Un biglietto d'amore per l'auto parcheggiata accanto: "È stupenda"

La Alfa Romeo Giulia resta amata per design e prestazioni, ma soffre vendite in calo in Europa. Futuro del modello incerto dopo il congelamento dei piani di Stellantis

Un biglietto d'amore per l'auto parcheggiata accanto: "È stupenda"
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Giorgio Colari
Pubblicato il 14 ott 2025

Una multa. Anzi no, un biglietto d’amore. E non per una persona, ma per un’auto. È successo a Cassino, dove un certo Andrea, fortunato possessore di una Alfa Romeo Giulia bianco lunare, ha trovato sul parabrezza un foglietto che sembrava presagire la solita beffa da divieto di sosta. Invece no.

“La Giulia più bella che abbia mai visto, sono quello con la BMW di fianco, il colore è stupendo”, recita il messaggio. Firmato – si scoprirà – da un ragazzo di 21 anni, carabiniere, e dunque teoricamente appartenente alla categoria “freddi tedeschi diesel col volante dritto”. Eppure, qualcosa gli ha fatto cambiare idea. Un piccolo miracolo italiano.

Quando la bellezza non basta

Quella di Andrea non è una Giulia qualsiasi. È una Veloce Q4, motore 2.0 turbo benzina da 280 cavalli, trazione integrale e un assetto che ti fa dimenticare le SUV da passeggio. Ha i cerchi neri classici Alfa, un piccolo spoiler a doppia lama in stile carbonio e un estrattore che parla la lingua della pista.

Ma soprattutto, ha stile, quello con la “S” maiuscola. Un design che non rincorre il gusto globale, ma lo plasma. Eppure, c’è un problema: nessuno la compra più.

Il paradosso Giulia

Lo sappiamo, l’abbiamo già detto e lo ripetiamo: l’Alfa Romeo Giulia è l’auto più bella del mondo che nessuno compra più. Ogni tanto, qualche rivista americana – come Car and Driver – osa dire l’eresia: “È meglio di una BMW M3”. E hanno ragione. Ma le parole, si sa, non bastano. Contano le vendite. E lì la Giulia boccheggia.

Nel 2025, le immatricolazioni sono precipitate. Una discesa lenta ma inesorabile. Il mercato delle berline di segmento D è quasi morto, schiacciato da SUV, crossover e dal culto dell’infotainment a 57 pollici. La Giulia, invece, ha scelto un’altra strada: quella dell’anima, del piacere di guida vero, del motore che urla, non che sussurra.

Il futuro? Congelato

Doveva arrivare una nuova generazione, si era parlato del 2026, di piattaforme condivise Stellantis, di elettrificazione, di restyling profondi. Ma al momento, tutto è fermo. Congelato. La sportività, per ora, può aspettare. Almeno secondo i piani alti.

Nel frattempo, la Giulia vive una seconda vita romantica, quella fatta di gesti come il biglietto sul parabrezza. Gesti che ci ricordano che, nonostante il marketing, le mode, le frecce digitali e gli ADAS invasivi, un’auto può ancora far battere il cuore. Anche a un ventunenne in divisa con una BMW nel garage.

Il saluto del cuore

Andrea, proprietario orgoglioso della sua berlina, ha fatto quello che ogni Alfista avrebbe fatto: ha scattato una foto e l’ha postata su Facebook. Migliaia di like, commenti, condivisioni. Perché la bellezza, quando è vera, non ha bisogno di presentazioni. E soprattutto, non ha tempo. La Giulia è ancora lì. Nonostante tutto. Silenziosa, elegante, pronta a stupire anche chi – almeno fino a ieri – guardava solo a Monaco di Baviera.

Il futuro è incerto, il presente difficile. Ma se ci fosse un premio alla coerenza estetica e meccanica, la Giulia lo vincerebbe a mani basse. E magari, un giorno, quel carabiniere cambierà auto.

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