Il prezzo di benzina e diesel cala poco: il Codacons si ribella

Il petrolio cala ma i prezzi di benzina e diesel in Italia restano quasi invariati. Analisi, dati e prospettive sulle dinamiche dei carburanti

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 24 lug 2025
Il prezzo di benzina e diesel cala poco: il Codacons si ribella

Il panorama italiano dei prezzi carburanti continua a suscitare interrogativi e preoccupazioni tra automobilisti e associazioni dei consumatori. Nonostante il netto calo delle quotazioni internazionali del petrolio, i benefici alla pompa si rivelano ancora una volta minimi, alimentando il dibattito su possibili anomalie e dinamiche poco trasparenti nella formazione dei prezzi.

Il prezzo del petrolio scende

Negli ultimi trenta giorni, i mercati petroliferi hanno assistito a una vera e propria picchiata delle quotazioni: il barile è sceso da 78 a 68 dollari, registrando una flessione del 13%. Un dato che, in teoria, avrebbe dovuto tradursi in un alleggerimento tangibile per chi si trova quotidianamente a fare rifornimento. Eppure, l’andamento dei prezzi alla pompa racconta tutt’altra storia: la benzina ha visto una riduzione irrisoria, passando da 1,747 a 1,727 euro al litro, mentre il diesel si è limitato a un calo da 1,675 a 1,663 euro al litro. Numeri che, se confrontati con la drastica diminuzione delle quotazioni greggio, risultano quanto meno deludenti.

A contribuire a questa situazione di stallo è stata anche la recente instabilità geopolitica: le tensioni tra Israele e Iran avevano provocato un’impennata immediata dei prezzi del petrolio, con un trasferimento quasi istantaneo sui listini dei distributori italiani. Tuttavia, quando la situazione si è normalizzata e il valore del barile ha invertito la rotta, la reazione dei prezzi al dettaglio è stata ben più lenta e limitata. Un fenomeno che non è passato inosservato alle principali associazioni dei consumatori.

Portavoce delle istanze degli automobilisti

Tra queste, il Codacons si è fatto portavoce delle istanze degli automobilisti, sottolineando come in altri Paesi europei i ribassi siano stati ben più marcati e tempestivi. La dinamica osservata in Italia, invece, sembra ormai consolidata: quando il petrolio aumenta, i prezzi carburanti schizzano immediatamente verso l’alto; quando il greggio scende, invece, i ribassi sono timidi e diluiti nel tempo. Un meccanismo che alimenta i sospetti di speculazioni e che richiama l’attenzione delle autorità competenti.

Non va dimenticato che il prezzo finale dei carburanti in Italia è il risultato di una somma di voci che vanno ben oltre il solo valore della materia prima. Accise, IVA, costi di distribuzione e raffinazione giocano un ruolo determinante nella composizione del prezzo alla pompa. Tuttavia, di fronte a una contrazione così marcata delle quotazioni greggio sui mercati petroliferi, ci si sarebbe aspettati una risposta più significativa a favore dei consumatori, soprattutto con l’arrivo della stagione estiva e l’aumento dei movimenti sulle strade.

Un auspicio a migliorare

Le associazioni dei consumatori, e in particolare il Codacons, continuano a monitorare con attenzione l’evoluzione della situazione, chiedendo maggiore trasparenza nella determinazione dei prezzi carburanti e un intervento deciso delle autorità per prevenire e contrastare eventuali pratiche speculative. Milioni di automobilisti si trovano infatti a dover affrontare costi elevati per il rifornimento, in un contesto internazionale che, al contrario, suggerirebbe un allentamento della pressione sui loro portafogli.

L’auspicio condiviso è che il calo del petrolio sui mercati petroliferi possa finalmente riflettersi in modo più equo e rapido sui listini nazionali, portando un po’ di respiro alle famiglie italiane, già alle prese con un quadro economico complesso. In un periodo in cui ogni euro risparmiato fa la differenza, la speranza è che la trasparenza e la correttezza nella formazione dei prezzi diventino la regola, e non l’eccezione, nel mercato dei carburanti italiano.

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