Stellantis, valutazioni su DS 3 e DS 4: probabile stop

Stellantis registra un calo degli utili e una perdita nel 2025; il nuovo CEO Antonio Filosa sospende DS 3 e DS 4 e valuta la possibile cessione di Maserati e Alfa Romeo

Stellantis, valutazioni su DS 3 e DS 4: probabile stop
G C
Giorgio Colari
Pubblicato il 28 ott 2025

Il gruppo Stellantis si trova ad affrontare una delle crisi più profonde della sua storia recente, segnata da decisioni drastiche e una revisione strategica senza precedenti. Nel primo semestre del 2025, la società ha registrato una perdita netta di 2,3 miliardi di euro, mentre il 2024 si era già chiuso con un crollo dell’utile netto del 70%, sceso a 5,52 miliardi, e un fatturato in flessione del 17%, attestandosi a 156,9 miliardi di euro. Questi dati preoccupanti hanno imposto un’accelerazione nei processi di riorganizzazione e ridefinizione delle priorità, coinvolgendo direttamente progetti chiave e il futuro di marchi storici del portafoglio.

Uno dei provvedimenti più significativi

Sotto la nuova guida di Antonio Filosa, che ha recentemente sostituito Carlos Tavares alla direzione del colosso automobilistico europeo, Stellantis ha intrapreso un percorso di revisione profonda delle sue strategie industriali. Il cambio al vertice è avvenuto in un momento cruciale, con la necessità di invertire la rotta dopo risultati finanziari fortemente negativi. L’amministratore delegato ha dovuto prendere decisioni rapide e incisive per rispondere all’emergenza, optando per tagli e una riallocazione delle risorse verso aree ritenute più strategiche e a maggiore ritorno economico.

Uno dei provvedimenti più significativi riguarda la sospensione dello sviluppo della nuova DS 3, il cui lancio era previsto per il 2028, e la cancellazione dell’aggiornamento della DS 4, originariamente programmato per l’inizio del 2029. Questa scelta, secondo fonti interne, riflette l’urgenza di concentrare gli investimenti su piattaforme capaci di supportare l’elettrificazione a costi più contenuti e di generare risultati più rapidi. L’obiettivo è quello di massimizzare l’efficienza e garantire la sostenibilità finanziaria in un contesto di mercato sempre più competitivo e caratterizzato da margini di incertezza crescenti.

Il ruolo del marchio

Nonostante il fermo dei progetti, Antonio Filosa ha voluto ribadire il valore strategico del marchio DS, sottolineando come, pur in un contesto di tagli, esso rimanga ancora redditizio e centrale nell’ecosistema del gruppo. L’amministratore delegato ha escluso un ritorno al passato, quando DS era considerato solo un’estensione premium di Citroën, confermando la volontà di mantenere il brand in una posizione di rilievo e autonomia rispetto alle altre realtà del gruppo.

Parallelamente alle decisioni industriali, si fanno sempre più insistenti le voci di possibili trattative per la cessione di brand storici come Maserati e Alfa Romeo a investitori degli Emirati Arabi. Queste operazioni, se dovessero concretizzarsi, rappresenterebbero una svolta radicale nella strategia di Stellantis, fornendo liquidità immediata e contribuendo a ridurre l’indebitamento. Tuttavia, la cessione di marchi così iconici comporterebbe anche un significativo ridimensionamento del portafoglio premium del gruppo, con possibili ripercussioni sull’immagine e sulla percezione del brand a livello globale.

Gli analisti sono divisi sulle mosse della nuova dirigenza. Da un lato, alcuni osservatori ritengono che il piano di Antonio Filosa sia un passaggio obbligato per riportare stabilità finanziaria e razionalizzare la struttura dei costi, soprattutto in un periodo segnato da incertezze e dalla necessità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti tecnologici e normativi. Dall’altro, c’è chi teme che il ridimensionamento dei progetti di innovazione possa compromettere la competitività futura di Stellantis, proprio mentre la transizione verso l’elettrificazione e la digitalizzazione del settore automobilistico richiede investimenti costanti e visione di lungo termine.

Un impatto su più fronti

La sospensione di DS 3 e DS 4 avrà inevitabilmente un impatto anche sui fornitori e sugli stabilimenti coinvolti nei programmi, con la prospettiva di riorganizzazioni produttive e possibili ricadute occupazionali. L’azienda, infatti, dovrà valutare come riassegnare le risorse e se destinare gli investimenti a nuovi progetti, magari più allineati alle esigenze del mercato e alle nuove normative, come le possibili tariffe statunitensi sulle importazioni di veicoli europei, che potrebbero ulteriormente influenzare le strategie di esportazione e produzione.

Anche gli investimenti in tecnologie legate all’elettrificazione e allo sviluppo software sembrano destinati a una revisione, con l’obiettivo di concentrare i capitali su aree in cui il ritorno economico sia più rapido o strategicamente indispensabile per il futuro del gruppo. In questo scenario di profonda incertezza, il mercato attende ora comunicazioni ufficiali e dettagli sul nuovo piano industriale di Stellantis, che dovrà chiarire priorità, tempistiche e impatti complessivi sulle prospettive di crescita e stabilità dell’intero gruppo automobilistico.

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