Il volante che si stacca sulle Omoda, è una fake news virale

Un video mostra il volante dell'Omoda 5 rimosso con facilità. Omoda & Jaecoo risponde con un video tecnico che illustra colonna, fissaggi, meccanismo telescopico e i test Euro NCAP per chiarire la sicurezza del SUV

Il volante che si stacca sulle Omoda, è una fake news virale
G C
Giorgio Colari
Pubblicato il 28 nov 2025

Negli ultimi giorni il web si è trasformato in una cassa di risonanza per un contenuto che ha sollevato interrogativi legittimi sulla sicurezza automobilistica. Un video ha catturato l’attenzione di migliaia di utenti, mostrando la rimozione del volante di un SUV Omoda 5 attraverso manovre apparentemente semplici. Questo episodio ha innescato una catena di reazioni: preoccupazioni diffuse tra i consumatori, risposte tecniche dalla casa costruttrice e un dibattito più ampio sulla credibilità delle informazioni che circolano sulle piattaforme digitali. La questione centrale non riguarda solamente un singolo componente, ma tocca il tema più profondo della fiducia nei confronti dei costruttori e dell’efficacia dei meccanismi di controllo che dovrebbero garantire la nostra sicurezza.

Un approfondimento necessario

Omoda & Jaecoo ha deciso di affrontare frontalmente le preoccupazioni attraverso un approfondimento che presenta una prospettiva tecnica dettagliata sui sistemi di protezione implementati nel modello. L’azienda ha illustrato tre pilastri fondamentali della progettazione: in primo luogo, la colonna dello sterzo risulta essere fissata saldamente al telaio, garantendo una connessione robusta e stabile; in secondo luogo, il fissaggio avviene attraverso doppi bulloni e aste metalliche specificamente progettate per cedere esclusivamente in situazioni di impatto severo; infine, il meccanismo telescopico di regolazione è pensato affinché si separi unicamente durante collisioni genuine. Secondo la ditta, questi stessi dispositivi hanno contribuito al conseguimento delle cinque stelle nei test Euro NCAP per l’Omoda 5, uno standard internazionale riconosciuto come riferimento nel settore della sicurezza automobilistica.

Tuttavia, gli esperti del settore mantengono una prospettiva critica sulla natura dei contenuti che circolano attraverso i social network. Sottolineano come montaggio, forzature mirate o interventi su singole componenti possono distorcere completamente la rappresentazione dello stato reale del veicolo. Ciò che appare visivamente semplice sullo schermo non rispecchia necessariamente la replicabilità del fenomeno in condizioni normali di utilizzo, né tantomeno il comportamento dei sistemi durante incidenti autentici. La facilità apparente di una sequenza video può ingannare, trasformando un’eccezione costruita ad hoc in una presunta vulnerabilità strutturale.

Le spiegazioni tecniche richiedono altre prove

I consumatori e le associazioni di tutela dei diritti, tuttavia, non si accontentano delle spiegazioni tecniche e richiedono un passo successivo decisivo: verifiche indipendenti e test pubblici che possano chiarire definitivamente se il video rappresenti una vera criticità o una manipolazione orchestrata. L’appello lanciato è equilibrato e ragionevole: non cadere nell’allarmismo ingiustificato, ma neanche minimizzare lacune potenziali che potrebbero compromettere l’incolumità degli occupanti. Questa richiesta evidenzia una sfiducia crescente verso le comunicazioni ufficiali e una legittima domanda di trasparenza verificabile.

Il caso dell’Omoda 5 solleva questioni che trascendono il singolo episodio e investono questioni strutturali del nostro tempo. In primo luogo, emerge l’impatto determinante dei social media sulla percezione della sicurezza, dove la viralità può prevalere sulla verifica dei fatti. In secondo luogo, si ribadisce l’importanza fondamentale di standard certificati e riconosciuti internazionalmente come Euro NCAP, che permettono valutazioni obiettive e confrontabili tra i vari marchi automobilistici. Questi organismi indipendenti rappresentano un baluardo essenziale contro la disinformazione e a favore di una regolamentazione trasparente del mercato.

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