Hamilton ha dato via la sua collezione, ma sogna ancora un'auto
Lewis Hamilton mette in vendita la sua collezione per motivi di sostenibilità e interesse per l'arte. Propone a Ferrari la F44 con cambio manuale, suscitando dibattiti
Una scelta destinata a far discutere quella di Lewis Hamilton, che nel 2025 ha deciso di smantellare la sua celebre collezione auto del valore di circa 13 milioni di dollari. Un gesto che non solo scuote il mondo del motorsport e degli appassionati di motori, ma che pone una riflessione profonda sul ruolo del lusso automobilistico nell’epoca della sostenibilità. Hamilton, noto per il suo impegno verso tematiche ambientali, ha annunciato che il ricavato della vendita sarà destinato a progetti culturali e di arte, segnando così una svolta radicale nelle sue priorità personali e pubbliche.
Il cambiamento è totale
La dichiarazione del sette volte campione del mondo non lascia spazio a interpretazioni: “Le supercar inquinano e io non posso più possederle in contraddizione con i miei valori.” Un’affermazione che va ben oltre la semplice vendita di automobili di lusso, ma che si inserisce in un contesto di crescente sensibilità ambientale, dove anche i simboli del successo personale vengono messi in discussione. Per Hamilton, infatti, possedere vetture potenti e costose, spesso utilizzate solo in rare occasioni, rappresenta ormai un controsenso rispetto all’impegno pubblico che porta avanti per la tutela dell’ambiente.
Il cambiamento non è solo materiale, ma anche culturale. L’ex pilota collezionista, da sempre icona di stile e innovazione, ha deciso di spostare il proprio interesse verso l’arte e la cultura, abbandonando progressivamente la passione per le auto da collezione che lo aveva accompagnato per anni. Una scelta che, inevitabilmente, solleva un acceso dibattito tra chi vede in Hamilton un esempio virtuoso e chi, invece, teme la dispersione di pezzi unici e di valore storico.
Il legame coi motori non si è interrotto
Tuttavia, il legame con il mondo dei motori non si spezza del tutto. In una mossa che ha già acceso l’immaginazione degli appassionati, Hamilton ha proposto a Ferrari la realizzazione di una nuova supercar ispirata alla leggendaria F40, che potrebbe chiamarsi Ferrari F44 in omaggio al suo numero di gara. La vera rivoluzione, però, risiede nella richiesta di un tradizionale cambio manuale, una scelta controcorrente nell’era delle trasmissioni automatiche e delle propulsioni ibride. Hamilton ha infatti sottolineato come la connessione emotiva tra pilota e macchina sia ancora oggi insostituibile, e come un cambio manuale possa restituire quella sensazione di controllo puro che tanti appassionati continuano a ricercare.
Le reazioni a questa doppia svolta non si sono fatte attendere. Da un lato, gli ambientalisti e i sostenitori della sostenibilità hanno accolto con favore la decisione di Hamilton, riconoscendogli il coraggio di mettere in discussione uno status symbol così radicato. Dall’altro, i collezionisti e gli appassionati di supercar lamentano il rischio di vedere dispersi esemplari unici, che per anni hanno rappresentato il lifestyle del campione britannico e che oggi rischiano di finire frammentati tra vari acquirenti.
Avrebbe il cambio manuale
Dal punto di vista tecnico, la proposta della Ferrari F44 rappresenta una sfida non indifferente per la casa di Maranello. Integrare un cambio manuale in una supercar di nuova generazione comporta infatti compromessi su più fronti: dalle prestazioni alla conformità normativa, fino all’appetibilità commerciale di un modello pensato per una nicchia di puristi. Tuttavia, il fascino di una Ferrari moderna capace di offrire un’esperienza di guida analogica resta un’ipotesi affascinante per molti.
Al momento, Ferrari mantiene il massimo riserbo sulla fattibilità di questo progetto, fedele alla propria tradizione di cautela e discrezione quando si tratta di collaborazioni fuori dagli schemi. Resta però il valore simbolico della scelta di Lewis Hamilton: in un mondo automobilistico sempre più orientato a sostenibilità e innovazione tecnologica, il futuro del collezionismo auto sembra destinato a una profonda revisione etica. Il gesto di Hamilton, che trasforma la passione per le supercar in un impegno concreto per l’arte e la cultura, apre la strada a nuove forme di responsabilità e di interpretazione del lusso nel terzo millennio.