Sfida BMW M3 - Polestar 2: vecchio e nuovo mondo si affrontano

BMW M3 e Polestar 2 si sfidano in un emozionante drag race a Las Vegas: prestazioni, innovazione e confronto tra motore termico ed elettrico

Sfida BMW M3 - Polestar 2: vecchio e nuovo mondo si affrontano
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Giorgio Colari
Pubblicato il 19 dic 2025

Un rettilineo illuminato dalle luci della Las Vegas Motor Speedway, due filosofie costruttive agli antipodi e una sfida che va oltre il semplice confronto di numeri: questa è la cornice in cui si è svolta una delle drag race più avvincenti degli ultimi tempi. Da un lato, la tradizione tedesca incarnata dalla BMW M3, simbolo di sportività e ingegneria raffinata; dall’altro, la rivoluzione silenziosa della Polestar 2, ambasciatrice della mobilità a zero emissioni e della nuova frontiera della tecnologia scandinava. Un duello che ha saputo emozionare non solo gli appassionati di motori, ma anche chi guarda con curiosità all’evoluzione dell’industria automobilistica.

Il cronometro non mente: 11,55 secondi per la BMW M3, 12,38 per la Polestar 2. Un distacco che, seppur netto, non sminuisce il valore della vettura elettrica, capace di tenere testa a una delle berline più blasonate del panorama mondiale. Ma cosa si cela dietro questi numeri? Un racconto che parla di tradizione e innovazione, di ricerca delle prestazioni e di una visione differente del piacere di guida.

Resta un punto di riferimento

La protagonista tedesca, la BMW M3 nella sua generazione G80, continua a rappresentare un punto di riferimento per chi cerca emozioni forti e un coinvolgimento sensoriale unico. Sotto il cofano pulsa il leggendario motore S58, un sei cilindri in linea biturbo da 3.0 litri, vero gioiello dell’ingegneria bavarese. La potenza erogata da questo propulsore consente alla berlina di sprigionare tutta la sua grinta sin dai primi metri, regalando agli spettatori il brivido di un’accelerazione che sembra non finire mai, accompagnata dal sound inconfondibile tipico dei motori ad alte prestazioni.

Sul fronte opposto, la Polestar 2 rappresenta la risposta svedese alla mobilità del futuro. Questa fastback elettrica, nata dalla sinergia tra Geely e Volvo Cars, viene assemblata presso il modernissimo stabilimento Luqiao CMA Super Factory in Cina, e si posiziona sul mercato statunitense con un prezzo superiore ai 66.000 dollari. Il suo design essenziale, le tecnologie di bordo avanzate e la promessa di una guida sostenibile la rendono una delle proposte più interessanti per chi desidera coniugare rispetto per l’ambiente e piacere di guida.

Quando il semaforo della Las Vegas Motor Speedway si è spento, entrambe le vetture hanno scatenato tutta la loro potenza. Nei primi istanti della drag race, la Polestar 2 ha sorpreso il pubblico per la rapidità con cui ha saputo tenere il passo della rivale, grazie alla coppia istantanea tipica delle auto elettriche. Un avvio fianco a fianco che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, mostrando come le vetture a batteria abbiano ormai colmato gran parte del divario rispetto alle sportive tradizionali.

La supremazia del termico

La supremazia della BMW M3 è però emersa con il passare dei metri. Il suo motore S58, abbinato a una trasmissione raffinata e a una messa a punto da vera auto da pista, ha permesso alla berlina tedesca di allungare progressivamente, chiudendo i 400 metri con un tempo che conferma il suo status di riferimento tra le sportive di segmento. Il pubblico, rapito dal rombo del sei cilindri e dall’abilità del pilota, ha potuto vivere un’esperienza sensoriale completa, fatta di suoni, velocità e adrenalina.

A documentare questa sfida epocale ci ha pensato il canale Wheels Plus su YouTube, che ha saputo cogliere ogni sfumatura di un confronto che va oltre la semplice vittoria sul traguardo. Da una parte, la ricerca della massima prestazioni e del coinvolgimento emotivo; dall’altra, la determinazione a dimostrare che una elettrica come la Polestar 2 può ormai giocare ad armi quasi pari con le regine della velocità. Se è vero che la tradizione ha ancora il suo peso, la sfida di Las Vegas ha dimostrato che il futuro è già qui, e che la competizione tra mondi così diversi non può che arricchire l’offerta e stimolare l’innovazione.

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