Roma, arrivano 60 nuovi autovelox, fissi e mobili, nel Comune

A Roma in arrivo 60 nuovi autovelox, tutor riattivati e Zona 30: ecco cosa cambia per la sicurezza stradale e le multe

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 28 ago 2025
Roma, arrivano 60 nuovi autovelox, fissi e mobili, nel Comune

La capitale si prepara a una vera e propria rivoluzione nella gestione della mobilità urbana: tra nuove installazioni di autovelox, l’estensione delle Zone 30 e un potenziamento dei controlli ai semafori, Roma si appresta a diventare un laboratorio di sicurezza stradale all’avanguardia, ma non senza polemiche e interrogativi sulla reale efficacia e legittimità delle nuove misure.

Il Comune ha annunciato un piano senza precedenti che prevede l’installazione di sessanta nuovi dispositivi elettronici per il controllo della velocità, che andranno ad aggiungersi ai venti già presenti sotto la gestione della Polizia Locale. Questo massiccio incremento mira a ridurre drasticamente gli incidenti, soprattutto nelle arterie più trafficate della città, e a garantire una maggiore tutela per pedoni e ciclisti.

Tanti autovelox

Le prime aree a essere interessate da questa trasformazione saranno quelle a più alta densità di traffico. In particolare, la tangenziale est vedrà la presenza di autovelox in entrambe le direzioni all’altezza dei Campi Sportivi, un punto notoriamente critico per la viabilità romana. A questi si aggiungeranno nuovi dispositivi in via Isacco Newton, lungo la Cristoforo Colombo e in diverse zone del quartiere Centocelle, da sempre teatro di infrazioni e incidenti.

Non meno significativa sarà la riattivazione del sistema Tutor su via del Mare. Questo strumento, progettato per calcolare la velocità media dei veicoli su tratti estesi, rappresenta un deterrente importante contro chi è abituato a premere troppo sull’acceleratore, garantendo così una maggiore uniformità nei flussi di traffico e una diminuzione dei comportamenti pericolosi.

Un quadro tutt’altro che semplice

Tuttavia, il nuovo corso della mobilità romana si inserisce in un quadro giuridico tutt’altro che semplice. L’articolo 142 del Codice della strada e numerose sentenze della Cassazione stabiliscono che le multe elevate con dispositivi non omologati sono da considerarsi nulle. Il problema, però, è che la procedura di omologazione attende ancora un decreto ministeriale che ne definisca le modalità, lasciando spazio a interpretazioni divergenti. Attualmente, gli enti locali si affidano a una semplice circolare che prevede la sola approvazione degli apparecchi, generando un’ambiguità normativa che rischia di compromettere la validità delle sanzioni e alimentare il contenzioso tra cittadini e amministrazione.

I tempi di implementazione di questo ambizioso piano restano ancora incerti. Si parla di un avvio già a settembre, ma la scadenza definitiva per la piena operatività di tutte le misure è fissata a metà 2026. In ogni caso, prioritaria sarà l’installazione della segnaletica specifica, requisito fondamentale per garantire la legittimità delle multe e la trasparenza nei confronti degli automobilisti.

Parallelamente, Roma potenzierà i controlli agli incroci semaforici: agli undici dispositivi Vista Red già attivi se ne aggiungeranno altri quindici entro novembre 2025, coprendo così trentotto corsie in punti strategici della città. L’assessore Patané ha sottolineato come questi strumenti siano stati collocati negli incroci più ampi, dove il rischio di infrazioni e incidenti è statisticamente più elevato.

Le innovazioni

Tra le innovazioni più rilevanti spicca l’introduzione della Zona 30 nel centro storico, con una possibile entrata in vigore già a settembre. Il limite dei 30 km/h verrà esteso anche a cinquanta strade distribuite in vari quartieri, tra cui via Reggio Calabria, via di Villa Ada, viale Agosta e via dei Gelsi a Centocelle. Questa iniziativa si ispira ai risultati positivi ottenuti da Bologna, che ha già adottato con successo le Zone 30, e segue l’esempio di Milano, dove è stato recentemente annunciato l’arrivo di nuovi autovelox anche nelle aree a traffico calmierato.

L’obiettivo dichiarato di questa profonda trasformazione è quello di rendere le strade della capitale più sicure, riducendo il numero di incidenti e salvaguardando in particolare le categorie più vulnerabili, come pedoni e ciclisti. Tuttavia, restano aperte numerose questioni, soprattutto in merito alla legittimità delle sanzioni e alle modalità con cui verranno applicate le nuove regole. La mancanza di una normativa nazionale chiara rischia di alimentare polemiche e ricorsi, lasciando automobilisti e amministratori in una situazione di incertezza.

In attesa che il legislatore faccia chiarezza, Roma si conferma laboratorio di sperimentazione per le politiche di sicurezza stradale, guardando con attenzione alle esperienze di città come Bologna e Milano. Il successo o il fallimento di queste misure potrebbe tracciare la rotta per il futuro della mobilità urbana in Italia.

Ultime notizie