L'infinita avanzata dei marchi cinesi, ma adesso quanti sono? I numeri
Dieci marchi cinesi ora in Italia: tra Geely, MG e nuovi ingressi cresce l'8% delle immatricolazioni, con strategie basate su prezzi competitivi, tecnologia e reti post vendita
Negli ultimi anni, il settore automobilistico italiano sta vivendo una trasformazione radicale, spinta dall’ascesa di nuovi protagonisti internazionali. In particolare, l’arrivo massiccio dei marchi cinesi ha cambiato gli equilibri di mercato, portando con sé una ventata di innovazione, strategie aggressive e nuove sfide per i brand storici. Questa rivoluzione, ormai inarrestabile, si manifesta in ogni segmento del mercato e ridefinisce le scelte degli automobilisti italiani.
Com’è cambiato il panorama in due anni
Solo due anni fa, i costruttori provenienti dalla Cina erano una presenza marginale nel nostro Paese, con appena quattro brand attivi. Oggi, la situazione è profondamente mutata: sono ben dieci i marchi cinesi che operano stabilmente sul territorio italiano, tra cui spiccano nomi come Geely, BYD, DFSK, Dongfeng, Forthing, Foton, Jaecoo, Leapmotor, Lynk & Co, Omoda e Xpeng. Ma la lista è destinata ad allungarsi: nei prossimi mesi, si attende il debutto di ulteriori costruttori come Changan, Denza e altri brand legati al gruppo Geely, pronti a sfruttare nuovi canali distributivi per conquistare ulteriori quote di mercato.
Questa espansione non è casuale, ma risponde a una precisa strategia commerciale. Un dirigente di Geely ha recentemente spiegato, in un’intervista rilasciata ad Autocar, che la moltiplicazione dei brand serve a presidiare contemporaneamente più fasce di mercato, sfruttando la scarsa fidelizzazione tipica dei mercati emergenti. “Siamo in fase espansionistica, ma la situazione si stabilizzerà. Ora è essenziale far parte del gruppo che raggiungerà per primo il traguardo”, ha dichiarato, sottolineando la volontà di consolidare rapidamente la presenza sul territorio.
I numeri parlano chiaro: la Cina conta oggi 109 costruttori attivi e un mercato interno che nel 2024 ha registrato ben 31,4 milioni di veicoli nuovi venduti. Anche in Italia, l’impatto è già tangibile: i marchi cinesi hanno raggiunto circa l’8% delle immatricolazioni in Italia, considerando anche realtà come MG (di proprietà cinese nonostante le origini britanniche) e il gruppo DR. Un risultato impressionante, frutto di una strategia di espansione ben pianificata e sostenuta da risorse ingenti.
Tecnologia all’avanguardia
L’offerta commerciale dei nuovi player si basa su due pilastri fondamentali: prezzi competitivi e tecnologie all’avanguardia. Il caso di Geely è emblematico: il costruttore ha debuttato con una gamma di crossover elettrificati che comprende la Starray ibrida plug-in, proposta a 34.900 euro, e la EX5 completamente elettrica, in vendita a 38.900 euro. Per rafforzare ulteriormente la propria credibilità e attrarre i clienti più diffidenti, Geely ha lanciato un’iniziativa senza precedenti: la garanzia a vita riservata ai primi mille acquirenti, una proposta che rappresenta un vero e proprio punto di svolta per il settore.
Un altro aspetto che segna la differenza rispetto al passato è la professionalizzazione della presenza sul territorio. I gruppi cinesi stanno investendo in modo significativo nella creazione di reti di vendita strutturate, officine autorizzate e una solida catena di approvvigionamento dei ricambi. Questi elementi sono considerati fondamentali per superare le resistenze di una clientela europea tradizionalmente molto esigente in termini di assistenza e affidabilità post-vendita.
Nonostante i risultati positivi, l’espansione dei marchi cinesi non è priva di ostacoli. La proliferazione di brand rischia infatti di generare confusione tra i consumatori, rendendo difficile distinguere le varie proposte commerciali e le specificità di ciascun costruttore. Inoltre, la costruzione di una reputazione solida e riconoscibile richiede tempo, coerenza nelle politiche aziendali e una comunicazione efficace.
Strategia fondata su prezzi competitivi
Dal punto di vista degli acquirenti, la combinazione tra tecnologia avanzata e prezzi competitivi rappresenta un’opportunità particolarmente interessante, soprattutto nel segmento dei crossover elettrificati e delle vetture a basso impatto ambientale. Tuttavia, permangono alcune perplessità legate al valore residuo dei veicoli, alla disponibilità dei ricambi nel lungo periodo e alla percezione della sicurezza, elementi che ancora oggi influenzano in modo determinante le scelte d’acquisto.
Gli effetti di questa rivoluzione sono già visibili: i nuovi entranti stanno registrando un aumento dei volumi di vendita, la concorrenza sui prezzi si fa sempre più serrata e l’offerta si amplia, in particolare nei segmenti legati all’elettrificazione. Nel medio-lungo periodo, il vero banco di prova sarà la capacità dei costruttori cinesi di trasformare la loro presenza numerica in una reale fidelizzazione dei clienti, attraverso reti di assistenza efficienti e identità di marca forti e ben definite. La partita è appena iniziata, ma il futuro dell’automotive italiano passerà, inevitabilmente, anche da qui.