Un passaggio segreto per una leggenda dell’automobile

L'’erede Porsche costruisce un tunnel privato per evitare il traffico di Salisburgo. Ma i cittadini non ci stanno.

Un passaggio segreto per una leggenda dell’automobile
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Giorgio Colari
Pubblicato il 10 ott 2025

Ottantadue anni, un cognome importante, e una collina che non vuole saperne di lasciarlo passare con l’auto. Così Wolfgang Porsche, ultimo erede diretto della leggendaria dinastia tedesca, ha deciso di risolvere il problema a modo suo: scavando un tunnel sotto casa.

Una galleria che collega la sua villa di Salisburgo – la storica “Paschinger Schlössl”, affacciata sul Kapuzinerberg – direttamente al centro città. Un passaggio privato, autorizzato dal Comune, pensato per “raggiungere più facilmente la città in inverno”. Ma che, in Austria, ha fatto esplodere una vera e propria rivolta civica.

Il patriarca e il suo buen retiro

Wolfgang Heinz Porsche, classe 1943, è il presidente del Consiglio di sorveglianza di Porsche AG e Porsche SE, azionista di Volkswagen e Audi, console onorario di Norvegia, e figura chiave nella galassia industriale tedesca.

Nel 2019 ha acquistato la villa sul Kapuzinerberg – la stessa collina dove, due secoli fa, Mozart amava camminare per comporre – per la cifra di 9 milioni di euro. Da allora l’ha trasformata nel suo rifugio d’altura: garage per otto auto sportive e un sistema di accesso degno di un James Bond in pensione.

La scintilla che ha acceso la polemica è arrivata con una semplice richiesta: scavare un tunnel di collegamento diretto con la città. Motivo ufficiale? La strada che sale alla villa è ripida, ghiacciata e difficile da percorrere d’inverno. Motivo ufficioso, secondo molti? Un capriccio da miliardario. Eppure il Comune di Salisburgo ha detto sì. Le ruspe hanno iniziato a lavorare. E gli abitanti hanno reagito come se la città stesse crollando: 20.000 firme raccolte in pochi giorni per bloccare il progetto. La petizione parla chiaro: un privilegio per i super-ricchi, un simbolo di disuguaglianza scavato nella roccia.

Il Kapuzinerberg non è una collina qualsiasi. È una riserva naturale, un polmone verde nel cuore della città barocca, patrimonio protetto e simbolo dell’equilibrio tra natura e architettura. Gli ambientalisti denunciano che il tunnel – lungo poco più di 200 metri, secondo i progetti preliminari – rischia di danneggiare il sottosuolo e destabilizzare gli edifici storici della zona. Dal canto suo, Porsche ha replicato con toni pacati: “Non cerco privilegi. Solo una soluzione pratica per raggiungere casa mia senza rischi.” Ma le parole non hanno convinto tutti, e i lavori – per ora – proseguono sotto stretta sorveglianza delle autorità locali.

L’uomo, la leggenda, e la scorciatoia

Wolfgang Porsche è un personaggio che sembra uscito da un romanzo di Thomas Bernhard: aristocratico, elegante, spigoloso. Ama guidare ancora all’alba, per i tornanti che portano al Großglockner, la montagna più alta d’Austria. Lo fa, raccontano, con una delle sue otto Porsche personali, tra cui una 911 Targa d’epoca e una Taycan elettrica.

Il tunnel, in fondo, è coerente con il personaggio: un uomo che non sopporta gli ostacoli. Né sulle strade, né nella vita privata – dove le cronache mondane raccontano di tre matrimoni, un divorzio recente e una nuova relazione con Gabrielle Prinzessin zu Leiningen, vent’anni più giovane.

A Salisburgo, però, la storia non diverte più nessuno. C’è chi teme che il caso Porsche diventi un precedente per altri magnati desiderosi di “scorciatoie private”. C’è chi parla apertamente di “tunnel della disuguaglianza”. E c’è chi, più ironico, ha scritto su un cartello apparso ai piedi del Kapuzinerberg: “Mozart compose il Don Giovanni qui. Porsche, invece, si scava l’uscita di servizio.”

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