Cosa ne sarà dell'ex Fiat di Termoli: il futuro secondo Stellantis
Stellantis rassicura su Termoli con piani per eDCT e componenti ibridi. ACC però valuta l'abbandono della gigafactory per costi più alti e sfide tecniche
Il futuro industriale di Termoli torna al centro del dibattito nazionale, dopo mesi di incertezza e aspettative che hanno coinvolto istituzioni, lavoratori e stakeholder del settore automotive. La svolta è arrivata direttamente da Stellantis, attraverso le parole dell’amministratore delegato Emanuele Cappellano, che ha voluto rassicurare il territorio molisano sottolineando come lo stabilimento manterrà un ruolo di primo piano nei piani industriali del gruppo. Tuttavia, la strategia cambia direzione: non più una gigafactory per la produzione di batterie, ma una riconversione focalizzata su trasmissioni eDCT e componentistica per motori ibridi.
La gigafactory ha rallentato
La decisione giunge al termine di un periodo particolarmente turbolento per il sito produttivo molisano. Nel corso dell’autunno 2025, il progetto della joint venture ACC (formata da Stellantis, TotalEnergies e Mercedes-Benz) per la creazione di un polo europeo di batterie a Termoli ha subito una brusca battuta d’arresto. Secondo fonti vicine all’operazione, ACC stava valutando seriamente l’abbandono del sito, frenata da una serie di ostacoli di natura tecnica, finanziaria e organizzativa. Uno dei nodi principali è risultato essere il costo di realizzazione della gigafactory, superiore del 20-25% rispetto ai concorrenti asiatici, elemento che ha reso l’investimento meno sostenibile in un contesto di crescente competitività globale.
In risposta a questa impasse, Stellantis ha scelto di virare verso una strategia di elettrificazione parziale, sfruttando le potenzialità delle trasmissioni eDCT (Dual Clutch Transmission per veicoli elettrificati). A partire dal 2026, lo stabilimento di Termoli si specializzerà nella produzione di questi componenti, con una capacità stimata di 300.000 unità annue. Questo nuovo corso affiancherà le attività già avviate negli impianti di Mirafiori e Metz, creando una rete produttiva integrata e pronta a rispondere alle nuove sfide della mobilità sostenibile.
La riconversione è necessaria
La scelta di puntare sulle trasmissioni eDCT e sui componenti per motori ibridi si inserisce in un quadro normativo europeo che impone una transizione graduale verso veicoli a basse emissioni, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2035. Per Stellantis, questa riconversione rappresenta un tentativo di trasformare i vincoli normativi in opportunità di specializzazione e competitività, valorizzando il know-how e la tradizione industriale del territorio.
Le reazioni nel Molise oscillano tra cautela e fiducia. Da un lato, le istituzioni regionali hanno espresso apprezzamento per l’impegno dell’azienda, sottolineando però la necessità di maggiore chiarezza sui livelli occupazionali e sui programmi di sviluppo a lungo termine. Dall’altro, i sindacati chiedono investimenti certi e piani di formazione per i lavoratori, consapevoli dei rischi legati alla riorganizzazione produttiva e ai precedenti ricorsi alla cassa integrazione che hanno segnato la storia recente dello stabilimento.
Il dibattito si allarga
Il dibattito si allarga anche a livello nazionale ed europeo, mettendo in luce il divario strutturale tra i produttori di batterie europei e asiatici. Le difficoltà incontrate da ACC non sono che la punta dell’iceberg di un problema più ampio: il gap tecnologico e di costo che separa l’industria europea da quella asiatica nella filiera delle batterie e dei sistemi per veicoli elettrificati, come i PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle). Una questione che le istituzioni italiane ritengono possa essere affrontata solo attraverso politiche industriali più incisive e strumenti pubblici di sostegno più robusti, in grado di rafforzare la competitività del comparto e garantire la sostenibilità occupazionale e tecnologica del settore.
In questo scenario in continua evoluzione, Termoli si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia industriale. La sfida sarà quella di coniugare innovazione, sostenibilità e tutela dell’occupazione, puntando su una filiera dell’ibrido e dell’elettrificazione che possa rappresentare un modello per tutto il Mezzogiorno e per l’intero sistema automotive italiano. La partita è ancora aperta, ma la direzione è tracciata: specializzazione, investimenti e formazione saranno le parole chiave per il rilancio del sito molisano e per il futuro dell’industria automobilistica europea.