Quasi il 50% boicotta Tesla a causa delle scelte di Musk

Studio su 26.000 proprietari di veicoli elettrici in 30 paesi: il 41% evita Tesla per motivi politici. Differenze nazionali marcate e impatto su mercato, produzione e reputazione aziendale.

Quasi il 50% boicotta Tesla a causa delle scelte di Musk
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Renato Terlisi
Pubblicato il 18 nov 2025

Le scelte di acquisto nel mondo dell’auto stanno vivendo una trasformazione profonda: oggi non sono più solo il prezzo o le prestazioni a guidare i consumatori, ma anche le convinzioni etiche, le dinamiche geopolitiche e il comportamento dei leader aziendali. Un’indagine condotta dalla Global EV Alliance su oltre 26.000 proprietari di veicoli elettrici in 30 Paesi mette in luce un fenomeno che non può essere ignorato: la dimensione reputazionale è ormai centrale e le scelte politiche incidono pesantemente sul mercato.

I dati raccolti

Secondo i dati raccolti, il 41% degli automobilisti dichiara di evitare Tesla proprio per via delle posizioni pubbliche del suo CEO, Elon Musk, e delle strategie adottate dall’azienda. Questo non è un dato isolato: il 53% degli intervistati afferma di boicottare marchi automobilistici per motivi legati a considerazioni politiche, mentre il 12% esclude a priori auto di produzione cinese.

Lo studio internazionale offre una panoramica estremamente variegata delle preferenze degli automobilisti a livello globale. In Paesi come Stati Uniti e Germania, oltre la metà degli intervistati esclude Tesla dalle proprie scelte d’acquisto, mentre in Francia la percentuale si attesta al 21% e in India addirittura al 2%. Le ragioni di queste differenze sono molteplici: per alcuni, il rifiuto rappresenta una presa di posizione contro le dichiarazioni di Elon Musk e le politiche aziendali del marchio; per altri, invece, pesa la fedeltà verso brand locali, che garantiscono servizi di assistenza più efficienti e una rete di ricarica più capillare.

La provenienza geografica dei veicoli continua a giocare un ruolo determinante. A livello globale, il 12% degli automobilisti evita vetture di produzione cinese, mentre il 5% mostra la stessa diffidenza verso i modelli statunitensi. Tuttavia, la sensibilità verso l’origine del prodotto varia sensibilmente da Paese a Paese: in Lituania, ad esempio, il tasso di rifiuto verso i veicoli cinesi raggiunge il 43%, mentre in Italia e Polonia si limita al 2%. Questi dati dimostrano quanto la geopolitica e le dinamiche internazionali possano influenzare anche le scelte più quotidiane dei consumatori.

Gli analisti del settore dicono cautela

Gli analisti del settore sottolineano la necessità di leggere questi risultati con una certa cautela. Il campione preso in esame è composto da proprietari già orientati verso la mobilità elettrica, un segmento di utenti mediamente più informato, sensibile e politicizzato rispetto alla media. Di conseguenza, le intenzioni dichiarate potrebbero non riflettersi pienamente nei comportamenti d’acquisto reali, soprattutto se si considera la disponibilità effettiva di alternative valide, il prezzo e la qualità dell’offerta locale.

Per Tesla, tuttavia, i risultati di questa indagine rappresentano un segnale d’allarme che non può essere sottovalutato. Un eventuale boicottaggio politico nei mercati chiave rischia di costringere l’azienda a rivedere la propria strategia di prezzo, ad accelerare la stipula di accordi per la produzione locale e a rafforzare le attività di comunicazione per recuperare la fiducia dei consumatori.

L’impatto è duplice

L’impatto di queste dinamiche sulla diffusione dei veicoli elettrici è duplice. Da un lato, la crescente attenzione verso i temi etici e reputazionali premia i costruttori in grado di interpretare e soddisfare le specificità dei mercati locali. Dall’altro, la frammentazione delle preferenze lungo linee politiche e geopolitiche rischia di ostacolare l’adozione di standard comuni a livello globale e di rallentare gli investimenti in infrastrutture condivise, elementi fondamentali per una mobilità sostenibile e diffusa.

Nel medio termine, però, la crescente concorrenza nel segmento dei veicoli elettrici potrebbe ridurre l’impatto di queste forme di boicottaggio politico. Se i consumatori avranno a disposizione alternative competitive in termini di prezzo, servizi e qualità, il peso delle motivazioni politiche potrebbe progressivamente diminuire a favore di valutazioni più pragmatiche. Per ora, il messaggio che emerge dal sondaggio è inequivocabile: le case automobilistiche e i governi devono tenere in seria considerazione la reputazione dei propri leader e la responsabilità comunicativa, poiché questi aspetti sono ormai determinanti nelle scelte d’acquisto degli automobilisti moderni.

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