JLR: produzione bloccata e rischio per migliaia di posti di lavoro

Jaguar Land Rover: produzione globale bloccata, dati compromessi e migliaia di posti di lavoro a rischio. Ecco cosa è successo.

Di Fabrizio Caratani
Pubblicato il 15 set 2025
JLR: produzione bloccata e rischio per migliaia di posti di lavoro

Un campanello d’allarme per tutto il settore automobilistico: quanto accaduto a Jaguar Land Rover rappresenta una crisi digitale senza precedenti, che mette a nudo la fragilità dei sistemi informatici anche nei giganti dell’industria. Un attacco che ha paralizzato la produzione auto su scala globale e gettato ombre pesanti sul futuro di migliaia di lavoratori, con un impatto a catena che rischia di travolgere fornitori e concessionari.

La scintilla della crisi si è accesa il 1° settembre, una data cruciale per il mercato britannico: il cosiddetto “new plate day”, momento clou per le immatricolazioni di nuovi veicoli. Proprio quando le aspettative di vendita erano al massimo, i concessionari si sono ritrovati bloccati, impossibilitati a registrare le auto dei clienti. Un’anomalia che ha subito destato sospetti e messo in moto la macchina dell’emergenza.

Il giorno seguente, la risposta di Jaguar Land Rover non si è fatta attendere: l’azienda ha scelto di spegnere in via preventiva i propri sistemi digitali, un tentativo estremo di contenere la violazione. Da quel momento, la situazione si è fatta sempre più complessa. Oggi, a distanza di giorni, non si intravede ancora una soluzione definitiva: i vertici aziendali non sono in grado di indicare quando la piena operatività potrà essere ristabilita.

Nel frattempo, la produzione auto è completamente ferma negli stabilimenti di tutto il mondo. Le perdite economiche sono già nell’ordine di milioni di sterline e le conseguenze più gravi si stanno abbattendo sulla catena dei fornitori. In queste realtà, centinaia di lavoratori rischiano il posto, mentre cresce la pressione di sindacati e politici per ottenere dal governo l’attivazione di misure straordinarie di cassa integrazione a tutela dell’occupazione.

Le indagini sono state affidate a una task force composta da forze dell’ordine e specialisti di cybersecurity. Gli esperti hanno confermato che l’attacco ha portato a dati compromessi: secondo le prime dichiarazioni ufficiali, si tratterebbe soprattutto di contatti aziendali, ma permangono forti timori sulla possibile esposizione di informazioni sensibili relative ai clienti. Un aspetto che tiene con il fiato sospeso non solo i diretti interessati, ma anche tutti coloro che hanno rapporti con il marchio.

A rivendicare l’attacco informatico è stato il gruppo Scattered Lapsus Hunters, già noto alle cronache per aver colpito, pochi mesi fa, una grande catena come Marks & Spencer. In quell’occasione, il danno fu enorme: sette settimane di interruzione dei servizi e oltre 300 milioni di sterline di perdite. Gli hacker hanno dichiarato di aver sfruttato una vulnerabilità simile anche nei sistemi di Jaguar Land Rover, pubblicando su Telegram presunti screenshot di dati interni dell’azienda come prova della loro incursione.

Questo episodio sottolinea in modo drammatico quanto la digitalizzazione stia rendendo l’industria automobilistica esposta alle minacce informatiche. I processi produttivi, sempre più interconnessi e gestiti da sistemi complessi, possono trasformarsi in un tallone d’Achille se la cybersecurity non viene posta al centro delle strategie aziendali. Un singolo attacco informatico è ormai in grado di generare effetti devastanti lungo tutta la filiera, bloccando la produzione, compromettendo i dati e mettendo a rischio la sopravvivenza di aziende e fornitori.

Mentre Jaguar Land Rover lavora senza sosta per ripristinare le attività e rassicurare i clienti, l’attenzione del settore resta altissima. Gli occhi sono puntati sulle indagini in corso e sulle contromisure che verranno adottate per evitare il ripetersi di episodi simili. L’auspicio è che questa crisi rappresenti un punto di svolta per l’intero comparto, spingendo tutte le aziende ad alzare il livello di protezione dei propri sistemi informatici e a considerare la cybersecurity come una priorità assoluta.

La vicenda di Jaguar Land Rover è destinata a lasciare il segno: non solo per l’entità dei danni economici e per l’impatto sociale sulle famiglie coinvolte, ma anche come monito per chiunque operi in un settore dove l’innovazione digitale non può più prescindere dalla sicurezza. Il futuro dell’automotive passa anche da qui: dalla capacità di prevenire, reagire e imparare da attacchi che, sempre più spesso, non risparmiano nessuno.

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