Opel rinuncia al 100% elettrico, avanti con le termiche anche dopo il 2028

Opel cambia strategia: addio al 100% elettrico entro il 2028, spazio a ibride, benzina e plug-in hybrid per rispondere alle difficoltà del mercato europeo

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 3 set 2025
Opel rinuncia al 100% elettrico, avanti con le termiche anche dopo il 2028

La recente decisione di Opel di abbandonare la corsa verso una gamma esclusivamente elettrica rappresenta un vero e proprio cambio di rotta per il settore automobilistico europeo. Fino a poco tempo fa, l’obiettivo era chiaro: “Saremo il primo marchio tedesco 100% elettrico nel 2028”, dichiarava con entusiasmo Michael Lohscheller, ex CEO della casa automobilistica. Oggi, invece, il nuovo amministratore delegato Florian Huettl sottolinea la necessità di adattarsi alle nuove condizioni di mercato, sancendo di fatto la fine di quella visione esclusivamente “green” e l’inizio di una nuova fase strategica.

Una revisione della strategia

Il gruppo tedesco, parte del colosso Stellantis, ha scelto di rivedere radicalmente i propri piani. L’ambiziosa strategia che puntava tutto sull’elettrico lascia spazio a una visione più pragmatica e articolata: la strategia multi energia. Questo approccio contempla il lancio e la commercializzazione di modelli dotati di motorizzazioni tradizionali a benzina, auto ibride e soluzioni plug in hybrid. Una svolta che non riguarda solo Opel, ma che si inserisce in un contesto più ampio che coinvolge anche altri giganti del settore come Volkswagen, Ford e General Motors. Questi marchi, infatti, hanno già deciso di posticipare i propri target di elettrificazione dal 2030 al 2035, confermando che la transizione verso una mobilità completamente elettrica sta incontrando ostacoli ben più complessi del previsto.

Le motivazioni che hanno spinto Opel a cambiare rotta sono molteplici e riflettono le profonde incertezze che attraversano il mercato europeo dell’auto. Se in alcune aree del continente, come i paesi nordici e in particolare la Norvegia, le vendite auto elettriche raggiungono percentuali record, arrivando al 90% del totale, in altre nazioni la situazione è ben diversa. In Italia, ad esempio, la quota di mercato delle vetture elettriche si ferma a un modesto 4%. Questa frammentazione evidenzia quanto il percorso verso la transizione energetica sia tutt’altro che uniforme e lineare.

Riduzione degli incentivi

A complicare ulteriormente il quadro interviene la progressiva riduzione degli incentivi statali nei principali mercati europei. Germania, Francia e Regno Unito hanno progressivamente ridotto i sussidi all’acquisto di auto elettriche, generando un clima di incertezza tra i consumatori e frenando la diffusione di veicoli a zero emissioni. In assenza di politiche di sostegno stabili e continuative, la domanda fatica a decollare e le case automobilistiche sono costrette a rivedere le proprie strategie.

Un esempio emblematico della nuova filosofia produttiva di Opel è rappresentato dallo stabilimento di Rüsselsheim. Qui, sulla stessa linea di assemblaggio, vengono prodotti modelli Astra con motorizzazioni elettriche, ibride e tradizionali a benzina. Questa flessibilità industriale consente al marchio di rispondere rapidamente alle oscillazioni della domanda, adattando la produzione in base alle preferenze dei clienti e alle condizioni di mercato. Secondo Huettl, la capacità di proporre un’offerta diversificata rappresenta oggi un vantaggio competitivo imprescindibile in un settore ancora segnato da forti instabilità.

Strategia multi energia

La strategia multi energia adottata da Opel non si limita a una mera questione commerciale, ma riflette anche la necessità di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e sostenibilità economica. In molti paesi, infatti, l’infrastruttura di ricarica risulta ancora insufficiente e poco capillare, rendendo difficile una diffusione di massa dei veicoli elettrici. In questo scenario, la possibilità di scegliere tra diverse tecnologie – dalle auto ibride alle plug in hybrid – permette al costruttore di mantenere quote di mercato anche nelle aree meno pronte alla rivoluzione elettrica.

Il dietrofront di Opel diventa così il simbolo delle sfide che l’industria automobilistica europea si trova ad affrontare. La promessa di una mobilità interamente elettrica si scontra con la realtà di un mercato ancora immaturo, dove la domanda resta incerta e i vincoli infrastrutturali e normativi pesano sulle scelte dei consumatori. L’esperienza di Opel suggerisce che, almeno per il prossimo futuro, la flessibilità e la capacità di adattamento saranno le chiavi per navigare con successo le acque agitate della transizione energetica.

Ultime notizie