Il clone cinese della Evoque costa 10.000 euro: ne vale la pena?

La Corte di Pechino ordina lo stop alla Land Wind X7 per la presunta copia della Range Rover Evoque. Risarcimento a Jaguar Land Rover e reazioni del mercato

Il clone cinese della Evoque costa 10.000 euro: ne vale la pena?
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Fabrizio Caratani
Pubblicato il 13 nov 2025

Un caso giudiziario destinato a lasciare il segno nel settore automobilistico mondiale: la recente sentenza che ha visto contrapposte Jaguar Land Rover e il costruttore cinese Jiangling Motors ha riportato in primo piano il tema della tutela del design e della proprietà intellettuale, segnando una svolta cruciale per l’industria globale. La vicenda si è conclusa nel marzo 2019, quando il Tribunale del Distretto di Chaoyang di Pechino ha stabilito che la Land Wind X7 aveva oltrepassato il confine tra ispirazione e plagio, copiando elementi chiave della celebre Range Rover Evoque.

Una sentenza ha stoppato la produzione

La sentenza, che ha imposto uno stop immediato alla produzione del modello cinese e un risarcimento economico a favore della casa britannica, rappresenta molto più di una semplice vittoria legale: è un chiaro segnale rivolto a tutto il comparto automotive sull’importanza di difendere l’identità stilistica dei brand e sulla necessità di rafforzare la protezione della proprietà intellettuale, soprattutto in mercati complessi come quello cinese.

Secondo i giudici, la Land Wind X7 aveva replicato in modo sistematico almeno cinque elementi considerati distintivi del design della Range Rover Evoque, generando una sovrapposizione tale da confondere i consumatori e danneggiare la riconoscibilità del marchio britannico. Non si trattava, dunque, di semplici suggestioni estetiche, ma di una vera e propria violazione delle regole sulla concorrenza e sulla tutela del design, tale da giustificare provvedimenti drastici nei confronti di Jiangling Motors.

Si è fatta notare

Tuttavia, la questione è apparsa da subito più articolata. Se da un lato Jaguar Land Rover ha potuto festeggiare la tutela della propria creatività e dei suoi asset intangibili, dall’altro parte del pubblico e della community online ha sollevato un dibattito acceso. Alcuni youtuber, come Carz Plug, hanno accolto con entusiasmo l’arrivo di un SUV dalle linee simili a quelle dell’Evoque ma con un prezzo estremamente competitivo – circa 10.000 euro – esaltando la democratizzazione del design di lusso. Altri, come Supercar Blondie, hanno invece sottolineato come la somiglianza si fermasse all’aspetto esteriore, lasciando emergere differenze sostanziali in termini di qualità costruttiva e di finiture degli interni rispetto all’originale britannico.

Questa vicenda riflette le dinamiche profonde che attraversano il mercato auto contemporaneo: da un lato la crescente domanda di veicoli dal design premium a prezzi accessibili, dall’altro la tentazione – per alcuni costruttori – di oltrepassare la sottile linea che separa l’ispirazione dall’imitazione. Per Jiangling Motors e i suoi clienti, le conseguenze sono state immediate e tangibili: oltre alle perdite economiche legate al blocco della produzione, si sono aggiunte le difficoltà nella riprogettazione del modello e l’incertezza sulla disponibilità di ricambi e servizi di assistenza per i veicoli già immessi sul mercato.

Un caso emblematico

Dal punto di vista giuridico, il verdetto rappresenta un precedente significativo. I tribunali cinesi hanno dimostrato una crescente attenzione nei confronti della tutela della proprietà intellettuale delle aziende straniere, anche se la piena uniformità nell’applicazione delle norme rimane ancora una sfida aperta. Per i marchi internazionali, il messaggio è inequivocabile: una somiglianza di design troppo marcata può tradursi in rischi legali concreti e in conseguenze economiche pesanti, minando la reputazione e la competitività dei brand.

Il caso della Land Wind X7 resta emblematico delle tensioni tra innovazione e imitazione in un mercato automobilistico sempre più globale e competitivo. La vicenda insegna che la protezione del design non è solo una questione di principio, ma anche una necessità strategica per salvaguardare investimenti, know-how e valore del marchio. E mentre le case automobilistiche internazionali guardano con rinnovata attenzione alla Cina, il messaggio che arriva da Pechino è chiaro: oggi, più che mai, la copia può costare davvero caro.

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