Arruolati nuovi operai in Serbia, obiettivo 500 Grande Panda al giorno

La Fiat Grande Panda su piattaforma Smart Car spinge Stellantis in Europa. A Kragujevac aumentano i turni e il reclutamento internazionale per sostenere la produzione

Arruolati nuovi operai in Serbia, obiettivo 500 Grande Panda al giorno
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Giorgio Colari
Pubblicato il 23 ott 2025

Il nuovo fenomeno produttivo che sta coinvolgendo lo stabilimento serbo di Stellantis non accenna a rallentare. La recente introduzione della Fiat Grande Panda ha infatti scatenato una domanda superiore alle aspettative, portando la fabbrica di Kragujevac a vivere un periodo di intensa attività e a dover affrontare sfide organizzative senza precedenti. In questo scenario, la gestione delle risorse umane, l’internazionalizzazione della forza lavoro e l’adattamento a nuove piattaforme tecnologiche si rivelano fattori chiave per il successo industriale e commerciale.

Domanda enorme

Lo stabilimento serbo si trova oggi al centro di un vortice produttivo che coinvolge lavoratori provenienti da ben sette paesi diversi. Per rispondere all’eccezionale successo commerciale europeo del nuovo modello, il primo della Casa torinese costruito sulla piattaforma Smart Car, Stellantis ha dovuto mettere in campo una strategia di potenziamento della produzione senza precedenti. L’obiettivo dichiarato di 500 vetture al giorno, fissato inizialmente per il mese di aprile, non è stato ancora raggiunto: attualmente, la produzione si attesta sulle 400 unità nei due turni principali, mentre il terzo turno notturno riesce a garantire appena 40 veicoli aggiuntivi.

Questa situazione ha portato il gruppo automobilistico a ricorrere a soluzioni straordinarie, come la mobilitazione di circa 200 lavoratori italiani, temporaneamente trasferiti da impianti storici come Melfi, Atessa e Pomigliano, e il reclutamento di ben 300 marocchini impiegati soprattutto nel terzo turno notturno. A questi si aggiungono ulteriori assunzioni provenienti da paesi come Nepal, India, Bangladesh e Bhutan, segno evidente della crescente dipendenza dalla manodopera straniera.

Manca personale locale

Le ragioni di questa scelta sono da ricercare principalmente nella difficoltà di reperire personale locale, una problematica strettamente legata ai bassi salari medi in Serbia, che si aggirano intorno ai 600 euro mensili. La ricerca di soluzioni rapide e flessibili ha così portato Stellantis ad attivare una vera e propria strategia di mobilità internazionale, indispensabile per sostenere i ritmi produttivi richiesti dal mercato.

Tuttavia, questo approccio solleva anche una serie di interrogativi e preoccupazioni. Da un lato, la presenza di una forza lavoro così eterogenea e temporanea permette di mantenere alto il livello produttivo della Fiat Grande Panda; dall’altro, le organizzazioni sindacali manifestano crescenti timori riguardo alle condizioni contrattuali, all’integrazione sociale e alla stabilità occupazionale di questi lavoratori. I sindacati chiedono a gran voce garanzie sui diritti dei dipendenti e percorsi chiari di stabilizzazione, affinché il successo industriale non si traduca in precarietà diffusa.

Una sfida importante

Il caso di Kragujevac rappresenta, in questo senso, un esempio emblematico delle sfide che i grandi gruppi automobilistici devono affrontare nell’era della globalizzazione. La necessità di incrementare rapidamente la capacità produttiva, specie quando si introducono nuovi modelli su piattaforme innovative come la Smart Car, si scontra inevitabilmente con la complessità della gestione delle risorse umane su scala internazionale. L’adozione di una forza lavoro multietnica e itinerante si rivela, almeno nel breve periodo, una soluzione efficace per sostenere la produzione, ma apre anche il dibattito sulla sostenibilità sociale ed economica di questo modello.

Per la Serbia, l’investimento di Stellantis rappresenta senza dubbio un’opportunità di rilievo, in grado di generare ricadute economiche positive sul territorio. Tuttavia, la crescente dipendenza dalla manodopera straniera pone interrogativi sulla capacità del paese di garantire una crescita industriale realmente inclusiva e duratura. Nei prossimi mesi sarà cruciale osservare se il gruppo, guidato dall’amministratore delegato Antonio Filosa, riuscirà a trasformare il successo commerciale della Fiat Grande Panda in una stabilizzazione della produzione e in una reale crescita occupazionale per la comunità locale.

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