Stellantis, anche la Francia piange: ridotta di netto la produzione
Stellantis annuncia un calo dell'11% della produzione in Francia entro il 2028 e riduzioni in Italia; il piano Filosa punta a redditività e un'elettrificazione mirata
Il settore automobilistico europeo si trova a un bivio cruciale, e il gruppo Stellantis emerge come protagonista di una riorganizzazione che lascia il segno, soprattutto in Francia e Italia. La strategia adottata dal colosso guidato da Antonio Filosa mira a ridefinire la capacità produttiva del Vecchio Continente, adattandola a una domanda in flessione e puntando con decisione su modelli ad alta redditività e su una elettrificazione selettiva, in grado di rispondere alle nuove sfide del mercato.
I numeri parlano chiaro
Nel dettaglio, i numeri parlano chiaro: la produzione Francia scenderà da 661.000 veicoli nel 2025 a 582.000 nel 2028, una contrazione che riflette la necessità di razionalizzare gli impianti produttivi. In questo scenario, lo stabilimento Poissy rappresenta il caso più emblematico: tra i cinque siti transalpini, è quello che subirà i tagli più consistenti, con fermate programmate già annunciate per il 2025. Una decisione dettata dalla debolezza del mercato interno, che a novembre 2025 ha registrato una flessione delle immatricolazioni del 5,5% su base annua. Parallelamente, la quota di mercato francese del gruppo è scivolata dal 27% al 25,3%, un dato che testimonia la perdita di competitività e la necessità di interventi strutturali per mantenere la sostenibilità del business.
La situazione italiana appare ancor più drammatica. I dati relativi alla produzione Italia nei primi nove mesi del 2025 mostrano una vera e propria caduta libera: con 265.490 veicoli prodotti, si registra un crollo del 31,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ancora più allarmante il dettaglio per tipologia: le autovetture segnano un -36,3%, mentre i veicoli commerciali si fermano a un -23,9%. Questi numeri non solo fotografano una crisi profonda del settore, ma evidenziano anche l’urgenza di ripensare radicalmente la distribuzione degli investimenti industriali e la gestione degli impianti produttivi sul territorio nazionale.
A caccia di un nuovo equilibrio
Dal punto di vista strategico, il management di Stellantis ha scelto di concentrare le risorse sul rafforzamento della redditività, anche a fronte di ricavi in crescita nel terzo trimestre del 2025. Tuttavia, il percorso verso un nuovo equilibrio tra volumi produttivi tradizionali e accelerazione dell’innovazione richiederà decisioni coraggiose e investimenti mirati. In questo contesto, i costi straordinari legati al riassetto industriale e il nuovo piano industriale, atteso per la metà del 2026, rappresentano due elementi chiave per definire il futuro dell’azienda e la sua capacità di restare competitiva in un panorama europeo sempre più sfidante.
Non mancano, però, le preoccupazioni dal fronte sindacale. I rappresentanti dei lavoratori chiedono garanzie occupazionali e politiche efficaci di ricollocazione, consapevoli che la razionalizzazione della produzione potrebbe avere ripercussioni significative sull’occupazione e sul tessuto sociale dei territori coinvolti. Gli analisti, dal canto loro, accolgono con favore l’obiettivo di migliorare i margini operativi, ma sottolineano la necessità di una rapida e credibile implementazione delle strategie annunciate, per evitare ulteriori perdite di quota di mercato e consolidare la posizione del gruppo nel contesto internazionale.
La doppia sfida che attende Stellantis è chiara: da un lato, contenere i costi e razionalizzare la struttura produttiva senza compromettere gli investimenti in tecnologia e innovazione; dall’altro, affrontare una domanda europea ancora debole e consumatori sempre più cauti nelle decisioni di acquisto. La capacità di bilanciare questi fattori sarà determinante per il futuro del gruppo e per il rilancio dell’intero comparto automobilistico europeo.