumentando notevolmente il rischio di incendio. Questo richiamo carburante coinvolge una vasta gamma di marchi del gruppo: Opel, Peugeot, Citroën, Fiat, DS, Alfa Romeo e Lancia, tutti con veicoli prodotti tra il 2022 e il 2025. Il problema evidenzia come la complessità della catena produttiva possa avere ripercussioni trasversali su più brand e modelli.
Negli Stati Uniti, l’attenzione si è concentrata sulle batterie ad alto voltaggio fornite da batterie Samsung SDI. Oltre 320.000 Jeep ibride plug-in sono state richiamate per il rischio di incendio legato a questi accumulatori. I modelli maggiormente interessati sono la Jeep Wrangler (anni di produzione 2020-2025) e il Grand Cherokee (2022-2026), per i quali sono già stati documentati 19 incendi e un infortunio correlato. Le autorità hanno sottolineato l’urgenza di intervenire per prevenire ulteriori incidenti, invitando i proprietari a seguire le indicazioni di sicurezza, come evitare la ricarica del veicolo fino all’esecuzione dell’intervento correttivo.
Un ulteriore fronte di criticità negli Stati Uniti riguarda 123.396 unità di Wagoneer e Grand Wagoneer, soggette a richiamo per il rischio di distacco delle rifiniture delle porte laterali durante la marcia. Anche in questo caso, il difetto potrebbe rappresentare un pericolo concreto sia per gli occupanti che per gli altri utenti della strada.
Non solo airbag
Il gruppo ha inoltre identificato un’anomalia software che interessa 27.354 esemplari Maserati venduti negli USA: il malfunzionamento impedisce la visualizzazione della Maserati telecamera posteriore, compromettendo la sicurezza nelle manovre di retromarcia. Stellantis ha già predisposto un aggiornamento over-the-air per risolvere il problema, dimostrando come la digitalizzazione dei veicoli possa offrire soluzioni rapide, ma anche introdurre nuove vulnerabilità.
Sul fronte italiano, il tribunale civile ha dato il via libera a una class action contro Stellantis, relativa agli airbag Takata installati su Citroën e DS prodotte tra il 2009 e il 2019. L’azione, promossa da Codacons e Altroconsumo, potrebbe generare richieste di risarcimento fino a 285 milioni di euro. Gli airbag Takata sono noti per il rischio di dispiegamento violento in caso di incidente, soprattutto a causa del degrado dei componenti in ambienti particolarmente caldi e umidi. La vicenda rappresenta un ulteriore elemento di pressione sulla casa automobilistica, chiamata a gestire non solo la sicurezza tecnica, ma anche le ricadute legali e reputazionali.
L’attenzione sui consumatori
La cascata di richiami ha inevitabilmente acceso l’attenzione di consumatori, organismi di controllo e analisti di settore. Le associazioni dei consumatori chiedono trasparenza e tempestività negli interventi; gli enti regolatori sollecitano piani di richiamo chiari ed efficaci; l’azienda, dal canto suo, ha già avviato le procedure di richiamo e sta collaborando attivamente con i fornitori per individuare soluzioni durature e definitive.
Gli esperti del settore sottolineano che, sebbene richiami di questa portata possano minare la reputazione del costruttore e incidere sui rapporti con i fornitori e sui costi operativi, rimangono comunque strumenti ordinari per la gestione della sicurezza in un’industria automobilistica sempre più sofisticata e tecnologica. Gli aggiornamenti software e le campagne di richiamo sono ormai parte integrante della gestione del ciclo di vita dei veicoli moderni.
A tutti i proprietari dei veicoli coinvolti si raccomanda di monitorare attentamente le comunicazioni ufficiali, seguire le misure precauzionali indicate e prenotare al più presto gli interventi presso le concessionarie autorizzate. Una gestione rapida ed efficace dei richiami è fondamentale non solo per ridurre i rischi immediati, ma anche per ristabilire la fiducia dei clienti e garantire la sicurezza su strada.