Fiat Grande Panda, 300 operai marocchini vanno in Serbia

Stellantis assume operai dal Marocco per aumentare la produzione della Fiat Grande Panda a Kragujevac: terzo turno, salari discussi e espansione produttiva in Algeria e Brasile

Fiat Grande Panda, 300 operai marocchini vanno in Serbia
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Giorgio Colari
Pubblicato il 25 set 2025

La trasformazione in atto nello stabilimento serbo di Kragujevac racconta molto più di una semplice espansione produttiva: è il riflesso di una strategia industriale globale, dove dinamiche internazionali e questioni locali si intrecciano in modo sempre più evidente. La protagonista di questa rivoluzione è la Fiat Grande Panda, modello destinato a diventare il fulcro delle nuove ambizioni di Stellantis sul mercato europeo e oltre.

Nel cuore della Serbia, la fabbrica si prepara a un’accelerazione senza precedenti: la produzione della nuova citycar si intensifica, spinta dalla crescente domanda europea e dall’esigenza di aumentare la capacità produttiva. Il dato più eclatante è l’introduzione del terzo turno di lavoro, un passo cruciale per portare l’output a circa 350 vetture al giorno e sostenere così l’espansione del gruppo automobilistico.

Manodopera marocchina

A rendere possibile questa svolta è l’arrivo di nuova manodopera marocchina. Sono duecento i lavoratori provenienti dal Marocco che raggiungeranno la Serbia, andando ad aggiungersi ai cento già presenti nello stabilimento. Questo porterà il contingente di operai stranieri a quota trecento, un numero che testimonia la volontà di Stellantis di puntare su una forza lavoro internazionale per mantenere elevata la competitività e garantire flessibilità alle linee produttive.

Il mosaico della forza lavoro sarà completato dal trasferimento temporaneo di circa 150 operai italiani. Il loro compito sarà cruciale: trasmettere know-how, competenze tecniche e standard qualitativi ai colleghi, contribuendo così a elevare la qualità della produzione e a consolidare l’identità industriale del sito di Kragujevac. Questo scambio di esperienze e conoscenze è una delle chiavi della strategia globale di Stellantis, che punta a integrare le migliori pratiche provenienti dai diversi stabilimenti del gruppo.

Manodopera internazionale: perché

Tuttavia, la scelta di puntare su manodopera internazionale e su salari contenuti non è esente da polemiche. Gli operai marocchini, così come gli altri nuovi assunti, percepiranno stipendi 600 euro al mese. Una cifra che, secondo sindacati e opinione pubblica serba, non sarebbe sufficiente a garantire condizioni di vita dignitose. La questione salariale ha acceso il dibattito sulla competitività dei salari in Serbia e sui diritti dei lavoratori, portando in primo piano il tema dell’equità sociale in un contesto di globalizzazione industriale.

Il modello di sviluppo scelto da Stellantis non si ferma ai confini serbi. L’espansione della produzione della Fiat Grande Panda è già prevista anche negli stabilimenti di Orano, in Algeria, e Betim, in Brasile. L’obiettivo è chiaro: presidiare i mercati nordafricano e sudamericano, sfruttando la piattaforma smart car per offrire prodotti competitivi a livello globale. Secondo fonti interne, lo stabilimento di Kragujevac potrebbe anche ospitare in futuro un secondo modello, sempre basato sulla medesima architettura, a conferma della centralità strategica del sito serbo nel piano industriale del gruppo.

Cosa dicono gli analisti

Gli analisti economici leggono queste mosse come parte di una visione industriale ampia e articolata. Diversificare la produzione, ricorrere a manodopera internazionale e ottimizzare i costi sono strumenti fondamentali per migliorare la competitività e la reattività sui mercati. Tuttavia, questa strategia presenta anche delle criticità. In Serbia, crescono le richieste di maggiore trasparenza sui contratti di lavoro e sulle politiche di integrazione dei lavoratori stranieri. La gestione di una forza lavoro così eterogenea impone nuove sfide, sia dal punto di vista della coesione interna sia da quello della tutela dei diritti.

Le istituzioni serbe si trovano così a dover affrontare un delicato equilibrio: da un lato, l’esigenza di attrarre investimenti industriali e garantire occupazione; dall’altro, la necessità di proteggere il mercato del lavoro locale e assicurare condizioni eque a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla provenienza. Le prossime settimane saranno decisive: l’efficacia produttiva del terzo turno e l’evoluzione delle relazioni industriali rappresenteranno indicatori fondamentali per valutare il successo di questa operazione e il suo impatto sul territorio.

In conclusione, il caso della Fiat Grande Panda prodotta a Kragujevac è destinato a diventare un laboratorio di sperimentazione per le strategie industriali del futuro, dove innovazione, globalizzazione e responsabilità sociale dovranno trovare un nuovo equilibrio.

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