Incentivi auto BEV, primo giorno di fuoco: 45mila richieste in 6 ore

Ecobonus 2025 registra oltre 45.000 voucher in 6 ore. Scopri importi, requisiti ISEE, obbligo di rottamazione, limiti territoriali e impatto per microimprese

Incentivi auto BEV, primo giorno di fuoco: 45mila richieste in 6 ore
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Giorgio Colari
Pubblicato il 23 ott 2025

La corsa all’Ecobonus 2025 si è aperta con numeri da record, segnando una svolta significativa per il mercato italiano dei veicoli elettrici. Nelle prime ore dall’apertura della piattaforma ufficiale, sono state presentate oltre 45.000 richieste, che hanno già impegnato 481 milioni di euro su un budget totale di 597 milioni. Questo slancio iniziale testimonia un interesse senza precedenti da parte dei cittadini, evidenziando come la transizione verso una mobilità più sostenibile sia ormai una priorità per molti italiani.

ISEE criterio fondamentale

L’iniziativa, promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e partita il 22 ottobre 2025, ha visto una partecipazione particolarmente attiva da parte dei privati con un ISEE più basso. Le famiglie con un indicatore economico fino a 30.000 euro possono infatti beneficiare di un contributo fino a 11.000 euro, mentre per chi possiede un ISEE compreso tra 30.000 e 40.000 euro l’incentivo scende a 9.000 euro. Questa differenziazione punta a favorire l’accesso agli incentivi veicoli elettrici da parte dei nuclei familiari più vulnerabili dal punto di vista economico, stimolando una maggiore equità nell’adozione di tecnologie green.

Tuttavia, il nuovo Ecobonus 2025 non è privo di restrizioni. Tra i principali vincoli spicca l’obbligo di residenza in comuni con almeno 50.000 abitanti o in aree considerate zone di pendolarismo. Un criterio che mira a concentrare le risorse nei centri urbani, dove l’impatto ambientale dei trasporti è maggiore, ma che rischia di lasciare fuori una fetta importante della popolazione residente nei piccoli centri. A ciò si aggiunge la necessità di procedere con la rottamazione di un veicolo termico fino a Euro 5, requisito indispensabile per accedere agli incentivi. Solo chi rottama un’auto inquinante può infatti ottenere il contributo per l’acquisto di un veicolo elettrico dal costo massimo di 35.000 euro (IVA esclusa).

Attenzione verso le microimprese

Un’attenzione particolare è stata riservata anche alle microimprese, che possono usufruire di una struttura di incentivi differente rispetto ai privati. Per queste realtà produttive, il contributo può arrivare fino al 30% del prezzo d’acquisto del veicolo, con un tetto massimo di 20.000 euro per ogni mezzo acquistato. Restano però invariati i requisiti relativi alla localizzazione territoriale e alla rottamazione obbligatoria, sottolineando come la strategia governativa sia focalizzata su una riduzione concreta delle emissioni nelle aree più sensibili.

La scelta di indirizzare le risorse principalmente verso le aree urbane, pur giustificata dall’urgenza di ridurre l’inquinamento nei centri più popolosi, ha sollevato critiche da parte delle associazioni dei consumatori e dei rappresentanti dei piccoli comuni. Molti ritengono che questa impostazione escluda ingiustamente le realtà minori, che avrebbero anch’esse bisogno di strumenti per rinnovare il parco auto e contribuire alla transizione ecologica. Il dibattito è aperto e si prospetta acceso nei prossimi mesi, soprattutto se il budget dovesse esaurirsi rapidamente come sembra suggerire il trend delle prime ore.

Il requisito della rottamazione

Dal punto di vista degli operatori del settore, il requisito della rottamazione è considerato un elemento chiave per assicurare una reale diminuzione delle emissioni. Tuttavia, gli esperti sottolineano che il successo degli incentivi veicoli elettrici dipenderà anche dalla capacità di rafforzare la rete infrastrutturale per la ricarica, che oggi rappresenta ancora un punto critico in molte zone del Paese. Senza un adeguato sviluppo delle colonnine di ricarica, il rischio è che la domanda di auto elettriche cresca più rapidamente rispetto ai servizi necessari per il loro utilizzo quotidiano.

Anche concessionari e costruttori guardano con ottimismo all’accelerazione della domanda, consapevoli però delle possibili criticità legate alla gestione logistica e amministrativa. Il rapido esaurimento delle risorse potrebbe infatti creare colli di bottiglia, sia nella consegna dei veicoli sia nell’erogazione dei contributi, mettendo alla prova la capacità organizzativa dell’intero comparto automotive.

Restano gli interrogativi

Restano aperti diversi interrogativi sulla gestione pratica dell’Ecobonus 2025. La vera efficacia della misura sarà determinata dalla snellezza delle procedure e dalla rapidità con cui i contributi verranno effettivamente erogati ai beneficiari. Nei prossimi mesi sarà fondamentale monitorare l’andamento delle richieste e valutare se sia opportuno ampliare la platea dei beneficiari, aumentare il budget disponibile o rivedere alcune delle restrizioni più controverse, come i vincoli territoriali e quelli legati all’ISEE.

In definitiva, la partenza sprint dell’Ecobonus 2025 rappresenta un segnale forte della volontà di cambiamento che anima il mercato italiano dell’auto. Se il sistema saprà rispondere con efficienza e flessibilità alle esigenze dei cittadini e delle microimprese, il percorso verso una mobilità più sostenibile potrebbe davvero subire una significativa accelerazione.

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