Tesla, test Robotaxi non supervisionati ad Austin: Europa in attesa
Tesla prova Robotaxi senza supervisori ad Austin mentre Europa e Italia valutano norme. Volkswagen, Xpeng, Baidu e Pony.ai intensificano i test e le collaborazioni
Nel cuore di una rivoluzione tecnologica che promette di riscrivere le regole della mobilità, il mondo assiste a una netta divergenza tra chi accelera verso il futuro e chi preferisce frenare in attesa di maggiori certezze. Al centro di questa dicotomia si trova Tesla, protagonista indiscussa della scena automobilistica globale, che con il suo Robotaxi sta tracciando una rotta senza precedenti verso la guida autonoma di livello superiore. Il 24 dicembre 2025, ad Austin, il fondatore visionario Elon Musk ha definito la performance del suo veicolo “perfetta”, condensando in una sola parola il significato di una pietra miliare: la sperimentazione di veicoli completamente autonomi, senza alcun supervisore umano a bordo, è ormai una realtà operativa sulle strade americane.
Uno scenario che è una svolta
Questo scenario, che per molti rappresenta il punto di svolta nella storia della mobilità, evidenzia però un divario crescente tra Stati Uniti ed Europa. Mentre la casa automobilistica americana avanza spedita, il Vecchio Continente resta ancorato a un approccio prudente e normativamente restrittivo. In particolare, l’Italia si trova ancora nella posizione di non autorizzare la circolazione di veicoli senza conducente, rafforzando così la distanza tra chi innova senza freni e chi preferisce attendere standard di sicurezza più stringenti e una validazione scientifica indipendente.
Il panorama internazionale, nel frattempo, si fa sempre più competitivo. Da un lato, la corsa alla guida autonoma si intensifica grazie all’impegno di giganti globali. Volkswagen, ad esempio, ha annunciato l’ambizioso obiettivo di mettere su strada ben 1.000 minibus autonomi entro il 2027, puntando a rivoluzionare il trasporto collettivo urbano e a posizionarsi come uno dei leader nel settore della mobilità intelligente. Dall’altro lato del mondo, la Cina risponde con colossi come Baidu, Xpeng e Pony.ai, che stanno implementando soluzioni di livello 4 in numerose città contemporaneamente, accelerando una trasformazione che si preannuncia epocale per l’intero comparto automotive.
Non meno interessante la situazione in UK
Non meno interessante è la situazione nel Regno Unito, dove si sperimentano approcci innovativi grazie a partnership come quella tra Wayve e Uber. Qui, algoritmi avanzati imparano a navigare le complessità urbane in tempo reale, montati su modelli come la Ford Mustang Mach-E, dimostrando che l’intelligenza artificiale applicata alla mobilità può adattarsi rapidamente a contesti sempre diversi e imprevedibili.
Il contrasto tra questi due mondi non potrebbe essere più netto: da una parte, aziende come Tesla che dichiarano progressi tangibili e tempi di implementazione ridotti a pochi mesi; dall’altra, le istituzioni europee che impongono verifiche indipendenti, richiesta di dati accessibili sulla sicurezza e linee guida rigorose per evitare un’adozione affrettata nei complessi scenari urbani del continente. Proprio Elon Musk e il team guidato da Ashok Elluswamy – figura chiave nello sviluppo dei sistemi di guida autonoma – hanno dichiarato di essere in dialogo con le autorità europee, con possibili aperture già a partire da febbraio. Tuttavia, il percorso resta accidentato soprattutto per paesi come l’Italia, dove le sfide sono molteplici: dal traffico congestionato alla segnaletica spesso irregolare, fino ai comportamenti imprevedibili degli utenti della strada, tutti fattori che hanno già messo in difficoltà anche i sistemi più sofisticati durante i test condotti a Roma.
La vera sfida è nei prossimi mesi
La vera sfida dei prossimi mesi, quindi, non sarà soltanto di natura tecnologica. Si giocherà soprattutto sul terreno normativo e sociale: riuscire a trasformare l’innovazione in un servizio realmente sicuro e accettato dalla collettività richiederà un equilibrio delicato tra spinta al progresso e tutela dell’interesse pubblico. In questo contesto, la capacità di dialogo tra aziende e istituzioni, la trasparenza sui dati di sicurezza e la definizione di standard condivisi saranno elementi cruciali per permettere all’Europa di non restare indietro nella corsa globale verso la mobilità del futuro.
Mentre Tesla prosegue senza esitazioni verso la piena autonomia dei suoi veicoli e i principali player internazionali rilanciano la sfida, il vecchio continente è chiamato a decidere se continuare a frenare o se, invece, cogliere l’opportunità di guidare il cambiamento, diventando protagonista – e non semplice spettatore – della prossima rivoluzione della mobilità.