Stellantis, Filosa incontrerà i sindacati il 20 ottobre a Torino
In vista dell'incontro del 20 ottobre a Torino, i sindacati chiedono ad Antonio Filosa un piano industriale per salvare gli stabilimenti italiani: nuovi modelli, investimenti e assunzioni per invertire la perdita di occupazione
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Il settore automobilistico italiano si trova oggi ad affrontare una delle sue fasi più delicate e decisive degli ultimi anni. A Torino, il 20 ottobre, si apre un tavolo di confronto tra Stellantis e le principali sigle sindacali, in un momento in cui il futuro degli stabilimenti italiani e il destino occupazionale di migliaia di lavoratori sono fortemente in bilico. Questo incontro, presieduto dal CEO Antonio Filosa, rappresenta una tappa fondamentale nel tentativo di rispondere alla crisi che ha colpito duramente il comparto, portando alla perdita di circa 10.000 posti di lavoro negli ultimi quattro anni e a una drastica riduzione della produzione nazionale rispetto ai livelli storici.
La convocazione ufficiale del tavolo, avvenuta per mano di Giuseppe Manca, responsabile delle Relazioni istituzionali e Risorse umane di Stellantis Italia, è stata accolta dai sindacati con sentimenti contrastanti. Da un lato si registra una certa apertura, dall’altro la richiesta pressante di garanzie concrete. Secondo Ferdinando Uliano della FIM, la mossa di Stellantis è un segnale di attenzione, ma per Fiom-Cgil, rappresentata da Samuele Lodi, il dialogo rappresenta solo il punto di partenza: occorrono risposte tangibili e impegni misurabili, che vadano oltre le mere dichiarazioni d’intenti.
Un’agenda ben definita
I sindacati si presentano all’appuntamento con un’agenda ben definita e rivendicazioni precise. Al centro delle loro richieste vi è la necessità di elaborare un piano industriale dettagliato, che includa la produzione di nuovi modelli all’interno dei confini nazionali, il rilancio dei marchi storici del gruppo e investimenti significativi in ricerca e sviluppo. A queste istanze si aggiunge la richiesta di un programma di nuove assunzioni, per invertire la tendenza negativa che ha visto, secondo i dati della Fiom-Cgil, la perdita di quasi 10.000 posti di lavoro nel solo quadriennio passato.
Il quadro che emerge è allarmante: oltre il 60% dei dipendenti di Stellantis in Italia è attualmente coinvolto in regimi di ammortizzatori sociali, una condizione che si riflette pesantemente anche sull’indotto e che mette a rischio la sostenibilità di molte realtà produttive. Particolarmente preoccupante, sottolineano i rappresentanti dei lavoratori, è la mancanza di nuovi modelli di massa prodotti negli stabilimenti italiani, un fattore che mina la competitività e la sopravvivenza stessa degli impianti sul territorio nazionale.
Gestire una riorganizzazione globale
Dal punto di vista aziendale, Stellantis arriva al tavolo con la consapevolezza di dover gestire una riorganizzazione globale complessa. Il gruppo, guidato da Antonio Filosa, dovrà spiegare le strategie adottate per ottimizzare le economie di scala, soprattutto attraverso l’adozione di nuove piattaforme tecnologiche e la transizione verso l’elettrificazione. Questi elementi sono ormai centrali nelle scelte strategiche di Stellantis a livello internazionale e impattano direttamente sulle decisioni riguardanti la produzione e l’occupazione in Italia.
Il confronto di Torino si inserisce in un contesto di trasformazione profonda del settore automobilistico, dove la sfida tecnologica e la pressione della competizione globale impongono scelte rapide e spesso dolorose. I sindacati, forti dei numeri e delle preoccupazioni raccolte tra i lavoratori, chiedono che dall’incontro emergano impegni concreti e verificabili: la definizione di un piano industriale chiaro, investimenti che garantiscano il futuro degli stabilimenti italiani e la salvaguardia delle competenze professionali sviluppate in decenni di storia industriale.
Posta in gioco altissima
In questa cornice, la posta in gioco è altissima. Non si tratta solo di numeri e strategie, ma della tenuta sociale ed economica di interi territori. L’assenza di nuovi modelli, la diffusione massiccia degli ammortizzatori sociali e la progressiva erosione della base occupazionale rischiano di produrre effetti irreversibili, compromettendo il ruolo dell’Italia all’interno del gruppo Stellantis e nel panorama automobilistico europeo.
Il tavolo di Torino sarà dunque un banco di prova decisivo. Stellantis dovrà dimostrare la volontà di investire davvero sul territorio, mentre i sindacati dovranno trovare la forza e la coesione necessarie per ottenere risultati concreti. Solo così sarà possibile affrontare la crisi in modo costruttivo, trasformando le difficoltà attuali in un’opportunità di rilancio per il settore automobilistico italiano.
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