Era la prediletta dell'avvocato Agnelli: ne ha avute circa una decina

La storia delle Fiat Croma di Gianni Agnelli: nove vetture in tre lotti, motori PRV e Busso, sospensioni autolivellanti e il triste evento che coinvolse Edoardo Agnelli

Era la prediletta dell'avvocato Agnelli: ne ha avute circa una decina
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Giorgio Colari
Pubblicato il 28 ott 2025

L’eleganza discreta, la scelta dell’understatement e la capacità di rendere straordinario ciò che per molti è ordinario: così si può sintetizzare il rapporto tra Gianni Agnelli e la sua flotta personale di Fiat Croma. Un uomo tra i più ricchi e influenti d’Italia, proprietario di marchi leggendari come Ferrari e Maserati, che decide di affidare la propria mobilità quotidiana a una berlina di serie. Questa decisione, apparentemente semplice, cela in realtà una storia unica nel panorama automobilistico italiano, fatta di modifiche su misura, esigenze precise e un profondo senso di sobrietà.

Sempre fedele

Tra il 1986 e il 2001, l’Avvocato ha utilizzato ben nove esemplari di Fiat Croma, suddivisi in tre lotti consecutivi da tre vetture ciascuno. Un ciclo di rinnovo che rifletteva la volontà di avere sempre a disposizione un’auto efficiente, ma anche la necessità di adattare ogni modello alle sue specifiche esigenze di comfort e sicurezza. Il primo lotto, consegnato tra il 1986 e il 1990, si distingueva per una raffinata colorazione grigio metallizzato e per gli interni in velluto blu, a testimonianza di una ricerca costante di eleganza e praticità.

Ma è sotto il cofano che si nascondeva la vera unicità di queste berline. Le prime tre Croma furono infatti equipaggiate con il potente motore PRV V6 da 2.8 litri, lo stesso propulsore utilizzato sulla Lancia Thema, scelto in sostituzione del motore di serie. Una modifica non solo tecnica, ma anche simbolica: Agnelli desiderava prestazioni superiori senza rinunciare alla discrezione. A completare il quadro, un cambio automatico a tre rapporti, la climatizzazione automatica e le sofisticate sospensioni autolivellanti, pensate per garantire un comfort di marcia superiore in ogni condizione.

Massime evoluzioni

Il percorso di personalizzazione delle Fiat Croma di Agnelli raggiunse un nuovo apice nel 1993, con l’arrivo della seconda generazione di vetture personali. In questa occasione, l’Avvocato scelse di dotare le sue auto di un motore ancora più prestigioso: il celebre Busso V6 Alfa Romeo da 3.0 litri, capace di erogare circa 233 CV e abbinato a un cambio automatico ZF. Un upgrade che trasformava la berlina torinese in una vera ammiraglia, pur mantenendo la caratteristica discrezione. Gli interni, ora rivestiti in pelle ma sempre nella classica tonalità blu, e le immancabili sospensioni autolivellanti rappresentavano la sintesi perfetta tra lusso e funzionalità.

L’organizzazione della flotta seguiva una logica tanto semplice quanto efficace: una vettura era destinata all’uso quotidiano a Torino, una seconda fungeva da riserva – spesso utilizzata dal figlio Edoardo Agnelli – e la terza rimaneva stabilmente a Roma per gli impegni istituzionali nella capitale. Questo sistema consentiva all’Avvocato di avere sempre un’auto pronta e perfettamente efficiente, indipendentemente dagli spostamenti o dagli impegni dell’agenda.

Anche momenti tragici

La storia delle Fiat Croma di Agnelli, però, si intreccia anche con i momenti più drammatici della famiglia. Nel 2000, una delle vetture fu utilizzata da Edoardo Agnelli per raggiungere il viadotto di Fossano, luogo del tragico gesto che segnò profondamente la storia degli Agnelli. Un episodio che conferisce a queste auto un valore simbolico ancora più intenso, legandole indissolubilmente a vicende personali e familiari di grande impatto emotivo.

Nonostante la Fiat Croma sia stata uno dei modelli di punta della casa torinese – con oltre 438.000 esemplari prodotti tra il 1985 e il 1996 – la decisione di rottamare l’ultima vettura della flotta privata di Agnelli nel 2001 suscitò un acceso dibattito tra gli appassionati. Da un lato, chi avrebbe voluto conservare quell’auto come pezzo di storia automobilistica; dall’altro, chi comprese e rispettò la scelta di tutelare la privacy e l’intimità della famiglia.

La vicenda delle Croma dell’Avvocato resta un esempio emblematico di come un’auto di serie possa trasformarsi in un oggetto esclusivo grazie a interventi mirati e a una visione personale del lusso. La scelta di Gianni Agnelli rifletteva un modo unico di intendere l’eleganza: una combinazione di sobrietà, funzionalità e raffinatezza, capace di rendere straordinaria anche la berlina più ordinaria. Un’eredità che continua a ispirare chiunque creda che il vero stile non abbia bisogno di ostentazione, ma solo della capacità di riconoscere e valorizzare l’essenziale.

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