Stellantis Cassino, nuovo stop produttivo: manca la domanda
Stellantis annuncia uno stop produttivo a Cassino dal 25 luglio: crisi degli ordini, produzione in calo e rilancio rimandato al 2026
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La situazione nello stabilimento di Stellantis a Cassino si fa sempre più preoccupante, segnando una nuova fase di incertezza per uno dei poli produttivi più strategici dell’industria automobilistica italiana. Il recente stop produttivo, annunciato per la settimana dal 25 luglio al 1° agosto, si inserisce in un contesto di crisi profonda che rischia di lasciare centinaia di lavoratori in attesa di risposte concrete sul proprio futuro.
Il sito laziale, storicamente legato all’eccellenza manifatturiera del settore auto, si trova ora ad affrontare numeri allarmanti: nel primo semestre dell’anno sono state prodotte appena 10.500 vetture, un dato che evidenzia un crollo del 34% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un calo che non può essere ignorato, soprattutto considerando la suddivisione attuale della produzione auto tra tre modelli: Alfa Romeo Giulia (26%), Alfa Romeo Stelvio (49%) e Maserati Grecale (25%). Tuttavia, questi volumi non bastano a giustificare il mantenimento di entrambe le linee di assemblaggio, spingendo l’azienda a decisioni drastiche.
Una domanda in crollo verticale
La scelta di Stellantis di sospendere temporaneamente le attività non è altro che la conseguenza di una domanda in costante diminuzione. Già nelle settimane precedenti, le unità di Lastratura e Verniciatura erano state fermate, segnando l’inizio di un rallentamento progressivo delle operazioni. Con la chiusura programmata e le ferie estive imminenti, l’impianto rischia di restare inattivo fino a settembre, acuendo l’incertezza che grava su lavoratori e territorio.
Questo scenario si inserisce in una crisi più ampia che coinvolge diversi siti italiani del gruppo, come il celebre stabilimento di Mirafiori. Le cause sono molteplici e complesse: dalla difficile transizione verso la mobilità elettrica, al calo della domanda globale, fino all’assenza di nuovi modelli capaci di rilanciare la produzione nel breve periodo. In questo contesto, la crisi di Cassino assume un valore emblematico, diventando il simbolo delle difficoltà che l’intero settore automobilistico nazionale si trova ad affrontare.
Nel futuro c’è speranza
Secondo i piani industriali ufficiali, lo stabilimento laziale dovrebbe essere protagonista nei prossimi anni grazie all’arrivo della nuova piattaforma STLA Large, destinata a ospitare i futuri modelli Alfa Romeo. Tuttavia, i tempi non giocano a favore dei lavoratori: la nuova generazione di Alfa Romeo Stelvio, considerata fondamentale per il rilancio del sito, non arriverà prima del 2026, mentre per un modello top di gamma completamente inedito si dovrà attendere almeno il 2027. Una prospettiva che, se da un lato lascia aperto uno spiraglio di speranza, dall’altro impone una lunga attesa che mette a dura prova la pazienza e la fiducia degli addetti.
Sindacati e lavoratori manifestano forte preoccupazione per la mancanza di novità nel breve periodo. Il 2025, infatti, non prevede alcun lancio significativo che possa aumentare i volumi produttivi, rimandando ogni possibile miglioramento almeno all’anno successivo. In questo clima di attesa, cresce la pressione sul management di Stellantis affinché vengano fornite risposte chiare e concrete riguardo al futuro impianto e alla sua capacità di generare occupazione e sviluppo.
Ora vige l’incertezza
L’incertezza si riflette anche sull’ampio indotto che ruota attorno allo stabilimento di Cassino. Centinaia di piccole e medie imprese locali dipendono direttamente dalle commesse di Stellantis, e il prolungato stop produttivo rischia di compromettere la sopravvivenza di molte di esse. Il territorio, già segnato da anni di difficoltà economiche, vive così una fase di grande apprensione, con l’ombra di una crisi occupazionale che potrebbe estendersi ben oltre i cancelli della fabbrica.
Il futuro dello stabilimento laziale e dell’intero comparto automobilistico italiano resta dunque appeso a un filo. La speranza è che l’arrivo della piattaforma STLA Large e dei nuovi modelli possa rappresentare un punto di svolta, ma la strada appare ancora lunga e incerta. Nel frattempo, lavoratori, sindacati e comunità locale chiedono a gran voce interventi immediati e strategie di rilancio che possano garantire stabilità, innovazione e competitività a uno dei pilastri dell’industria nazionale.