Guida da solo la microcar a 15 anni per esercitarsi: multa e sequestro
A Brugherio un quindicenne è stato sanzionato per guida di microcar senza patente; multa di 430 euro, veicolo sequestrato e richiamo sui rischi dei quadricicli leggeri
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Un episodio che fa riflettere e accende i riflettori sul tema della sicurezza stradale tra i più giovani: lo scorso sabato 20 settembre, un quindicenne di Cologno Monzese è stato fermato alla guida di una microcar per le strade di Brugherio. Il ragazzo, sprovvisto di patente e senza la presenza di un accompagnatore adulto, circolava a bordo di uno dei cosiddetti quadricicli leggeri, mezzi sempre più diffusi tra gli adolescenti ma non privi di rischi e responsabilità.
L’intervento della polizia locale
L’intervento della polizia locale è avvenuto durante un normale controllo di routine, che ha subito evidenziato la mancanza delle necessarie abilitazioni alla guida da parte del giovane. Nonostante il ragazzo avesse dichiarato di possedere un’autorizzazione per esercitazioni alla guida, la normativa prevede che in questi casi sia obbligatoria la presenza di un accompagnatore qualificato, condizione che non era stata rispettata.
L’infrazione contestata riguarda l’articolo 122 del Codice della Strada, che disciplina l’iter di apprendimento per i futuri conducenti e l’uso delle autorizzazioni temporanee. Per il quindicenne, la conseguenza è stata una multa di 430 euro, mentre per il veicolo, intestato al padre, è scattato il fermo amministrativo. Dopo la sanzione, la microcar è stata riconsegnata al genitore, ma il caso ha riacceso il dibattito sulla responsabilità delle famiglie nella gestione e nel controllo dei mezzi intestati a loro nome.
Una tendenza che preoccupa
L’episodio mette in luce una tendenza preoccupante: l’aumento dei minorenni che si mettono alla guida di quadricicli leggeri senza aver conseguito la necessaria patente o senza rispettare le condizioni previste per le esercitazioni. Le autorità sottolineano come la diffusione di questi veicoli tra i giovanissimi, spesso percepiti come una soluzione sicura e pratica per la mobilità urbana, comporti invece rischi significativi. I quadricicli leggeri possono infatti raggiungere un peso di 350 kg per i modelli destinati al trasporto passeggeri e 425 kg per quelli da trasporto merci, dati che fanno riflettere sulle potenziali conseguenze di un incidente, soprattutto in presenza di conducenti inesperti o non abilitati.
Gli esperti di sicurezza stradale ricordano che la struttura delle microcar e dei quadricicli leggeri offre una protezione inferiore rispetto alle automobili tradizionali: la leggerezza e la mancanza di robuste barriere protettive aumentano la vulnerabilità sia del conducente sia degli altri utenti della strada. Proprio per questo motivo, la legge prevede che per guidare questi veicoli sia necessario aver conseguito specifiche abilitazioni, tra cui la patente AM per i ciclomotori e le autorizzazioni temporanee che consentono di esercitarsi esclusivamente sotto la supervisione di un adulto qualificato.
Interrogativi etici
Il caso di Brugherio solleva inoltre importanti interrogativi sul ruolo delle famiglie nella prevenzione dell’uso improprio dei veicoli intestati. Secondo gli esperti, l’intestazione di un mezzo comporta precisi obblighi per il proprietario, che non può sottrarsi al dovere di vigilare sull’uso corretto e sicuro del veicolo. In caso di incidenti provocati da conducenti non abilitati, le conseguenze possono essere particolarmente gravi: oltre alle sanzioni amministrative, possono scattare procedimenti penali in caso di lesioni o danni rilevanti, con pesanti ripercussioni anche dal punto di vista assicurativo per la famiglia proprietaria del mezzo.
La polizia locale e le autorità invitano dunque a una maggiore attenzione e responsabilità, sia da parte dei giovani che delle loro famiglie. Prima di mettersi alla guida di una microcar o di un qualsiasi quadriciclo leggero, è indispensabile verificare il possesso delle abilitazioni richieste e rispettare scrupolosamente le regole previste per le esercitazioni e la circolazione. Solo così è possibile garantire la sicurezza di tutti e prevenire episodi che, come quello avvenuto a Brugherio, rischiano di trasformarsi in gravi incidenti o in lunghe vicende giudiziarie.
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