Originale e bizzarra: l'unica auto da rally decappottabile al mondo

Scopri la storia della Peugeot 307 WRC, la cabriolet che ha sfidato le regole del rally mondiale con innovazione e coraggio

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 28 ago 2025
Originale e bizzarra: l'unica auto da rally decappottabile al mondo

Nel mondo dell’automobilismo sportivo, l’audacia e la voglia di innovare hanno spesso segnato la differenza tra chi si limita a seguire le regole e chi osa riscriverle. Un esempio emblematico di questa filosofia è rappresentato dalla Peugeot 307 WRC, una vettura che nel biennio 2004-2005 ha rivoluzionato il panorama del rally mondiale portando, per la prima volta, una cabriolet sui terreni più estremi del World Rally Championship.

Un colpo di scena

Nel contesto di un campionato in cui la tradizione e la prudenza hanno sempre guidato le scelte tecniche delle case automobilistiche, la decisione della Peugeot di trasformare la sua elegante 307 CC in un’arma da sterrato è stata un vero e proprio colpo di scena. Fino a quel momento, le auto da competizione più iconiche erano nate da modelli di grande serie, adattati per affrontare i percorsi più impegnativi. Negli anni ’70 la Ford Escort era stata protagonista assoluta, seguita negli anni ’80 dall’esplosione delle hatchback, fino alle berline giapponesi degli anni ’90 come la Subaru Impreza WRX e la Mitsubishi Evo, che hanno dominato la scena insieme alla Citroen Xsara.

In questo scenario dominato da soluzioni collaudate, la 307 WRC ha rappresentato una vera e propria rivoluzione. Prendere una cabriolet pensata per il comfort e la guida rilassata lungo le coste mediterranee e trasformarla in una vettura da rally è stata una sfida che ha richiesto coraggio e visione. I tecnici francesi si sono trovati di fronte a un compito tutt’altro che semplice: eliminare il sofisticato meccanismo elettrico del tetto retrattile e fissare la struttura in modo permanente, una scelta che ha permesso di contenere il peso complessivo della vettura a 1.230 kg.

Il motore

Il cuore pulsante della Peugeot 307 WRC era un quattro cilindri 2.0 litri, evoluzione di quello già utilizzato sulla 206, ulteriormente potenziato grazie a un turbo Garrett capace di sprigionare circa 350 CV. La trasmissione era affidata a un cambio sequenziale, mentre la trazione integrale era dotata di tre differenziali, soluzioni tecniche che miravano a garantire la massima efficacia su ogni tipo di fondo.

Al volante di questa vettura rivoluzionaria si sono alternati alcuni dei nomi più importanti del panorama internazionale, tra cui Markko Märtin, Marcus Grönholm e Harri Rovanperä. Piloti di grande talento che hanno cercato di sfruttare al massimo le potenzialità di un progetto così audace. Nonostante le premesse, però, i risultati ottenuti dalla 307 WRC non sono stati all’altezza delle aspettative. In due stagioni, la vettura ha raccolto tre vittorie e ventisei podi, numeri che, seppur rispettabili, non sono riusciti a replicare i successi della precedente 206 WRC.

Un epilogo amaro

La storia della Peugeot 307 WRC è stata segnata da un episodio tragico che ha lasciato un segno indelebile nella memoria degli appassionati: la scomparsa del copilota Michael Park durante il Rally di Gran Bretagna del 2005. Un evento drammatico che ha segnato la fine di un’avventura iniziata sotto il segno dell’innovazione e del coraggio. Al termine di quella stagione, la Peugeot ha annunciato il ritiro dal World Rally Championship, ponendo fine alla breve ma intensa parabola della sua cabriolet da corsa.

Oggi, la Peugeot 307 WRC viene ricordata non tanto per il suo palmarès, quanto per il messaggio che ha saputo trasmettere: anche in un ambiente storicamente conservatore come quello del rally, la voglia di osare può portare a soluzioni inedite e innovative. La 307 WRC resta un esempio di come il coraggio di sfidare lo status quo possa lasciare un’impronta duratura nella storia del motorsport, indipendentemente dai trofei conquistati. Una lezione che ancora oggi ispira chi sogna di scrivere nuove pagine nel libro delle competizioni automobilistiche.

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