Fine della tregua, benzina e gasolio tornano a salire: le tariffe

Dopo mesi di cali, tornano a salire i prezzi dei carburanti: ecco quanto costano benzina, diesel, GPL, metano e GNL in Italia, con focus su autostrade e pompe bianche

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 4 set 2025
Fine della tregua, benzina e gasolio tornano a salire: le tariffe

L’aumento dei prezzi carburanti segna la fine di una tregua durata oltre due mesi per gli automobilisti italiani. Dopo un periodo di costante diminuzione, i rincari di benzina e diesel tornano a farsi sentire in modo deciso, con ripercussioni immediate sulle famiglie e sui professionisti del trasporto. Questo nuovo scenario si configura come un campanello d’allarme, sottolineando la fragilità del mercato nazionale rispetto alle dinamiche globali.

Il recente rialzo è riconducibile principalmente alle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati, che hanno subito una spinta verso l’alto nelle ultime settimane. Le compagnie petrolifere, di conseguenza, hanno adeguato i prezzi consigliati, trasmettendo quasi in tempo reale le pressioni dei mercati mondiali ai consumatori italiani. Una situazione che mette in evidenza la vulnerabilità del sistema distributivo nazionale e la rapidità con cui i cambiamenti internazionali possono riflettersi sulla spesa quotidiana degli italiani.

I dati aggiornati

I dati più aggiornati fotografano una situazione chiara: la benzina in modalità self service ha raggiunto una media di 1,705 euro al litro, mentre il diesel self si attesta a 1,633 euro. Si tratta di un incremento di 2 millesimi rispetto alle precedenti rilevazioni, che segna la fine del trend ribassista osservato negli ultimi due mesi. Per chi sceglie la modalità servito, la spesa è ancora più elevata: la benzina servita arriva a 1,846 euro al litro, mentre il diesel servito tocca quota 1,774 euro.

Per quanto riguarda le altre tipologie di carburante, il Gpl si mantiene stabile a 0,695 euro al litro, offrendo un’alternativa economicamente vantaggiosa per chi ha optato per questa soluzione. Diversa la situazione per il metano, che registra un leggero calo e si attesta a 1,425 euro al chilogrammo, mentre il Gnl (gas naturale liquefatto) scende a 1,250 euro al chilogrammo. Questi dati dimostrano come il mercato dei carburanti alternativi rimanga soggetto a variazioni, seppur meno marcate rispetto a benzina e diesel.

Il quadro si complica

Il quadro si complica ulteriormente per chi si trova a fare rifornimento lungo le autostrade. Qui, la benzina self service sfiora i 1,801 euro al litro, mentre la modalità servito raggiunge addirittura i 2,065 euro al litro. Anche il diesel self in autostrada è più caro, arrivando a 1,743 euro al litro, con il servito che supera la soglia psicologica dei 2 euro, fermandosi a 2,011 euro al litro. Si tratta di cifre che evidenziano come la rete autostradale continui a rappresentare un’area critica per il portafoglio degli automobilisti.

Un’alternativa spesso presa in considerazione è rappresentata dalle cosiddette pompe bianche, ovvero i distributori indipendenti non legati ai grandi marchi petroliferi. In questi punti vendita, i prezzi carburanti risultano generalmente inferiori rispetto a quelli delle compagnie principali, ma il vantaggio economico non sempre giustifica la necessità di percorrere distanze maggiori per il rifornimento. Il divario, infatti, non è sufficiente a compensare il tempo e i costi aggiuntivi, soprattutto in un periodo in cui ogni euro risparmiato fa la differenza.

Le reazioni degli operatori

La reazione degli operatori del settore e delle associazioni dei consumatori non si è fatta attendere. L’inversione di tendenza preoccupa, soprattutto in vista dei mesi estivi, quando la domanda di carburanti tradizionalmente aumenta. Il timore diffuso è che si possano verificare ulteriori aumenti, aggravando la situazione economica di famiglie e imprese.

Le compagnie petrolifere, dal canto loro, giustificano i rincari come una diretta conseguenza delle quotazioni internazionali e sottolineano la limitata possibilità di intervenire sulla componente fiscale, che incide in modo significativo sul prezzo finale alla pompa. Questo aspetto evidenzia la necessità di interventi strutturali e di una maggiore trasparenza da parte delle istituzioni, per tutelare il potere d’acquisto dei cittadini e garantire una maggiore stabilità dei prezzi carburanti nel lungo periodo.

In un contesto caratterizzato da continue oscillazioni e da una crescente incertezza, la richiesta di chiarezza e di azioni concrete da parte delle autorità si fa sempre più pressante. Solo attraverso una strategia condivisa e interventi mirati sarà possibile offrire agli automobilisti italiani un po’ di respiro e maggiore sicurezza sul fronte dei costi di rifornimento.

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