Stellantis, Melfi obiettivo 200mila auto all'anno: ora però sono 17mila
Stellantis annuncia il rilancio dello stabilimento di Melfi con volumi fino a 200.000 auto, nuovi modelli Jeep Compass, DS7 e Lancia Gamma e riflessioni su Free2Move
Un nuovo capitolo si apre per l’industria automobilistica italiana, con il rilancio produttivo dello stabilimento Stellantis di Melfi. Il gruppo ha messo a punto un piano strategico che punta a incrementare in modo significativo la capacità produttiva, passando dagli attuali 17.600 veicoli annui a un obiettivo compreso tra 150.000 e 200.000 unità entro il 2026. Questa svolta rappresenta non solo una risposta concreta alle sfide del settore, ma anche una promessa di crescita e sviluppo per l’intero indotto locale, con ripercussioni positive su occupazione e competitività.
In cerca di rilancio
Il cuore di questa trasformazione è la ridefinizione della produzione all’interno dello stabilimento lucano. Già dalla prossima settimana, infatti, prenderà il via un deciso incremento nella realizzazione della Jeep Compass, in particolare nelle sue versioni ibride (BHEV e MHEV), a cui seguirà l’introduzione della variante plug-in hybrid (PHEV). Questo primo passo sarà seguito, secondo un cronoprogramma dettagliato, dall’arrivo di due modelli chiave per il futuro dello stabilimento: la DS7, prevista per giugno 2026, e la nuova Lancia Gamma, attesa per settembre dello stesso anno.
L’ampliamento della gamma prodotta si accompagnerà a una profonda riorganizzazione dei turni lavorativi. Attualmente lo stabilimento opera su un solo turno, ma il piano prevede di arrivare a ben 15 turni settimanali entro febbraio 2026. Questa scelta non solo garantirà una maggiore saturazione degli impianti, ma rappresenterà anche un volano per la stabilità dell’occupazione. Al momento, l’impianto di Melfi impiega circa 4.619 dipendenti, ma è prevista una fase di razionalizzazione che dovrebbe portare a circa 100 uscite volontarie, in linea con gli accordi sindacali siglati a marzo. Si tratta di una misura volta a mantenere l’equilibrio tra esigenze produttive e sostenibilità sociale, evitando impatti traumatici sul tessuto occupazionale locale.
Cauto ottimismo
Le organizzazioni sindacali hanno espresso un cauto ottimismo rispetto a questo ambizioso piano di rilancio. Gerardo Evangelista, rappresentante della Fim Cisl, ha sottolineato come il rispetto del cronoprogramma e l’implementazione dei nuovi turni e modelli siano elementi cruciali per raggiungere la piena saturazione degli impianti entro il 2026. La continuità produttiva e la tutela dell’occupazione sono temi centrali, così come il sostegno all’intera filiera dei fornitori che gravitano intorno allo stabilimento di Melfi.
Il rilancio produttivo si inserisce in un contesto più ampio di ridefinizione delle strategie industriali di Stellantis. Il gruppo sta infatti valutando una razionalizzazione del proprio portafoglio di attività, considerando anche la possibile cessione del servizio di car sharing Free2Move. Questa scelta riflette la volontà di concentrare le risorse su settori considerati più strategici, come l’elettrificazione e l’innovazione tecnologica, in un mercato automobilistico in rapida evoluzione.
Non mancano, tuttavia, elementi di incertezza. Le recenti dichiarazioni dell’ex CEO Carlos Tavares hanno alimentato interrogativi sulla futura governance del gruppo, in particolare riguardo a possibili scenari di frammentazione tra interessi cinesi e americani. Queste dinamiche pongono nuove sfide alla stabilità e alla coesione di Stellantis, richiedendo una visione chiara e una gestione attenta delle risorse.
Cosa dicono gli analisti
Gli analisti del settore riconoscono che la scelta di puntare su modelli ibridi e plug-in, come la Jeep Compass, la DS7 e la Lancia Gamma, rappresenta una strategia pragmatica nella transizione verso la mobilità elettrica. Questo approccio consente di mantenere una forte competitività sul mercato, offrendo prodotti in linea con le attuali richieste dei consumatori e preparando al tempo stesso il terreno per futuri investimenti nell’elettrificazione.
Per il territorio lucano, il rilancio produttivo dello stabilimento di Melfi costituisce un’opportunità concreta di crescita economica e sociale. I benefici attesi non riguardano solo l’aumento della produzione e la tutela dell’occupazione, ma si estendono all’intero indotto, favorendo la nascita di nuove iniziative imprenditoriali e rafforzando la competitività del distretto. Restano, comunque, alcune questioni aperte: il rispetto delle tempistiche previste, la gestione efficace delle uscite volontarie e la reale capacità di raggiungere la piena saturazione degli impianti saranno fattori determinanti per il successo del piano.
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